La guerra in Ucraina è passata di moda, ma non per questo è finita. Perciò è forse un buon momento per fare un attimo il punto.
Per quanto riguarda la “linea del fronte”, non c’è nessuna linea, bensì una fascia di qualche chilometro di profondità in cui le posizioni dei due contendenti cambiano e si accavallano, fra attacchi e contrattacchi. L’offensiva ucraina ha ottenuto discreti successi in estate, specialmente nella zona di Bakmut oltre che a sud di Velyka Novosilka e Orikhiv, ma da un paio di mesi si è di fatto arenata tranne che per le due teste di ponte ad est del Dnipro di cui, però, si sa molto poco. Parimenti, l’offensiva russa fra Kupiansk e Zarichne non ha sortito un ragno dal buco e neppure l’estremo sforzo lanciato nelle ultime settimane verso Avdiivka ha per adesso cambiato gran che.
Viceversa, l’Ucraina ha ottenuto parecchie vittorie importanti nella guerra aerea e navale, infliggendo pesanti perdite e gravi danni ad alcune strutture. Paradossale per un paese che ha ben poca aviazione e zero marina, ma così è. Tuttavia, anche se indebolite, la flotta e l’aviazione russe continuano ad essere dominanti.
Da segnalare anche una maggiore attività di partigiani e sabotatori ben all’interno del territorio russo, soprattutto a danno delle ferrovie, che ostacola, ma non impedisce i rifornimenti al fronte.
Sul piano degli armamenti, una piccola parte degli equipaggiamenti ucraini sono più moderni ed efficienti di quelli russi, ma la maggior parte delle loro unità continuano ad essere armate con residuati sovietici ed anche fra le forniture occidentali non mancano i vecchiumi. I russi, dal canto loro, godono di una netta superiorità numerica, ma per mantenerla stanno sempre più attingendo dai depositi sovietici e, oramai, perfino dai residuati della seconda guerra mondiale. Ad oggi, il principale vantaggio per l’Ucraina è rappresentato dalle informazioni satellitari fornite da noi e dagli USA, che permettono di sapere molto bene cosa si muove e come dietro le linee nemiche; cosa che invece i russi ignorano largamente. Viceversa, il principale vantaggio per la Russia è la possibilità tecnica e politica di colpire ovunque sul territorio nemico; una cosa che, invece, gli ucraini possono fare solo in misura molto limitata, anche se crescente. Un ulteriore vantaggio per gli ucraini è che, complessivamente, i loro ufficiali, pur commettendo errori anche gravi, si sono dimostrati più flessibili ed innovativi dei colleghi russi, molto più conservatori.
Sul piano degli arruolamenti, in Ucraina sono stati licenziati in tronco tutti i capi-distretto, mentre in Russia è stata decuplicata la sanzione per i renitenti alla leva e si stanno richiamando riservisti fino all’età di settant’anni (70!). Non sembra che vada troppo bene per nessuno dei due.
Infine, sul piano politico chi si oppone all’Autocrate di tutte le Russie finisce presto in galera o al cimitero e non trapelano segni di cambiamento, mentre in Ucraina nessun oligarca o generale è sparito, ma parecchi sono stati licenziati in tronco e non sappiamo se perché effettivamente corrotti, o perché oppositori del governo. In Russia le elezioni presidenziali si terranno puntualmente ed il fatto che tutti i possibili candidati alternativi a Putin siano morti o i prigione non inficia, naturalmente, la democraticità dell’evento. In Ucraina, più onestamente, le elezioni non si terranno; una cosa peraltro comprensibile visto che parecchi milioni di elettori si trovano sotto occupazione o sono fuggiti all’estero.
Dunque, al di là dei dettagli, in questa fase nessuna delle due parti ha evidentemente la forza per soverchiare il nemico e siamo quindi alla famigerata “guerra di logoramento”. Un roba sanguinosa e lunga che, salvo sempre possibili sorprese, vince chi dispone dell’apparato industriale più potente. Se i due contendenti fossero soli, la partita dovrebbe quindi girare a favore della Russia, me nessuno dei due è solo e quindi la faccenda si complica.
La Russia riceve infatti armi e, soprattutto, munizioni sia dall’Iran che dalla Nord Korea, mentre diversi altri paesi fanno da ponte commerciale per farle arrivare almeno un po’ di componenti occidentali, indispensabili per molti dei prodotti dell’industria militare russa. Complici, ovviamente, un certo numero di oligarchi occidentali. Un discorso a parte va fatto per la Cina che, per ora, sta fornendo a Putin sostegno economico, finanziario e politico, ma non militare, se non forse in piccola misura.
L’Ucraina invece dipende largamente da ciò che gli forniscono USA, Europa ed altri paesi alleati, ma non del tutto. Per esempio diversi modelli di droni da combattimento sono fabbricati in loco, utilizzando anche componenti cinesi. “Business is now” per tutti, evidentemente. Dunque, malgrado tutti i nostri guai, il potenziale industriale alle spalle dell’Ucraina è potenzialmente molto superiore a quello di Russia & co. (Cina esclusa) che dovrebbe quindi essere sconfitta, ma non è detto che sarà così.
