Il 7 luglio scorso Ugo Bardi sul suo profilo Facebook ha condiviso il seguente post:

 

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Nei commenti è intervenuto anche un professore universitario di ambito umanistico, esponente di una formazione politica di orientamento sovranista. Malgrado i social media non siano scambi privati ma piattaforme pubbliche dove ognuno è responsabile di quanto afferma, preferisco riferirmi a lui come ‘Don Ferrante Today’, nomignolo chiaramente ispirato al filosofo aristotelico dei Promessi Sposi che con i suoi brillanti sillogismi confuta l’esistenza della peste prima di rimanere vittima del morbo. Non mi interessa infatti ottenere visibilità ostentando un nome abbastanza conosciuto: chi desiderasse scoprirne la vera identità può consultare direttamente l’account di Bardi; mi limito a dire che in passato l’ho stimato, oggi invece le nostre posizioni su determinati argomenti (non solo il riscaldamento globale) sono molto distanti.

Tutto è nato da una constatazione apparentemente ‘neutrale’ ma, avendo esternato Don Ferrante Today a più riprese il suo  ‘scetticismo’ (ho deciso di bandire il più possibile l’espressione ‘negazionista climatico’ dal mio linguaggio) riguardo all’influenza antropica sul clima, ero consapevole delle implicazioni di quella puntualizzazione. Ne è nata una schermaglia dialettica secondo me alquanto rivelatrice.

***

 

DON FERRANTE TODAY: Oggi la CO2 è sui 440 ppm, in Ordoviciano, Siluriano, Giurassico e Cretaceo era superiore a 3.000 ppm.

IGOR GIUSSANI: Sono epoche storiche risalenti a svariati milioni anni fa, quando il sole era meno caldo e, soprattutto, la conformazione della Terra (sia per terre emerse che per livello ed estensione degli oceani) era completamente diversa, quindi era completamente diversa la capacità di stoccaggio della CO2 da parte della Natura. Senza contare poi che il clima ideale per grandi rettili come i dinosauri, per fare un esempio, potrebbe essere incompatibile o quasi con la specie umana. Quindi paragonare quelle epoche con quella attuale non ha alcun senso. Essendo lei un’intellettuale, basterebbe consultare un minimo di divulgazione per capire l’assurdità di tante cretinate che vengono presentate come ‘confutazione’ della scienza del clima, glielo assicuro. Ma vedo che preferisce spacciare le argomentazioni che ha sempre portato l’industria del petrolio presentandola come ‘ribellione contro il sistema’…

DON FERRANTE TODAY:Guardi, premesso che sono eventualmente un intellettuale e non un’intellettuale, mi limito ad osservare che in epoche di storia naturale in cui sono occorse anche alcune glaciazioni e in cui non c’era attività antropica, la CO2 era almeno sei volte superiore a quella attuale.

Direi che questo risponde abbastanza bene ad un post di tre righe in cui si spaccia un grafico parziale per verità definitiva sul tema, non trova? In generale l’impressione che ho ricavata leggendo un po’ di letteratura sul tema è che il fattore di gran lunga più importante per la temperatura planetaria sia l’attività solare, e che l’effetto della CO2 (percentuale minoritaria tra i gas serra) sia reale, ma marginale. Dopo di che, credo che tentare di ridurre le emissioni – tutte le emissioni, non solo di C02 [proprio così, chi fa le pulci agli errori da T9 altrui ha scritto CO2 con lo zero, n.d.r] – sarebbe consigliabile per vari motivi, e che chi si concentra esclusivamente sul nesso CO2 – riscaldamento climatico non faccia un buon servizio né alla verità né al successo di politiche ambientali. 

M. M.: veramente é salita anche oltre 4000 ppm se é per quello c’era il 60% di ossigeno in meno quindi la vita animale era molto molto diversa e le circolazioni atmosferiche molto diverse tant’é che la temperatura media non si sa quanto potesse essere, pare 50°C ma periodicamente anche di più.

IGOR GIUSSANI: Giusto per curiosità, quale letteratura al riguardo avrebbe consultato? Per il resto: 1) se lei conoscesse minimamente un po’ di scienza del clima, saprebbe come le ho spiegato prima che usare l’argomento “in passato c’era 10 volte la CO2 di oggi” non ha alcun senso (vedi anche commento di M.M.) 2) se lei conoscesse un po’ di scienza del clima, saprebbe ancora meglio che la CO2 non è affatto l’unico gas preso in esame, per comodità si esprime tutto il potere calorifero in CO2 equivalente: saprebbe molto bene che vengono presi in considerazione anche metano, protossido d’azoto, idrofluorocarburi e altri gas. Tutti gas che sono causati dall’attività industriale e dall’agroindustria 3) se lei conoscesse minimamente un po’ di scienza del clima, saprebbe che si è concentrata l’attenzione sulla CO2 (in realtà su tutti i gas climalteranti) come principale attore del cambiamento climatico perché sono stati esaminati anche altri fattori (attività solare inclusa) che però non spiegano l’anomalia attuale. Questa è la colpa sua e di tanti altri: non criticare la scienza del clima, che come tutto è questionabile, ma di lanciare accuse dimostrando di non sapere neppure le basi dell’argomento, facendo così della disinformazione clamorosa. E questo credo sia molto peggio di qualsiasi errore grammaticale.

