La guerra in Ucraina? Poteva finire in un mese. Ma Usa, Ue e Boris Johnson sabotarono tutto, così titola un articolo di Salvatore Cannavò sul Fatto Quotidiano. Fonte di riferimento l’articolo The Talks That Could Have Ended the War in Ukrained pubblicato su Foreign Affairs, basato sui documenti dei colloqui intercorsi tra Ucraina e Russia nei primissimi mesi successivi all’invasione. Ho consultato personalmente l’articolo della rivista americana al fine di comprenderlo e verificare quanto il messaggio di fondo fosse stato rispecchiato dalla testata italiana, ed ho scoperto cose molte interessanti.
Innanzitutto, i tentativi di pace si sono basati su presupposti esattamente contrari agli accordi di Minsk: mentre questi precisavano meticolosamente le misure da intraprendere per terminare il conflitto tra governo di Kiev e ribelli del Donbass, le bozze di pace tra Ucraina e Russia vertevano quasi esclusivamente sulle condizioni da attuare a guerra già finita. Forse consapevoli dell’esito negativo del precedente trattato (fallito sostanzialmente per la riluttanza ucraina a concedere autonomie consistenti al Donbass e per il rifiuto russo di disarmare i miliziani e ripristinare il controllo di Kiev su tutta la nazione), si è preferito inaugurare il negoziato mettendo il carro davanti ai buoi.
Gli sforzi diplomatici, condotti in Bielorussia, in Turchia e in teleconferenza, sono culminati il 15 aprile 2022 con una bozza che, pur essendo recepita da entrambe le parti nei punti fondamentali, presentava comunque profonde divergenze nel merito di ciascuno di essi: in particolare, riguardo alle dimensioni massime consentite alle forze armate dell’Ucraina e al suo status internazionale. Essa sarebbe divenuta una nazione permanentemente neutrale, non nucleare e impegnata a non ospitare truppe straniere sul suo territorio; in cambio, avrebbe goduto di un dispositivo internazionale di protezione in caso di attacco. E’ su questo punto che le divisioni si sono fatte insormontabili.
Nel 1994, con il Memorandum di Budapest gli ucraini hanno restituito alla Russia tutte le testate atomiche ex sovietiche in loro possesso, in cambio dell’assicurazione di Mosca a garantire l’integrità territoriale dell’Ucraina: dopo la palese violazione dell’accordo, agli ucraini ovviamente non bastavano più assicurazioni sulla parola. Dopo aver proposto una serie di stati garanti (oltre ai paesi membri del consiglio di sicurezza dell’ONU – quindi anche la Russia – Canada, Germania, Israele, Italia, Polonia e Turchia), gli ucraini hanno premuto sul diritto di ogni singola nazione di intervenire in loro difesa, mentre i russi hanno insistito per una decisione concordata tra tutti i garanti.
In sostanza, in caso di nuova invasione la Russia avrebbe potuto esercitare un diritto di veto e condurre tranquillamente l’offensiva contro un avversario sottoposto a demilitarizzazione forzata; una prospettiva chiaramente inaccettabile. Il problema della garanzia di sicurezza era fondamentale e, benché all’opinione pubblica filorussa piaccia dipingere il governo ucraino come fantoccio agli ordini di Washington, gli USA non sono stati consultati sulla proposta di bozza finale, benché prevedesse importanti oneri a loro carico. Senza un accordo risolutore, i negoziati sono falliti e il conflitto è definitivamente deflagrato.
Foreign Affairs ricostruisce l’origine del sostegno militare occidentale a Kiev, a partire dalle dichiarazioni pubbliche dell’allora premier britannico Boris Johnson, in modo molto diverso dalle reciproche propagande, inneggianti alla ‘guerra per procura’ o alla ‘difesa della libertà occidentale’. Anziché invischiarsi in un accordo che avrebbe potuto costringerli a una guerra in prima persona contro la Russia, gli USA e i suoi partner hanno preferito un sostegno indiretto, in modo non dissimile da quanto fecero URSS e Cina con il Vietnam del Nord proprio contro gli USA.
Il tramonto dell’ipotesi di rapido ingresso dell’Ucraina nella NATO e le titubanze sulla fornitura di armi a lungo raggio e caccia F16 testimoniano il desiderio di non portare troppo ai ferri corti i rapporti con la Russia, forse anche per non rinsaldarne ulteriormente i legami con la Cina. L’atteggiamento occidentale all’insegna del motto “armiamoci e partite” può essere stato interpretato da Putin come il via libera per un cambio di strategia, volto non più a occupare Kiev e a rovesciarne il governo legittimo bensì ad annettere il Donbass alla federazione (ovviamente, l’opzione imperialista non era l’unica sul tavolo. Nessuno è mai costretto a conquiste militari).