I motivi sono diversi. In primo luogo, la Russia ha da subito messo “sul piede di guerra” la propria industria, mentre gli europei hanno discusso per un anno e mezzo solo per decidere di aumentare di un tantino la produzione di proiettili da 155. Inoltre, mentre a Russia ha conservato il grosso degli arsenali dismessi negli anni ’90 e può quindi recuperarne una parte, i paesi europei hanno demolito o svenduto la maggior parte dei loro equipaggiamenti militari, riducendo le proprie forze armate a poco più di un pretesto per finanziare l’industria nazionale. Ma non già per armare le proprie truppe, bensì per far pagare al contribuente lo sviluppo di tecnologie avanzate che, quando saranno mature, andranno ad alimentare il mercato.
Nei nove anni di questa guerra (memento: è cominciata nel 2014 con l’occupazione della Crimea) europei ed americani hanno infatti sempre fornito agli ucraini quel tanto che bastava loro per non perdere, ma mai abbastanza per vincere. Neppure le smaglianti vittorie dell’anno scorso provano il contrario. La ritirata dall’Ucraina settentrionale fu infatti dovuta soprattutto all’inadeguatezza della logistica russa, oltre che all’attività dei partigiani in Ucraina e Bielorussia. La riconquista di tutto l’oblast di Kharkiv dipese invece da un errore tattico dei russi che gli ucraini seppero sfruttare molto bene, non a superiori forze. La riconquista di Kherson fu resa possibile in parte da pochi, anche se buoni missili NATO che hanno reso molto difficile per i russi attraversare il fiume, ma soprattutto ad un lavoro certosino di usura delle unità russe lungo tutto il fronte, operato infiltrando pattuglie fra le maglie della difesa russa. Laddove, invece, le forniture occidentali sono state determinanti è stato nella possibilità di attaccare con successo alcune delle principali piazzeforti russe, sia in Crimea che in Russia. Ma mentre Putin può contare che i suoi pochi alleati non lo molleranno, gli ucraini sanno benissimo che sia gli americani che gli europei possono piantarli in asso in qualunque momento.
Insomma, l’industria europea ed occidentale potrebbe facilmente subissare quella russa se volesse, ma nulla lascia pensare che lo voglia.
La domanda è dunque: perché USA & co. non fanno il collettivamente relativamente piccolo sforzo necessario per chiudere la partita? Non sarebbe conveniente farla finita e pensare ad altro?
Una spiegazione facile e probabilmente in parte vera è che le oligarchie occidentali facevano affari d’oro con quelle russe e vorrebbero ricominciare. Una sconfitta totale di Putin aprirebbe una fase di grave crisi e, probabilmente, di parziale dissolvimento di quanto resta dell’Impero Russo, che è esattamente il contrario di ciò che ci vuole per gli affari.
Ma io credo che ci sia anche dell’altro. Finora, la Cina si è mossa in modo da permettere che il suo “alleato” sia magari sconfitto, ma non troppo. Una Russia debole, che perde progressivamente il controllo dei satelliti asiatici e che a sua volta diventa sempre di più un satellite cinese fa molto comodo al sig. Xi. Ma una Russia travolta invece no e, se noi cominciassimo ad armare troppo gli ucraini, non è detto che i cinesi non farebbero altrettanto coi russi, spostando brutalmente la bilancia in una posizione che segnerebbe probabilmente l’inizio della prossima guerra mondiale. Un rischio che è molto ragionevole cercare di evitare.
E dunque come andrà a finire? Probabilmente, non finirà. Anche se in guerra l’imprevisto è sempre possibile, l’ipotesi più probabile è che occidentali e cinesi manovrino in modo da congelare il fronte da qualche parte in Ucraina in modo che entrambi possano pretendersi vincitori. Gli uni perché il loro paese ancora esiste ed ha riconquistato la maggior parte del territorio perduto, gli altri perché un pezzo se lo sono comunque tenuto. Una situazione evidentemente transitoria che non sarà mai avallata da nessuno stato e da nessuna istituzione sovra-nazionale, ma che servirà a tutte le parti in causa per riprendere fiato e prepararsi meglio per la puntata successiva. Ci sono diversi indizi in questo senso, ma ovviamente nessuna certezza, salvo che questa è una guerra che durerà ancora a lungo. Perlomeno fino a quando i cinesi non avranno deciso se invadere Taiwan o meno; o gli americani non avranno deciso se attaccare la Cina finché godono di una posizione di relativa maggiore forza militare, o se invece accettare il declino e accontentarsi di un paio di continenti, lasciando il resto ai cinesi. Comunque non per molto, perché l’oste con cui fare la resa dei conti finale è il collasso della biosfera e non ci sono armi, né industrie che ci possano difendere, né, noi, né altri. Semmai il contrario.
Vedere quello che succede in Ucraina mi ha fatto riformulare il mio decrescismo: decrescita per tutto, ma non della difesa. È molto avvilente, ma sei hai un paese gestito super sostenibilmente e non sei in grado di difenderlo, qualcun altro ne farà un sol boccone. Non sto dicendo che l’Ucraina fosse sostenibile, solo che in uno scenario ipotetico potrebbe essere così. Gli europei hanno travolto popolazioni molto più in equilibrio con il loro ambiente con la sola forza delle armi.
È davvero esasperante vedere gli Stati Uniti fare un sacco di storie per aiutare l’Ucraina, che sta combattendo in autodifesa, e non farsi scrupoli a sostenere Israele che è in gran parte in torto. Se per una volta i valori contassero più degli interessi….
Ma l’esercito richiede l’industria.
I carri armati, gli aerei ecc senza petrolio neanche fanno un metro.