DON FERRANTE TODAY: Se lei conoscesse un po’ di epistemologia saprebbe che negli andamenti singolari non ripetibili, dunque non sottoponibili a sperimentazione, come i processi climatici sul pianeta terra, ogni previsione è nel migliore dei casi ampiamente congetturale.
Ma invece che procedere con la dovuta cautela lei, come molti altri, preferisce impartire lezioncine dogmatiche (e tale dogmatismo naturalmente non convincerà nessuno che non sia già convinto: provi a fare queste prediche con la dirigenza cinese e indiana e vediamo quanto si lasciano impressionare).
E questo a me pare molto peggio sia di un errore grammaticale che del non avere a mano un’adeguata bibliografia.

IGOR GIUSSANI: Complimenti, vedo che lei ha evaso completamente la questione nel merito tirando fuori un’inutile lezioncina di epistemologia (verificare se la scienza del clima prende in considerazione solo la CO2 o considera tutte le possibili cause dell’anomalia climatica non ha nulla a che vedere con la precisione dei modelli climatici) e fare illazioni a sproposito sul mio presunto ‘dogmatismo’ (della serie: non so rispondere nel merito, quindi attacchiamo sul piano personale l’interlocutore). Avevo chiesto a lei una bibliografia delle sue fonti sul clima, ma non ha voluto fornircela. Pazienza, chiudo solo facendo un paragone che mi sembra molto calzante. Se io mi mettessi a dire scemenze su Marx e mi giustificassi dicendo che ho letto della letteratura di autori notoriamente antimarxisti, lei sicuramente mi direbbe di studiarmi Marx e fare poche fregnacce, semmai di parlare solo dopo (a quanto capito lei così definisce il dogmatismo: dogmatico è chi si sforza di capire qualcosa prima di criticare, a quanto pare). Ecco, mutatis mutandis le consiglio la stessa cosa: le giro quello che è considerato il più importante studio descrivente il funzionamento del clima. Se lo legga: l’avviso che sono più di 1000 pagine (eh lo so, chi nega il problema climatico è molto più stringato…) e ci sarà bisogna dell’apporto di qualche specialista per capire fino in fondo; ma per una persona di cultura come lei, con il dovuto tempo, non sarà troppo difficile comprendere (ci sono riuscito persino io!). Se è una persona seria, lo farà e a quel punto avrà tutto il diritto di CRITICARE NEL MERITO E CON COGNIZIONE. Altrimenti si comporterà come chi denigra Marx usando come riferimento qualche think thanker neoliberista.

***

Di per sé, trattasi di un batti e ribatti per nulla raro sui social network, contesti dove i contestatori della climatologia sono alquanto attivi: un mio video su Youtube contro le farneticazioni di Rubbia sul clima nel famigerato intervento al Senato del 2014 ha ricevuto più di 20.000 visite, quasi tutte di utenti adirati che mi accusavano di aver vilipeso il loro beniamino. Il problema, semmai, è capire perché una persona sicuramente intelligente e acuta come Don Ferrante Today, nell’affrontare l’argomento, si appiattisca al livello dei tanti webeti della Rete, tra fiera ostentazione di ignoranza, supercazzole intellettualoidi e attacchi ad personam.

Ho smesso da tanto tempo di pensare che l’erudizione di per sé comporti una sorta di elevazione morale, ma non di credere nella missione dell’intellettuale per il bene della società. Don Ferrante Today denuncia da sempre la degenerazione tecnocratica della politica basata sulla delega in bianco a presunti esperti e competenti,  pratica oramai quarantennale sdoganata dalla celebre dichiarazione “There Is No Alternative” di Margareth Thatcher e ancora più vera oggi nell’era di Chat GPT e dell’intelligenza artificiale che pretende di sostituire l’uomo in qualsiasi attività intellettuale, governo della società incluso.

Da questo punto di vista, è doveroso sottopporre a una seria decostruzione le conclusioni della scienza del clima, sicuramente molto impattanti sulle sorti dell’umanità: ma questo presuppone una conoscenza approfondita della tematica. Don Ferrante Today, invece, avalla con la sua autorevolezza di accademico la peggiore disinformazione, forse mosso anche dall’opportunismo politico che spinge tanti sovranisti (per ragioni che mi sono abbastanza ignote) ad abbracciare la causa del negazionismo climatico. E così compie la peggior azione possibile per un intellettuale: rinuncia al sacro dovere della ricerca della verità (anche e soprattutto quando è scomoda) per trasformarsi in demagogo che sfrutta il suo prestigio per blandire la pancia della gente.

Posso solo augurarmi che, messo di fronte a informazioni che contrastano con le sue opinioni consolidate, Don Ferrante Today si impegni nel necessario sforzo di verifica e ne tragga le dovute conseguenze. Così facendo, si comporterebbe alla Socrate e non più alla Don Ferrante. Del resto, per quelli come lui la disonestà intellettuale non solo non è un’opzione, ma rappresenta un vero e proprio crimine.

Immagine in evidenza: il personaggio manzoniano di Don Ferrante in una raffigurazione di Francesco Gonin

 

E’ uscito ‘La caduta del Leviatano. Collasso del capitalismo e destino dell’umanità‘, libro scritto da Jacopo Simonetta e Igor Giussani.

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