In definitiva, i colloqui avvenuti nei primi due mesi successivi all’invasione sono stati davvero a un passo dal mettere la parola fine al conflitto se non fosse stato per il boicottaggio occidentale, come sostenuto da Cannavò e molti altri? L’opinione di Foreign Affairs (nonché la mia) è abbastanza scettica. Certo, non sono mancati segnali reciproci di buona volontà: gli ucraini non hanno interrotto le trattative neppure dopo la scoperta degli eccidi di Bucha e Irpin, mentre i russi hanno messo sul tavolo alcune proposte molto appetibili come consentire all’Ucraina di aderire alla UE o risolvere pacificamente le problematiche relative alla Crimea.
Tuttavia, si è sempre soprasseduto sulla spinosa quanto cruciale questione dei territori occupati dalle forze militari russe. Evidentemente, i negoziatori sapevano che discuterne avrebbe determinato uno stallo immediato e l’hanno procrastinata, pur trattandosi di un punto ineludibile per la pace. Qualsiasi bozza avrebbe dovuto poi ricevere l’approvazione finale di Putin e Zelensky, per nulla scontata trattandosi di una decisione altamente impattante sui rispettivi destini politici, di qui la necessità di uscirne da vincitori agli occhi dei connazionali. Se non altro, pur non riuscendo a fermare la guerra, i negoziati di due anni fa potrebbero almeno gettare le basi per nuove trattative? Foreign Affairs è possibilista, io meno.
Troppe cose sono cambiate: da una parte, USA ed Europa, al di là delle dichiarazioni di facciata, sono poco propense a spendersi ancora in favore di Kiev, soprattutto con i venti di guerra in corso in Medio Oriente. In patria la popolarità di Zelensky è calata drasticamente: il sindaco della capitale, l’ex campione di pugilato Vitali Klitschko, è una delle non poche voci autorevoli a chiedere un governo di unità nazionale. Il siluramento del generale Zaluzhny, ex comandante in capo delle forze armate, è sembrata una mossa disperata simile a quella di un presidente di una squadra di calcio in zona retrocessione che, non potendo cambiare l’intera rosa di giocatori, esonera l’allenatore nella speranza di dare una scossa all’ambiente e sovvertire l’andamento negativo.
Ma se Atene piange, Sparta non ride più di tanto. Incontestabilmente, la Russia si trova in una posizione di grande vantaggio e minaccia in estate di sfondare su tutto il fronte orientale. Tuttavia, ciò ha richiesto il varo di una vera e propria economia di guerra con tutti i rischi in termini di sostenibilità a breve e lungo termine, soprattutto a livello sociale. Il pericolo di implosione è elevatissimo, specialmente se la resistenza ucraina si rivelasse più tenace del previsto.
Non stupisce trovare sull’Economist, giornale decisamente anti-putiniano, previsioni infauste sulle sorti della Russia, ma sorprende quando a farle è un accademico dell’Università di Pechino, il professor Fen Yung. La Cina ha creato una potente partnership commerciale con Mosca e la sua reale neutralità nel conflitto ucraino è discutibile, ma forse in certi ambienti serpeggia un po’ di insofferenza per il protrarsi di una grave fonte di destabilizzazione globale poco consona agli interessi di lungo periodo del paese del dragone. Ma se tali preoccupazioni fossero recepite dal presidente Xi, quanto potrebbe influenzare le decisioni di Putin, apparentemente vittima di una vertigine da successo?
Dopo la morte di Navalny, la lista di proscrizione dei ‘fiancheggiatori dell’estremismo e del terrorismo’ si allunga sempre di più fino all’assurdo, includendo persino l’ex campione del mondo di scacchi Garry Kasparov, il sociologo marxista Boris Kagarlitsky e la regista Evgeniya Berkovich (a parte il primo, si trovano tutti in carcere), solo per citare alcuni dei nomi più noti. In questo clima impregnato di militarismo dove vige un regime quasi da dittatura conclamata, in cui il patriarca Kiril santifica la ‘operazione militare speciale’ quale crociata contro l’Occidente satanista e il vicepresidente Medvedev ostenta cartine dove l’Ucraina è quasi completamente inglobata nella Federazione Russa, Putin può davvero ‘permettersi’ di conquistare ‘solo’ alcuni oblast del Donbass?
Se fosse seriamente interessato alla pace, quale momento sarebbe migliore di questo, approfittando della posizione di forza sul campo di battaglia? Il mantra “i territori annessi non si toccano” blocca sul nascere qualsiasi serio processo negoziale, perché indice della volontà di accettare solo una resa quasi incondizionata. Tuttavia, giunti a questo punto, forse non ha più molto senso interrogarsi sulle reali intenzioni di Putin, essendo probabilmente succube di eventi da lui stesso innescati ma sui quali esercita oramai un controllo molto parziale. Con Prigozhin e la milizia mercernaria Wagner ha scherzato con il fuoco rischiando di rimanere seriamente scottato e non è detto che riuscirà sempre a schivare ogni ritorno di fiamma.
Secondo me mancano alcuni passaggi.