E quindi, se tanto mi da tanto, si sfrutterà il petrolio finché sarà possibile. E niente decrescita.
Poi siccome più si ritarda la transizione, peggiori saranno le conseguenze, alla fine i guai arriveranno col moltiplicatore.
Ragionando al contrario:
Se invece ci si lasciasse allegramente invadere, calerebbero i consumi e si instaurerebbe uno stile di vita austero che lascerebbe tempo alla natura per riequilibrarsi.
Domanda provocatoria:
E se gli ucraini si fossero lasciati conquistare dalla Russia?
(Lo so che non è così che va il mondo).
ANSA scrive che 16 mila soldati ucraini hanno disertato, abbandonando la zona di conflitto del Donbass, molti dei quali con le armi. Le città ucraine, piene di mutilati e di invalidi, vedono molti uffici di arruolamento vuoti. E oggi, l’età media di chi combatte al fronte è di 43 anni, «un handicap per qualsiasi esercito moderno».
Fuzzy, cosa dimostrerebbe questo? Chi li ha fatti quegli invalidi? Che senso ha aver sacrificato il meglio del tuo paese per la libertà, per arrenderti adesso?
La propaganda russa è veramente odiosa.
P.S. Metti il link perché io la notizia originale non riesco a trovarla
https://www.remocontro.it/2023/11/14/la-guerra-di-cui-tutti-sono-stanchi-mancano-uomini-soldi-armi-e-soluzioni/
Ho “copincollato” da qui
Fuzzy, in una situazione in cui uno stato sostenibile si fa invadere da uno che ne vuole le risorse, succede quello che è sempre successo, che gli invasori fossero europei, cinesi o arabi: aumenta lo sfruttamento delle risorse e aumenta la popolazione. Nessuno si prende la briga di invadere un paese e occuparlo se ha intenzione di tenerlo in uno stato di sostenibilità e decrescita. Al massimo ne derubi le risorse e lasci che la gente faccia la fame, ma comunque causi danni ambientali – altrimenti te ne saresti restato a casa tua. Più spesso, tendi a rioccuparlo con la tua popolazione per ricompensarla dello sforzo bellico.
Se gli Indiani in America avessero cacciato da subito tutti i coloni europei e si fossero tenuti la terra, probabilmente l’America adesso non sarebbe uno dei paesi più ricchi e spreconi del mondo.
Per quanto riguarda la necessità dell’industria per avere armi potenti, purtroppo è così, ma è anche vero che ci sono molti casi in cui una guerriglia ben organizzata può tenere sotto scacco con armi relativamente leggere e rudimentali un esercito armato pesantemente. Un esempio è il Myanmar oggi. Gli manca solo la contraerea, che può essere anche portata a spalla, a differenza di un aereo militare.
Se invece ti invade la Russia, purtroppo se vuoi sopravvivere devi armarti fino ai denti. La realtà spesso annienta le nostre utopie…
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Invasione_della_Cecoslovacchia_da_parte_del_Patto_di_Varsavia
Io sono vecchiotto e ricordo bene l’invasione della Cecoslovacchia.
Si, un brutto episodio storico, ma i cecoslovacchi, come ne sono usciti, come gli ucraini?
Vado sempre per paradossi eh…
Cosa stai cercando di sostenere esattamente?
“Vedere quello che succede in Ucraina mi ha fatto riformulare il mio decrescismo: decrescita per tutto, ma non della difesa. È molto avvilente, ma sei hai un paese gestito super sostenibilmente e non sei in grado di difenderlo, qualcun altro ne farà un sol boccone.”
Non serve riformulare niente: sospetto che un paese “gestito super sostenibilmente” per essere tale avrebbe gia’ delle forti gerarchie dittatoriali con altrettanto robuste forze armate e di polizia e la totale mancanza di liberta’ se non quella di obbedire agli ordini, che e’ quello che auspicano del resto apertamente tutti gli ambientalisti-tipo del nostro giro di blog, ognuno col suo pallino particolare, li leggerai i commenti e gli articoli degli altri, e cos’altro ci trovi, senza bisogno di scavare neanche un po’ per capire quali che siano i moventi non detti al di la’ delle parole che servono ad ingannare? _Che bisogna imporre i piu’ drastici provvedimenti altrimenti e’ la fine del mondo_. Abbiamo gia’ ampie evidenze che non funziona se non nel peggiorare ancora la situazione sia materiale che esistenziale, salvo che per quelli che nella battaglia e nell’oppressione altrui si rinvigoriscono.
Le tribù dell’Amazzonia sono sostenibili e non mi sembra abbiano dittatori o poliziotti.
Io constato che ci sono leggi naturali inviolabili che determinano delle conseguenze inevitabili; tuttavia sono anche convinto che queste lascino degli spazi di manovra per le scelte umane. Maggiori o minori a seconda del contesto. Questo per dire che una terribile e lunghissima crisi economica sia oramai inevitabile e che ciò renderà estremamente probabili anche conflitti armati per i quali sarà bene prepararsi. Tuttavia, un governo fascistoide (cioè simile, ma non uguale al fascismo) credo che sia invece una calamità voluttuaria. Nel senso che non ci sono leggi fisiche che ce lo impongono, bensì deriva da nostre scelte, coscienti o meno che siano.
Ci sono stati nella storia un sacco di governi non fascistoidi in grado di difendere le proprie popolazioni.
Direi piuttosto che solo alcuni governi non fascistoidi sono stati capaci di difendere la propria gente. La maggior parte, se non tutti, i governi fascistoidi si sono distinti per fare il contrario, a cominciare da quello propriamente fascista che ha trascinato l’Italia nella più grave calamità della sua storia (per ora). Il che non impedisce ai fascisti di credersi dei grandi patrioti, ma la coerenza e la politica non sono mai state compagne.
“che ha trascinato l’Italia nella più grave calamità della sua storia”
Se churchill e gli inglesi non si fossero intestarditi nella resistenza ad ogni costo rifiutando anche una pace separata, e hitler non avesse attaccato a tradimento il suo finora alleato russo convinto che gli anglosassoni avrebbero ragionevolmente appoggiato piuttosto lui che non l’urss comunista, probabilmente la storia e la sua narrazione avrebbero preso una piega diversa, bisognerebbe onestamente prenderne atto, secondo me. E’ passato quasi un secolo, e la retorica dei vincitori puo’ essere moderata, in fin dei conti non e’ che all’epoca fossero tutti stupidi, e noi adesso tutti intelligenti, non credo. Fra l’altro la confusione di alleanze dell’epoca non era molto diversa di quella di oggi fra russia, ucraina, cina e “occidente” (occhio che dico confusione, non situazione). Il fatto che praticamente tutto il resto del mondo simpatizzi piu’ per la russia piuttosto che per l’ucraina aggredita solo in quanto appoggiata da un’occidente che sprizza decadenza da ogni poro visibile a tutti tranne che a se stesso, dovrebbe farci modestamente riflettere, credo.
L’Occidente sprizza decadenza ma neppure la Russia mi sembra tanto ’emergente’…
Al di la delle simpatie personali per l’uno o l’altro contendente, c’è un punto su cui nessun governo finora si è permesso di transigere: riconoscere il “diritto di conquista”. Dipoi della spartizione del mondo fra USA, URSS e UK, la mappa geopolitica del mondo è cambiata in continuazione, MA nessuno stato si è permesso di appropriarsi formalmente di territori altrui; al bisogno, si inventano “repubbliche delle banane” (ad es. Kossovo e Ossezia del sud), oppure si insediano governi fantoccio ecc. Queste cose le fanno tutti quelli che se lo possono permettere, ma l’annessione è un tabù che, a mio sapere, ha infranto solo Israele con l’annessione del Golan che nessuno, neanche gli USA, hanno mai riconosciuto. Ora la Russia pretende di mangiarsi il 20% circa (per ora) di un paese della cui integrità territoriale (fra l’altro) sarebbe lei stessa garante! Ovvio che i governi ostili agli USA sfruttano la situazione, ma nessuno di loro, nemmeno l’Iran, ha avvalorato la pretesa annessione per una ragione molto semplice: praticamente tutti i paesi del mondo hanno rivendicazioni territoriali più o meno importanti con i vicini (Italia compresa). Al momento, quasi tutto questo è silente perché non è pensabile che qualcuno si annetta pezzi di qualcun altro. Ma se si crea un precedente importante, saranno in molti a rispolverare vecchie mappe dai cassetti col risultato di gettare buona parte del mondo nel caos. Tranquillo, è vero che la popolarità dello Zio Sam è in ribasso e la nostra pure, ma al di furi di nicchie politiche particolari, in giro per il mondo non troverai gente che vuol bene allo Zio Vald, solo un sacco di gente che cerca di approfittare del catastrofico errore che ha commesso per portare avanti proprie agende politiche ed economiche. Il che, mi pare, sia anche perfettamente legittimo.
Anche la guerra in Siria c’è ancora, e Russia e Assad ne stanno approfittando per ammazzare ancora un po’ di gente: https://www.aljazeera.com/news/2023/11/14/russia-al-assad-step-up-syria-bombing-amid-world-focus-on-israel-gaza-war
Continua a stupirmi quanto entrambi l’abbiano fatta franca per il macello in Siria. Probabilmente perché nessuno aveva la coscienza abbastanza pulita da poterli criticare.
https://scenarieconomici.it/gli-usa-attaccano-per-la-terza-volta-in-siria-ma-ormai-non-fanno-piu-paura-ai-filo-iraniani/
Bravo chi ci capisce qualcosa della Siria. Io ci ho sempre capito poco, perché le versioni dei fatti sono tante e non si sa mai a chi credere
Comunque pare che il famoso conflitto regionale non lo voglia nessuno perché danneggerebbe tutto il complesso dell’economia mondiale. Mah
La Siria è un vero casino ma che Assad sia un dittatore sanguinario è fuori discussione.
I paesi medio orientali temono un allargamento del conflitto. Questa sarebbe una buona cosa, se non fosse che i palestinesi ne faranno le spese, come sempre. Se almeno si degnassero di rompere i rapporti con Israele e usare le esportazioni di petrolio come leva… niente guerra, ma una forte pressione. E invece niente. Sono regimi corrotti, impietosi in primis con i loro stessi cittadini.