Il primo è che nessuno si aspettava che gli Ucraini combattessero come hanno fatto. Tutti, tanto a Est quanto ad Ovest, si aspettavano una resistenza simbolica, proforma, sicuramente tragica ma persa in partenza, un po’ come era successo in passato con l’Ungheria e la Cecoslovacchia.
Questo rende conto sia dell’insuccesso “russo” che del trascinamento dei piedi “occidentale”, cioè dell’invio di “non-lethal aid” e “umanitarian” ma per il resto ferraglia presa dalla discarica della Guerra Fredda.
Certo, si vuole evitare il confronto diretto con la “Russia” ma il problema è un altro, non avrebbe senso mettere in mano agli Ucraini delle armi che poi farebbero la stessa fine di quelle date al governo afgano e che nel giro di poco sono finite ai Talebani.
Fino a che gli diamo gli obici semoventi italiani che hanno cinquant’anni e sono tutte leve e volantini, scale graduate, non c’è problema, è tutta roba che si trova sul mercato dell’usato.
Quando invece gli si danno i sistemi radar, i sistemi antimissile, gli aerei, questi per loro natura non esistono in una forma “obsoleta” e quindi includono se non gli ultimissimi ritrovati, diciamo i penultimi e sarebbe un peccato, sopratutto perché il “reverse-engineering” non riguarderebbe solo la parte meccanica degli aggeggi ma anche tutti i modi con cui questi aggeggi comunicano e sono integrati con gli altri aggeggi della panoplia “occidentale”.
Non è facile smontare un F-16, che meccanicamente è roba degli Anni Settanta e rimontarlo togliendo tutte le “tecnologie sensibili” contemporanee.
Poi cosa ci metti, le valvole dei Settanta?
Il secondo passaggio che bisogna considerare è che a monte del calcolo sulle capacità economiche, industriali, demografiche, degli schieramenti, ci deve essere il calcolo morale.
La pericolosità degli autocrati non viene dai “milioni di baionette” di triste memoria e nemmeno dalle “wunder waffen” (tutte le armi sovietiche furono copiate dai progetti tedeschi) ma dal fatto che possono sterminare il loro stesso popolo mentre questo popolo li ringrazia.
In “Occidente” siamo “deboli” perché da decenni siamo condizionati al narcisismo per cui ognuno si crede il Dio del suo piccolo universo. Non siamo capaci delle minime rinunce e figurarsi se possiamo concepire l’idea che si vada a morire in guerra a milioni. Di più, non solo non crediamo più a niente, dato che siamo tutti Dio, ognuno è convinto di saperne più di tutti, vedi tutto il mondo “anti-sistema” che raccoglie cose e persone le più disperate, da Travaglio a Vauro passando per i MAGA e i “Jesus freak”. Tutta gente che “sa le cose” che il “sistema” nasconde o travisa.
Viceversa, la “forza” di Putin e degli altri nel suo “pseudo-asse-anti-occidentale” è che la popolazione che dominano e controllano è intimamente convinta che la vita non esista senza il “Fratello Maggiore” inviato da Dio e comunque che valga poco o nulla, quindi arriva ad un masochismo per noi inconcepibile e di fatto accoglie la morte come una liberazione.
I trogloditi sdentati che costituiscono il nerbo dell’esercito “russo” e finiscono prigionieri degli Ucraini raccontano di come l’arruolamento sia l’unico modo per guadagnare dei soldi, uscire dai debiti, farsi condonare anni di prigione e in generale acquisire un qualsiasi “status” privilegiato in un mondo dove la vita è solo dolore e sofferenza.
Il meccanismo con cui questa sofferenza viene “metabolizzata” come “normale” è quello di attribuire la colpa al “nemico esterno”, un Satana che complotta tutto il tempo e che solo il “Fratello Maggiore” può esorcizzare.
Quindi, oltre ad uscire dai debiti o dalla galera, lo sdentato cerca anche una specie di rivalsa e questo chiude il cerchio col vecchio “Proletariato” e la “Guerra di Classe”.
Lo “Occidente” che oggi è frocio, nazista, biolab prima era “capitalista” e se oggi manda le zanzare col virus a contaminare la purezza della “razza slava”, una volta affamava il “Proletariato”.
Chiudiamo un altro cerchio perché la propaganda non fatica molto a vendere il “Fratello Maggiore” come esorcista anche in “Occidente”, sia nella forma dello Spartaco che emancipa il “Terzo Mondo” dall’imperialismo, sia (somma ironia contraddittoria) in quello del “Difensore della Fede” contro la “modernità” frocia, nazista, biolab.
Circa gli “accordi” e i “trattati”, esiste una letteratura che contraddice il motto “pacta sunt servanda”, cioè dimostra che sono tutti carta straccia. Non credo valga la pena di arzigogolare.
Gli Ucraini non hanno consegnato le armi perché ingenui ma perché costretti dal bisogno e la loro speranza era di fare come tutti i Paesi dell’Est, cioè uscire dalla miseria sovietica e gradualmente raggiungere il “benessere” occidentale. Gli veniva detto che disfarsi delle armi sovietiche era “conditio sine qua non” e quindi non avevano scelta.