Finora, l’intervento degli stati arabi ha sempre contribuito a peggiorare la sorte dei palestinesi. La guerra del ’48 offrì agli israeliani l’occasione per dichiarare la nascita del loro stato ed allargare di molto l’area da loro controllata, espellendone molto brutalmente centinaia di migliaia di palestinesi. Nel frattempo, l’Egitto e la Giordania invasero rispettivamente la striscia di Gaza e la “West Bank” guardandosi bene dal permettere che vi si dichiarasse la nascita di uno stato palestinese. Nella guerra dei 6 giorni, Israele ampliò ulteriormente il suo controllo sulla Palestina, espellendo altri palestinesi parte dei quali invasero invece il Libano (fine della “svizzera del mediterraneo”). Infine, con la guerra del Kippur, Egitto e poi Giordania si accordarono con Israele, imbarattolando completamente i palestinesi.
Già. Infatti io mi riferivo a pressioni diplomatiche ed economiche, non militari.
Poveri palestinesi, nessuno li aiuta se non a chiacchere. L’opinione pubblica dei paesi arabi è dalla loro parte, ma anch’essi sono vittime dei propri governi.
Ci sono state molte polemiche sullo slogan “from the river to the sea, Palestine will be free”, ma io lo trovo molto bello, perché significa anche questo, libertà dall’oppressione israeliana, libertà rispetto a regimi arabi corrotti e repressivi, libertà per tutti quelli che vivono lì, perché anche se gli israeliani sono “liberi” non è bello vivere con la sensazione del nemico sempre alle porte.
Jacopo, il mio discorso era tutto un altro e non c’entrava con il governo. Parlavo del fatto che l’industria bellica è, anche giustamente, demonizzata, ancor di più in ambienti ambientalisti, ma che se non sei in grado di difenderti soccombi. Questo va incluso nelle discussioni su come prepararci e su che futuro vogliamo. Tutto qui.
“Parlavo del fatto che l’industria bellica è, anche giustamente, demonizzata, ancor di più in ambienti ambientalisti, ma che se non sei in grado di difenderti soccombi.”
A parte che trovatemi una quasiasi istituzione, industria, gruppo, societa’, corporazione, tribu’, stato, nazione, azienda, squadra, che come primo ufficio non abbia quello di preservare ed espandere se stessa, foss’anche nel tentativo di rispondere difensivamente alle pressioni esterne.
Accenna alla questione, comprendendo in essa l’analisi dello specialismo, un libretto di Lucio Russo che forse vi avro’ gia’ raccomandato: “La cultura componibile”. Esso va contro il luogo comune oggi ubiquitario che rivolgersi agli specialisti sia sempre assennato (vi fareste operare alla vescica dall’idraulico?), e mette in guardia circa la deriva della nostra cultura/societa’ verso il dominio dello specialismo il quale e’ tendenzialmente settario e unilaterale, e ignorante e ostile verso tutto cio’ che non riguarda se stesso. Vale anche per l’ambientalismo, naturalmente, e in generale per i vari gruppi autoreferenziali alla spasmodica ricerca di conferma delle proprie credenze, che i vari villaggi del web, tribali piu’ che globali, portano in evidenza.
Tratto’ il tema da un punto di vista diverso ma in parte accomunabile l’Ivan Illich delle “Professioni disabilitanti”, che trovate in rete.
Del resto e’ una deriva inevitabile per una societa’ sempre piu’ complessa che non puo’ non sfuggire alla comprensione del singolo o dell’assemblea per quanto colti e intelligenti, e questo e’ un problema. En passant e’ la ragione per cui i provvedimenti edittali dall’alto non funzionano piu’, ammesso che abbiano mai funzionato, vista la norma storica che e’ nell’eterogenesi dei fini.
ucragna, siria, ora gaza hanno sicuramente una ragione d’esistere, ma non ce la diranno mai. Forse il tono molto di parte dell’articolo ce lo fa intuire, almeno un poco., ma di sicuro c’è molto di più dietro. Il fatto poi che l’UE si sia inventata la rotazione delle colture, vietando le monoculture, adducendo motivi ambientalisti per proteggere questo o quello (vi ricordate Draghi? Se non vi vaccinate, morite o fate morire?) mi sa tanto di protezionismo dell’agricoltura ucraina, perchè col blocco navale, le produzioni agricole ucraine debbano venire solo in UE coi treni. Questo, oltre a sacrificare i produttori europei (che è nell’agenda del WEF) significa che quella guerra dovrà durare ancora molti molti anni. Poi probabilmente, molto probabilmente dal 2030 vedremo come ci avrà conditi l’agenda 2030: moneta digitale, controllo sociale, poveri, ma felici (mal comune, mezzo gaudio, come si diceva un tempo). Faremmo meglio ad attivarci per impedire la dittatura sanitaria dell’OMS, se vorremo rimanere un pò liberi, invece gli italioti preferiscono correre dietro a partiti e sindacati, come se questi fossero i paladini del popolo. Speriamo che ci salvino ancora una volta gli africani e gli altri popoli, che si sono opposti alla dittatura covid, sennò avremmo ancora il green pass.
A detta di altri commentatori, non pare che l’esercito ucraino abbia conseguito così magnifiche sorti e che i russi siano in difficoltà militare ancorché colpiti, tra l’altro, da “imponenti” sanzioni economiche che avrebbero dovuto strangolarne l’economia in pochi mesi.
La famosa controffensiva ucraina sarebbe stata un mezzo flop e i poveri ucraini (che tanto democratici non sono avendo regimi molto corrotti e oligarchici) sarebbero in procinto di essere abbandonati sull’altare delle elezioni SUA e per il vento di recessione in parte autoindotta in UE (in Olanda ha appena vinto l’esterna destra contraria all’invio di ulteriori armamenti, così come in Slovacchia).