Tornando alla “morale”, è palese, tranne per Orsini, Travaglio, eccetera, che lo “Occidente” deve affermare se stesso attraverso la forza con cui attrae.
Se gli Ucraini o i Polacchi vogliono essere “Europei” e non vogliono essere “Russi”, questa è la condizione indispensabile perché lo “Occidente” esista.
Viceversa, nel momento in cui qualcuno dovesse essere escluso, a maggior ragione in Europa oppure se volessimo auto-distruggerci negando lo “Occidente” perché preferiamo il “Mondo Russo” (in quanto puro di froci, nazisti, biolab o capitalisti), cesseremmo di esistere, non avremmo più niente da fare e da dire.
Perché la “Terza Via”, che ancora somma ironia era parte della dottrina fascista, di fatto non è mai esistita e oggi non può fisicamente esistere.
Per la verità il mondo russo è pieno di capitalisti. Sarà cambiato qualcosa con l’invasione in Ucraina e la necessità di alzare il gettito, ma fino a poco tempo erano applicati provvedimenti ultraliberisti come flat tax e nessuna tassa di successione. Su certe cose direi anzi che la Russia è più capitalista degli stessi USA
Oddio… in questi ultimi anni hanno inseguito il sogno occidentale e hanno avuto anche la loro F1, Mosca fashon week, ecc. Sicuramente si tratta di una tendenza che c’è, ma che non so fin quanto durerà, soprattutto se la spesa per il conflitto dovesse farsi ancora più ingente.
Tieni conto che Orsini è un professore universitario, anche se non statale (della LUISS). Oggi i professori universitari sono prima dei burocrati che dei ricercatori…
I “capitalisti” in “Russia” c’erano anche al tempo dell’URSS solo che ci arrivavano passando dagli incarichi ai vertici del Partito, sia su scala locale che generale. I riccastri “russi”odierni discendono dai funzionari che al collasso dell’URSS riuscirno ad intestarsi gli “asset” per usare un neologismo che ogni tanto mi duole nella versione italica di “assetti”. C’erano fabbriche di yougurt in URSS, c’erano fabbriche di apparecchi radio, c’erano fabbriche di armi (molte e grandi) e sopratutto c’era tutta l’industria dell’estrazione mineraria e dei combustibili, che ancora oggi è il grosso.
Addiveniamo quindi ad una delle falle banali del “marxismo”, cioè il fatto che una volta realizzata la collettivizzazione, nessuno dice chi deve decidere quando si apre il cancello, quanto e come si lavora, quanto e come si preleva e si consegna.
In assenza di istruzioni, il Partito si assunse tanto il ruolo del tutore morale dei “lavoratori” immaturi che il ruolo del Padrone della Ferriera.
Il Partito scelse di ingrassare i funzionari e tenere i “lavoratori” a stecchetto, perché non aveva motivo di fare altro.
Esaurito l’URSS, i funzionari diventano “oligarchi”, trasferiscono famiglie e mignotte in “Occidente” e semplicemente ignorano gli ex-lavoratori perché non gli servono, tolti quelli che fanno funzionare le miniere e le pompe. Quello che succede nelle sterminate campagne della “Russia” non interessa a nessuno.
Se non che Putin per qualche motivo non ci sta ad ammettere che la Russia è di fatto irrilevante nel contesto della “globalizzazione”, se non come posto dove ci sono miniere e pozzi. Allora mette in scena l’ennesimo “Reich”, tanto ha milioni di straccioni di cui non importa a nessuno, comprese le loro moglie e mamme che non vedono l’ora di levarsi l’alcolizzato dalle scatole.
Tutta questa manfrina non c’entra niente con Soros, che magari ci vorrà tutti froci con dentro i nanobot ma non ha nessun bisogno di invadere coi carri armati.
Invece c’entra col fatto che Putin per motivi suoi non accetta la subordinazione di fatto della “Russia”, tanto allo “Occidente” che allo “Oriente”. Ha preso una scusa qualsiasi per dare dimostrazione di forza, miseramente fallita.
Infatti ha dimostrato che la Russia non è un avversario della NATO, che è immensamente superiore da qualsiasi punto di vista tranne per i milioni di straccioni sacrificabili e ha anche convinto tutti che la NATO è indispensabile, mentre post-muro si pensava di smantellarla. La Svezia era neutrale da sempre e ora non più. Metti che sia stato Soros anche in Svezia, certo Putin gli ha dato una bella mano, il genio della geopolitica.
Lo sa anche lui ma non gli importa. L’alternativa di Putin era andare finalmente a giocare a bocce coi pensionati ma gli è venuto il complesso del “messia”.
Venendo ad Orsini.
Sarò banale ma uno dei fondamenti dello “Occidente” è la libertà di espressione, quindi Orsini deve potere dire qualsiasi cosa, fino a che non arriva alla diffamazione personale. Altrimenti non ci sarebbe differenza tra “Occidente” e la Cina dove un magistrato di provincia di fa portare in un campo e sparare in testa oppure la “Russia” dove un funzionari solerte, per compiacere il Leader Supremo, ti manda a morire in un campo di prigionia nell’Artico.
Non entro nel merito delle cose che dice, ovviamente le trovo surreali, a partire dal fatto che, forte della sue qualifiche e “scienza”, affermava che la guerra era finita due anni fa.
Mi domanderei come è arrivato all’incarico di professore universitario e chi l’ha deciso. Però tutto sommato è abbastanza irrilevante nel “grande schema delle cose”, vista l’Accademia italiana.
Invece la cosa che mi urta è che Orsini era del tutto ignoto fino a che un direttore e un comitato di redazione non l’hanno messo in televisione a spiegarci il mondo.
Qui veniamo alle ragioni di esistere di certi programmi televisivi e delle ragioni per cui dipendono da certi direttori e certe redazioni.
Come ho detto, è ovvio che se Orsini stampasse dei volantini col ciclostile come si faceva ai miei tempi e li distribuisse in piazza, non dovrebbe essere molestato dalla Polizia come avviene in certi “paradisi”. Non dovrebbe nemmeno essere assalito da qualche “militante” come purtroppo capita di continuo, con la scusa che “sono ragazzi”.
Qui però funziona alla rovescia, si crea e si mantiene uno strumento di controllo delle masse e con questo strumento si creano dei “personaggi” che servono come catalizzatore di propaganda. Non descrivono i fenomeni fisici, sono profeti e sacerdoti di una metafisica, di una fede.
Delle due l’una.
Dipende da un gretto calcolo economico, cioè si studia il mercato e si vede che ci sono tot milioni di “anti-NATO, pro-Russia, orfani dell’URSS, MAGA, NoVax, Scientology, Terrapiattisti”, che ne so e quindi si confezione e si vende il prodotto su misura. Esempio ovvio, il tristemente famoso “Blog di Beppe Grillo” seguente consulenza della agenzia di Casaleggio.
Oppure dipende dalla volontà esplicita di determinare ed ampliare la platea degli “anti-NATO, pro-Russia”, orfani, MAGA, NoVax, ecc” e allora cui prodest, cioè chi tira le fila e perché? Ripeto, non discuto nel merito le tesi di Orsini e non voglio sapere perché le sostiene. Quello che invece vorrei sapere è perché Orsini viene creato come personaggio “mediatico”, da chi e per quale ragione.
Poi potrei ricordare che fu tale D’Alema a mandare i bombardieri italiani sulla Serbia e il contraltare fu il Craxi che a Sigonella rifiuta di consegnare i terroristi palestinesi agli Americani, l’ambiguità “DC-andreottiana” nella politica estera ma apriremmo un altro discorso “senno di poi” inutile in questa sede. Segreti di Stato, stragi, andare e venire di valigie e persone. La storia di Orsini mi sembra molto più semplice, a voler guardare. Epperò…
Piccola aggiunta sul concetto di “pace”.
Mi ha un po’ colpito lo Orsini quando diceva qualcosa come “si vive bene anche da schiavi” o “meglio uno schiavo vivo che un morto”.
Mi ricollego al discorso precedente su come i trogloditi sdentati accolgano la morte come una liberazione da una vita di dolore e sofferenza.
A me pare che la idea di “pace” collegata a quella di “schiavo” sia tipica di chi pensa che lo “schiavo” sia qualcosa di simile ad un impiegato statale italiano.
Cioè “pace” come “assenza di dolore”, atarassia.
Idea palesemente in contraddizione con lo stato delle cose dove la “pace” sarebbe invece dolore e sofferenza, tanto che si cerca la morte per uscirne.
Orsini fa il discorso di uno che si sveglia dal pisolino e dice che a letto si sta bene, proponendo di stare tutti a letto e senza considerare come vive uno che è paralizzato e che è costretto a starci tutto il tempo senza potersi muovere e arriva al suicidio.
A questo punto ci si potrebbe domandare perché il troglodita sdentato cerca la morte e non pensa che, perso per perso, potrebbe ribellarsi.
La spiegazione è che la “cultura” secolare o millenaria dei trogloditi sdentati non conosce ribellioni che hanno portato del bene, conosce solo passaggi di maggiore o minore sofferenza e dolore.
Segue il Fratello Maggiore invece di ribellarsi perché convinto che sia il percorso di minore sofferenza e dolore, non concepisce nemmeno che ci sia dell’altro nell’Universo.
Perché la “Russia” purtroppo non è Europa.
Ovviamente nemmeno la Cina o l’Iran.
In Ucraina si stanno confrontando non solo gli imperialismi (anglo-)statunitense e russo, ma anche visioni ideologiche, filosofiche, politiche, antitetiche.