E forse la guerra iniziata effettivamente nel 2014, non avrebbe avuto origine solo dall’occupazione della Crimea, ma anche da altre motivazioni: https://www.lastampa.it/blogs/2014/11/30/news/i-neo-nazi-imperversano-in-ucraina-ma-il-nazismo-non-e-piu-il-male-assoluto-per-l-occidente-br-1.37251621/
https://infosannio.com/2023/11/21/elezioni-usa-la-controffensiva-e-fallita-ma-ora-zelensky-fa-un-favore-a-biden/
https://infosannio.com/2023/11/23/perche-nessuno-parla-piu-dellucraina/
Se qualcuno dovesse mai attaccare l’Italia e noi chiedessimo aiuto per difenderci, spero che riceveremo questo aiuto così come l’ha ricevuto l’Ucraina e non che ci venga rifiutato come vorrebbe qualcuno adesso in nome di non si capisce bene cosa.
La controffensiva ucraina ha sicuramente sortito risultati inferiori alle aspettative di chi seguiva le dichiarazioni ufficiali, ma non di chi teneva conto degli aiuti effettivamente forniti (almeno ufficialmente). Non si attraversano linee fortificate della profondità di chilometri senza una superiorità numerica di 3-5 a uno e senza la supremazia nei cieli. E la superiorità numerica è sempre stata e rimane dalla parte dei russi. Quanto ai cieli, anche se l’Ucraina ha messo a segno alcuni risultati spettacolari, l’aviazione russa continua ad avere il predominio, anche se non il dominio dei cieli e questo è un fatto che gli ucraini pagano e pagheranno. Come ho critto, tutto lascia pensare che USA e UE abbiano finora fornito quanto ritenevano necessario per respingere i russi, ma non per sconfiggerli definitivamente, forse pensando che non gli conviene. Ipotesi. Concordo anche sul fatto , che ho anche io segnalato, che i pochi alleati della Russia sono più affidabili dei molti dell’Ucraina. Li pianteremo in asso? Molto possibile, ma non certo perché è vero che i partiti di destra più o meno decisa sono perlopiù filo-putiniani o, perlomeno, anti-europeisti, ma ci sono delle interessanti eccezioni. Ad esempio la Meloni, per sostenere la quale Lavrov in persona si era speso sulla TV italiana (precedente unico nella storia, credo), sta facendo invece un calcolo diverso: perché continuare a picconare l’UE, quando possiamo invece prendercela? Sarà meglio o peggio? Chi prevarrà? Ai prossimi mesi l’ardua sentenza.
Una cosa però sembra accertata: il piano originale di Putin (riportare l’Ucraina nell’Impero) è fallito a da questa “operazione speciale” la Russia esce più debole (ma non per questo vinta) di come ci era entrata.
Quanto alle sanzioni, mi pare che come Putin aveva sopravvalutato le proprie forze militari, i nostri avevano sopravvalutato le proprie forse finanziarie perché i russi sono stati respinti da buona parte dell’Ucraina, ma la loro economia non è collassata. Questo però non significa che le sanzioni non facciamo male ai russi, come le bombe fanno male agli ucraini. Altrimenti non avrebbero posto la rimozione di alcune di quelle come condizione per rinnovare l’accordo sul grano. Accordo, come sai, è saltato e le sanzioni rimaste. Solo che le banche russe rimangono attive (sia pure con difficoltà), mentre anche le esportazioni di grano proseguono (sia pure con difficoltà).
Uno dei problemi delle sanzioni è che non tutti i paesi del mondo le applicano (anzi, molti si stanno approfittando della situazione); un altro è che certe imprese industriali occidentali sembrano riuscire ad aggirarle alla grande. Magari perché i governi chiudono un occhio? Su Twitter c’è un certo Kamil Galeev che ne sa tanto di politica industriale e continua a parlare, dati alla mano, di industrie occidentali che forniscono macchinari alla Russia. Magari ti interessa dare un’occhiata. Alcuni casi erano piuttosto scandalosi. Ma io non ci capisco molto.
Più in generale, in questo dibattito, a me avvilisce vedere quante persone equiparano il “non ci si riesce” al “è stato sbagliato provarci”. Se l’Ucraina non vince questa guerra non significherà certo che provare a difendersi sia un errore.
Tra l’altro, molti di quelli che dicono che l’Ucraina dovrebbe arrendersi poi sostengono altre lotte di popolo altrove, anche se ancora più disperate di questa. La solita partigianeria amorale.
Sicuramente componenti occidentali vengono tuttora usate nella produzione dei missili russi, ma per quali vie ci arrivano lo sanno, forse, alla CIA. A questo proposito, mi ricordo di un intero treno di cotone siciliano che fu venduto e consegnato ad una ditta tedesca che lo usava per fabbricare munizioni d’artiglieria (con il famoso fulminicotone); correva l’anno 1917 o giù di li.
Quanto a “non ci si riesce”, piano. Senza il sostegno occidentale forse davvero la Russia sarebbe riuscita a conquistare l’Ucraina (ma forse non a controllarla v. i fallimenti americani in Iraq e altrove) o, perlomeno, la linea del fronte sarebbe ora molto più ad ovest. Dunque non è stato inutile, semmai insufficiente, sempre ammesso e non concesso che una completa vittoria ucraina sia nelle agende USA & co. cosa tutt’altro che certa. Personalmente, credo che USA e soci continuino a cercare un compromesso, ma è solo un’idea come un’altra.
https://www.theguardian.com/world/2023/nov/26/russia-wages-electronic-warfare-using-uk-made-tech-ukraine-dossier-claims
Mettiamo che i numeri ucraini sui morti russi siano propaganda e che quello reale sia meno della metà, ossia 150.000 decessi: è quasi tre volte il numero di caduti americani in Vietnam. Eppure sembra un tributo di sangue legittimo per una guerra di conquista, non sento mai parlare di ‘invasione all’ultimo russo’ e roba simile. Davvero strano.
Questo è uno dei vantaggi della democrazia: a un certo punto la gente dice basta, andiamo via da lì (Vietnam, ma anche Afghanistan). In altri paesi non hai voce in capitolo, a meno di non fare la famosa rivoluzione (altra mattanza).
Comunque non è strano per niente: i russi hanno sempre combattuto così, non è una novità. Masse al macello finché non la si spunta o davvero non ce la si fa più. Anche leggendo Tolstoj si capiscono delle cose che per noi sono incomprensibili.
La Russia è l’ultimo impero di terra rimasto. Stanno ben attenti a non mandare troppa gente, e soprattutto troppa gente di un certo tipo, da Mosca e San Pietroburgo, ma tutti gli altri – poveracci, minoranze, musulmani, immigrati – sono carne da cannone e basta. E la cosa incredibile è che molte minoranze vanno pure volentieri. D’altronde, anche in America gli Indiani sono tra quelli che si arruolano di più. Quando l’unico onore che ti rimane è essere guerriero…
Che in Russia passi sotto traccia non mi stupisce, io penso alla gente fuori dalla Russia e a quelli che ripetono sempre il mantra della ‘difesa all’ultimo ucraino’ e simili.
…o che se la prendono con l’America che arma l’Ucraina ma non l’Iran o la Corea del Nord che armano la Russia.
Ma quelle sono persone con cui è impossibile ragionare, per difendere la Russia in questo caso devi contorcerti mentalmente in una maniera che poi è difficile sbrogliare.
Jacopo, non volevo dire che l’Ucraina non abbia conseguito buoni risultati, anzi, ha fatto miracoli considerando che il suo nemico è circa cinque volte più grande e forte, e può utilizzare qualsiasi forma di repressione e immiserimento della popolazione pur di aumentare la sua potenza bellica, cosa che né all’Ucraina né ai suoi alleati è concessa.
Mi riferivo al fatto che per moltissime persone, purtroppo, qualsiasi insuccesso sembra essere la dimostrazione che non dovevano nemmeno provarci. Io questo lo trovo davvero meschino e insopportabile. È un’argomentazione particolarmente diffusa in Italia, e questo mi fa capire che il nostro è un paese dove la logica del più forte, e dell’opportunismo, prevale rispetto a quella del giusto e della dignità. Per fortuna gli ucraini sono di tutt’altra pasta.
Ma che sorpresa;
https://www.open.online/2023/11/26/terre-rare-importazioni-unione-europea-russia-sanzioni/
Le terre rare sono diventate la nuova cosa per cui l’Occidente vende l’anima al diavolo. Questa storia delle fonti di energia sempre nuove che fanno sempre più danni è come l’eroina che veniva usata per superare la dipendenza da morfina, poi il metadone per superare la dipendenza da eroina, poi qualcuno inventa il fentanyl… siamo drogati di energia.
Jacopo, tu non considereresti quella del Tibet da parte della Cina un’annessione?
Per il resto sono d’accordo con te, e ci manca solo che ci si rimetta a rivedere tutte le frontiere del mondo a suon di guerre! Persino i paesi post-coloniali, che nella maggior parte dei casi si trovano con frontiere insensate fatte a capocchia, si sono rassegnati a restare così come sono e questo in realtà a me dà molta speranza: dato che gli stati omogenei sono praticamente impossibili, tanto vale tenersi stati multi-qualcosa (multi-etnici, ma anche linguistici e religiosi) e cercare di andare d’accordo con chi c’è dentro con compromessi e democrazia decentrata.
È tra l’altro quello per cui si combatte in Myanmar, e penso e spero che i prossimi saranno Afghanistan e Israele e Palestina.
Anche perché le identità nazionali hanno sempre un qualcosa di arbitrario, persino nei casi in cui ci sono confini geografici ben definiti. Per cui un paese costruito con confini arbitrari dopo decenni di vicissitudini avrà comunque un’esperienza condivisa che lo separa dai suoi vicini. Le Coree sono un altro esempio, questo negativo…
Nei rari casi in cui c’è davvero un problema, si può pensare a una separazione, fusione o trasferimento pacifico, ma solo con processi democratici concordati che coinvolgano tutte le parti in causa.
Nei fatti si, il Tibet è stato annesso e pesantemente colonizzato dalla Cina, ma non formalmente. Per una complicata vicenda cominciata secoli addietro, il Tibet era di fatto indipendente, ma formalmente parte dell’Impero.
Per il resto, lo stato nazione è stata sostanzialmente un’invenzione di Napoleone che tutti gli altri governi europei (meno gli inglesi) hanno prima copiato e poi imposto al resto del mondo. Ed è stata causa prima di una serie infinita di tragedie fra cui, pro parte, anche il conflitto israelo-palestinese e l’invasione dell’Ucraina.