In quella terra ha rimestato la feccia oscura “occidentale”, Soros, le fabbriche di bambini prodotte da fattrici umane da vendere a riccastri “occidentali”, etc. . Poi le bombe a depressione sganciate dai russi, i missili e la artiglieria dei nipoti di coloro, comunisti russi, che, non avendo sterminato abbastanza contadini russi, decisero, colla “grande fame” di sterminarne milioni anche di ucraini (contadini è pleonastico, considerato che si trattava di società preindustriale, agraria, appunto).
In mezzo, gli Ucraini, carne da macello.
I grandi problemi hanno sempre molteplici cause, molto difficile pensare ne esista una principale.
Anche se comprendo la volontà degli Ucraini di gettarsi nell’impero SUA per sfuggire alle “attenzioni”russe, probabilmente è stato fatto in malo modo.
L’Austria rimase neutrale per decenni, dopo il 2o conflitto mondiale e questo le consentì di tornare alla prosperità e di continuare ad essere una nazione con grande civismo.
Troppi interessi confliggenti, troppi portatori di interessi: si rischia di passare al logoramento, continua la carneficina di giovani ucraini e russi, poracci.
La mia intuizione, da sempre, è che la anglosfera punti proprio sul logoramento della Russia usando questo conflitto. Una volta logorato la Russia credono di poter passare alla Cina.
Solo che logoramento è anche… preparazione / rafforzamento: il rischio è certezza che la Federazione Russa metta a punto e migliori i propri industria bellica e apparato militare.
Fino a un certo punto, concordo che Guido Dalla Casa che più che altro sono due ‘occidenti’ con la medesima struttura interna e di cui cambi solo la sovrastruttura esteriore.
Delirio.
Se trasferissi il tuo commento in Italia, il Risorgimento sarebbe il confronto tra due imperialismi, quello austro-ungarico e quello francese, con gli italiani a fare da carne da cannone. Perché, non so se a scuola, oltre ad avere perso le lezioni sul congiuntivo, hai perso anche quelle sulle Guerre di Indipendenza ma per ottenere il Lombardo-Veneto i Savoia dovettero cedere a Napoleone III (se ricordo bene perché sono vecchio) Nizza e la Savoia, allora italiane. Che, tornando al tuo commento, sarebbe come se l’Ucraina cedesse Odessa agli “Anglosassoni”.
Ritorno a quanto scritto a monte.
Lo “Occidente” è oppure non è.
Inutile fare piagnistei, è vero, siamo una provincia dell’egemonia USA, epperò gli USA sono una “nostra” emanazione, almeno lo erano fino a poco fa, tanto etnicamente che culturalmente. Questo rende conto del fatto che la egemonia USA è ben diversa quando consideriamo l’Europa e quando consideriamo il “resto del mondo”.
La egemonia “europea” dei vecchi imperi coloniali è implosa come capita a tutte le civiltà che nascono, crescono, decadono e muoiono.
Possiamo metterla in un’altra prospettiva, tipo “Graecia capta, ferum victorem cepit”, cioè l’aforisma che si rifà alla conquista della Grecia da parte dei Romani che furono spietati come sempre ma nello stesso tempo cercarono poi di assimilarsi agli Elleni, vedi la storia della “eneide” in cui i Romani discendono dai profughi troiani mescolatisi coi Latini, vedi l’aristocrazia romana che aveva precettori greci e parlava greco come “lingua colta”.
Negli USA si parla inglese e spagnolo, due lingue europee e alla fine è qui che vengono per farsi insegnare a vivere.
Detto questo, non esiste di fatto la Terza Via, possiamo stare di qua o di la. Però stare di la significherebbe non-esitere. Che è la ragione per cui i “Baltici” e gli “Est-Europei” non vogliono a nessun costo stare di la.
> come se l’Ucraina cedesse Odessa agli “Anglosassoni”.
L’adesione alla NATO consisterebbe nel creare varie basi statunitensi in Ucraina.
È la versione 2024 del cedere la sovranità che in, primis,è militare. Agli SUA non frega alcunché governare Odessa, solo costi e grane: ci metterebbero una base e per sempre.
Lo stesso motivo per cui ad Aviano Ghedi, Sigonella, ci sono forze militari statunitensi sulle quali l’Italia non ha alcun controllo. Idem in Germania. Siamo prossimi agli ottant’anni.
Egemonia SUA morbida? Solo fintanto che Italia, Germania, etc. staranno “cagati”.
Non so nemmeno da dove cominciare per sciogliere questo nodo gordiano di pensierini semplici ma mescolati a caso tra loro.
Primo, la NATO è una organizzazione che coordina gli Eserciti dei Paesi membri, non ha nessun potere politico di perse. Ovviamente il peso degli USA tanto dentro la NATO che fuori è quello che è. Non sarebbe diverso se la NATO non esistesse, sarebbe uguale, perché gli USA spendono come tutto il resto del mondo messo insieme nell’industria militare e questo ha delle ricadute sia quantitative che qualitative. Stiamo scrivendo dentro un software USA che gira dentro una infrastruttura USA dentro una rete di comunicazione realizzata con protocolli USA, tutte cose che hanno una derivazione militare.
Secondo, non si capisce che interesse avrebbero gli USA nel collocare “varie” (quante, due, venti, duecento?) basi in Ucraina, quando ne hanno già diverse in giro per l’Europa. L’unico motivo per esporre i propri uomini e mezzi all’eventuale tiro nemico è “altruistico”, nel senso che mettere una base USA significa garantire al Paese ospitante che se aggredito gli USA sarebbero immediatamente coinvolti e senza la possibilità di traccheggiare come stanno facendo in questi giorni.
La “sovranità militare” è un concetto abbastanza stupidotto. Non hai nessuna sovranità se debole e chiunque ti può sconfiggere. Non basta chiacchierare, bisogna fare. Ripeto, la sovranità presuppone la forza di imporsi coi propri mezzi. Facciamo il caso dell’Italia. Tu e tuo figlio non avete fatto il militare. Non dico qualche mese di addestramento base, intendo tre anni di servizio di leva e un paio di decenni nella riserva, che è come fanno in Israele, per le centesima volta, proprio a seguito della necessità di essere “sovrani” e di usare lo strumento militare invece di cianciare di “pace”.
Le “forze militari statunitensi” come pomposamente scrivi non sono in Italia su invito, come succede, che ne so, in Estonia o in Romania. Ci sono perché ci hanno invasi e mia mamma bambina li guardava passare e buttare le caramelle e la cioccolata dai camion. Ci ricolleghiamo al discorso sulla “sovranità”, nessuno ti impedisce di dichiarare guerra alle “giudo-plutocrazie-massoniche” ma devi fare bene i tuoi conti. Il risultato della “sovranità” pensata da gente che non ha fatto il militare e/o da dittatorelli narcisisti con attorno generaloni leccaculo conduce facilmente a dure sconfitte. Senza tirare in ballo teste pelate e baffetti, pensiamo alla faccenda delle isole Falkland o Malvinas. All’epoca l’Argentina aveva come presidente il Generale Galtieri e questi decise di fare come Putin e trovare il “satana straniero” che spiegasse agli straccioni le ragioni della vita miserabile. Gli Argentini occuparono facilmente l’isola e poi aspettarono che arrivasse la forza di spedizione britannica, che ovviamente si giovava anche della ricognizione satellitare USA e presumibilmente anche di quella subacquea e in generale della CIA. La forza di spedizione arriva, gli Argentini combattono, affondano qualche nave ma il calcolo aritmetico delle forze in campo determinò meccanicamente il risultato. Un calcolo che si poteva e si doveva fare prima di fare sfoggio di “sovranità” per poi farselo mettere nel didietro.
Anche in quel caso i generaloni non fecero un conto aritmetico ma giocarono d’azzardo con il presupposto di avere a che fare con una “democrazia” giudo-pluto-rammollita. Come se un Orsini inglese avesse detto “Galtieri ci ha sconfitto” e “i bambini delle Falkland sono felici anche se argentini” il primo giorno di occupazione delle isole e allora i Britannici avrebbero detto come il Santo Padre “alziamo bandiera bianca per dialogare”.
Riguardo il “controllo” sulle “forze statunitensi”, funziona esattamente alla rovescia. L’idea stessa della NATO prende il via dalla certezza che il Patto di Varsavia avrebbe invaso l’Europa occidentale. Dato che la “sovranità” di Italia e Germania avrebbe automaticamente implicato la loro sconfitta, invasione ed annessione alla “Fratellanza del Proletariato”, l’unica speranza di affidarsi alle forze americane stanziate in Europa e all’arrivo di rinforzi (via nave, date le quantità in gioco). Forse non è chiaro, gli Eserciti Tedesco ed Italiano non si addestravano per invadere un altro Paese ma per essere sterminati dal primo all’ultimo nel disperato tentativo di contenere le divisioni “comuniste” ed evitare che si dovesse cedere terreno che poi si sarebbe dovuto bombardare e farne un deserto. Tanto l’Esercito tedesco che italiano avrebbero chiesto munizionamento nucleare dai depositi americani e avrebbero tirato sul proprio territorio. Invertendo il ragionamento, è chiaro che gli USA non danno a nessuno i loro aggeggi senza averne il controllo. Se poi fossero in guerra con gli “alleati” di sicuro non darebbero il comando di propri reparti ad altri. Da cui, se tu chiedi aiuto a qualcuno, automaticamente rinunci alla “sovranità”, non gli puoi anche dire come ti deve aiutare.
Non ho detto che l’egemonia usa è “morbida” ma che gli USA fino ad oggi erano una emanazione dell’Europa. Quello che ci torna indietro dagli USA è quello che noi gli mandiamo o gli abbiamo mandato. Una egemonia “russa” o “cinese” sarebbero come una invasione degli alieni, dato che si parla di Asia e di una cultura (includendo tutto) del tutto diversa.
L’ucraino è assai vicino al russo: ciò non impedisce un’inimicizia di lungo tempo e il conflitto in corso.