No, non Napoleone. Il nazionalismo era l’ideologia necessaria in quel momento per liberarsi degli imperi, e per un po’ ha fatto bene, è stata un’ideologia progressista e di libertà. Poi ha fatto anche un sacco di danni e ora va superato, ma dimmi un’idea buona in un momento che non faccia prima o poi la stessa fine…
“il nazionalismo era l’ideologia necessaria in quel momento per liberarsi degli imperi, e per un po’ ha fatto bene”
Sai che da un po’ nutro seri dubbi anche su quel “per un po'”.
Il periodo del nazionalismo, l’ottocento, e’ anche il periodo in cui comincia l’epoca dell’esplosione demografica, per cui e’ estremamente difficile scindere cosa sia stato causa e cosa effetto delle rivolte. E’ possibile che la rivolta contro le classi dominanti sia stata fomentata non tanto dalla loro insipienza e inadeguatezza, quanto dal fatto che le classi subalterne, moltiplicandosi di numero a dismisura, non avrebbero avuto comunque cibo e terra a sufficienza per la tecnologia dell’epoca. Da cui le rivolte. Oggi abbiamo un minimo di consapevolezza circa il fatto che esiste un numero massimo di persone che un dato territorio puo’ ospitare e sfamare decentemente, allora non credo, non a livello di classi dirigenti, perlomeno, che aspiravano ad aumentare la loro potenza e il loro prestigio avendo un popolo quanto piu’ numeroso possibile da governare (succede ancora in africa…).
La rivoluzione francese scoppia dopo una carestia, c’e’ un articolo su Le Roy Ladurie recentemente scomparso che ne parla sul sito di “scienze agrarie”. E’ noto nel campo della agrometeorologia.
Il nazionalismo in ogni caso sfocia nelle guerre mondiali, dalle quali nascono piu’ o meno direttamente il fascismo, il nazismo (che sono dei social-nazionalismi), il boscevismo (sociale, ma in reazione ai nazionalismi)…
Quindi puo’ anche darsi che il nazionalismo abbia fatto solo del male, che non abbia avuto alcun aspetto positivo. Gli imperi si sarebbero comunque evoluti in qualcos’altro, nulla e’ eterno. I piccoli paesi europei che sono ancora oggi delle monarchie, non sono meno democratici e civili di quelli, ora troppo grandi, nati dalla rivoluzione. A considerare tutto, col senno di poi, l’impero austro ungarico non e’ stato cosi’ peggiore di quel che ne e’ seguito. Nel nordest c’e’ gente che ancora lo rimpiange… piuttosto che i Savoia.
Fra l’altro con Napoleone e i nazionalismi comincia l’era della leva di massa, delle guerre di massa e di popolo, in cui tutto il popolo e’ coinvolto direttamente nello sforzo bellico. Prima la guerra se la facevano le classi dirigenti nobiliari combattendo in prima persona con qualche avanzo di galera, ed era cosi’ che si autolegittimavano. La guerra aveva piu’ della tenzone sportiva che del massacro di massa.
Regni e imperi sono due cose completamente diverse. Gli imperi non erano solo quello austro ungarico ma anche quello ottomano, francese, gli imperi coloniali europei… la Russia è tutt’ora un impero.
La gente rimpiange qualsiasi cosa quando è libera di immaginarsi la storia che più le comoda, senza fare i conti con la realtà.
“La gente rimpiange qualsiasi cosa quando è libera di immaginarsi la storia che più le comoda, senza fare i conti con la realtà.”
Quando la gente rimpiange il passato, vuol dire che oggi sta peggio di ieri.
I terribili disastri del XX secolo in europa, che hanno portato dalla primazia mondiale alla sua totale scomparsa geopolitica, ha ragione Jacopo, sono il frutto del martellante indottrinamento nazionalistico, che visti i risultati dev’essere stato quanto di piu’ lontano dalla realta’.
Ad esempio, pochi sanno, pur avendolo studiato a scuola, che dalla sua creazione al 1945 il nuovo stato nazionale italiano ha combattuto tutte, tante e sole guerre di aggressione e di conquista, guerre che abbiamo ripudiato con la ultima costituzione solo in virtu’ della formidabile batosta finale.
Con la fine dell’ancient regime e la secolarizzazione comincia l’epoca della religione dello Stato, coi suoi miti e riti, dentro alla quale viviamo tuttora. C’e’ un’ampia letteratura storica al riguardo.
Sono pienamente d’accordo con te. Infatti “il nazionalismo era l’ideologia necessaria in quel momento per liberarsi degli imperi, e per un po’ ha fatto bene” non lo ho scritto io. Già che ci siamo, aggiungo che il sionismo fu la risposta ebraica ai nazionalismi ed ai pogrom che ne seguirono, ma anche il rifiuto assoluto dei palestinesi di trattare negli anni ’20 e ’30 (quando erano loro i più forti) dipese in gran parte dal nascente nazionalismo arabo che in seguito portò poi alcuni paesi in guerra contro Israele, offrendo a quest’ultima l’occasione per i due grandi pogrom contro i palestinesi: nel 1948 e nel 1967.
Parimenti, l’invasione russa dell’Ucraina e la determinazione (per ora) di entrambi a non trattare hanno molte con-cause, ma il nazionalismo ci ha una parte importante da entrambe le parti. Così nei Balcani ecc. Guerre, massacri ecc. non li hanno inventati i nazionalisti, ma diciamo che ne hanno prodotte parecchie.