Il fatto che gli Austroungarici fossero di lingue europee penso non portò alcuna mitigazione a tensioni e anelito dei risorgimentisti (nell’accezione di agenti/pensatori non di studiosi del Risorgimento) Italiani.
Baloccarsi col fatto che gli invasori imperialisti parlino una lingua affine è un esercizio retorico lenitivo.
Un po’ come dire agli Ucraini: beh, i Russi hanno quasi i vostri lingua cultura, religione, usi, …
Orsetto, l’ucraino nel lessico è più vicino al polacco che al russo, casomai gli Ucraini sono stati obbligati a parlare russo e a disconoscere la propria lingua come in Italia con le lingue locali all’atto della Unificazione o in Irlanda a seguito della colonizzazione inglese.
Ancora, non capisco perché agli Irlandesi si deve riconoscere il diritto ad essere Popolo e Nazione, ad insegnare il gaelico nelle scuole, seppure ormai, dopo secoli, l’inglese l’ha soppiantato definitivamente.
Non capisco perché le camicie rosse garibaldine erano giovani poeti
scanzonati e mossi da amor di Patria, l’IRA era un “esercito popolare di liberazione” mentre AZOV sono nazi-froci-biolab.
Faccio la fatica immane di non scrivere quello che penso.
Tornando agli USA, se si parla inglese e spagnolo, dimenticavo il francese, è perché la popolazione originaria degli USA veniva dall’Europa e ci ha portato le cose e le idee di casa propria, nel bene e nel male. Tutti gli eventi accaduti negli USA hanno origine in Europa e, ancora, quello che ci torna indietro parte da qui. Compresa la famosa “democrazia”, concetto IGNOTO in Asia, quindi è inutile anche andarglielo a dire.
Quando ho visto il titolo del Fatto Quotidiano mi sono andata anch’io a leggere l’articolo originale; avendo riscontrato la totale disonestà del Fatto nel presentare la questione in quei termini, ho avuto la conferma finale di qualcosa che sospettavo da tempo: neanche questo è un giornale che si può sostenere. Ha molti meriti, ma alla fine è troppo disonesto. L’ho capito da come hanno difeso sempre e comunque i Cinque Stelle e persino la porcata del bonus edilizio, e dalla propaganda assurda che hanno fatto sulla guerra in Ucraina.
A questo punto non so più chi leggere!
Per la guerra in Ucraina consiglio Youtube nei canali:
– Zolkin, ex poliziotto incarcerato per boh non ho capito, ora giornalista, intervista i prigionieri di guerra “russi” e a volte ucraini “collaborazionisti”. (abilitare la traduzione di Youtube coi sottotitoli).
– Russian Media Monitor, traduce in inglese degli estratti dei programmi della TV di Stato “russa”, in particolare i “talk show”.
– UATV, canale ucraino in Inglese, chiaramente un tantino di propaganda.
– Jake Broe, il punto di vista di un veterano americano – democratico.
– Professor Gerdes Explains, il punto di vista di un professore americano – repubblicano – reganiano (non MAGA).
– Avvocato Catania, un avvocato italiano credo in orbita Forza Italia, geopolitica spiegata male e terra terra ma a qualcuno può servire.
– Sono anche istruttivi i canali di AZOV e della sua emanazione III Brigata, fanno un po’ “Starship Troopers” ma serve per collocare noi e loro nel tempo e nello spazio. (attivare sottotitoli)
– Lviv Media, canale generale ucraino. (attivare sottotitoli)
– Sternenko, un tale accusato di omicidio per avere accoltellato a morte un tizio che insieme ad altri l’aveva aggredito, dopo un certo numero di altre aggressioni, durante la fase “maidan” in cui si affrontavano gli anti-russi e i pro-russi. Credo lui sia laureato in Legge e il processo ancora in corso. (attivare sottotitoli)
– Anna from Ukraine, professoressa di lingue, varie attività mediatiche, tiene un diario in inglese dal primo giorno di guerra e commenta l’attualità dal suo punto di vista.
– Parabellum, a me non piace ma potrebbe essere interessante, dibattiti sulla attualità ucraina in italiano, vari ospiti.
Poi se volete farvi del male ci sono i canali di:
– Orsini
– Dibba
– Lilin (sedicente ex spetznaz “russo”, ora scrittore e credo cittadinanza italiana)
Si citano l’un l’altro.
Non so se Travaglio abbia un canale Youtube ma sicuramente ce l’ha il Fatto Quotidiano.
Ci sono tante anime, Cannavò ed un ex giornalista di Liberazione ed è stato nel gruppo dirigente di Rifondazione. Comunque anche molti influencer abbastanza pro-Russia, come Zhok, parlano di ‘prova provata’ che la pace a un passo sia stata boicottata dall’occidente un attimo prima della firma.
Sì ma a me la gente che mente o perché non sa leggere o perché è in malafede dà molto fastidio.
Gaia, ometti la vera ragione per cui si mente, cioè che si ottiene un vantaggio, un guadagno, ingannando gli altri.
Dato che sono milioni quelli convinti di “sapere le cose” contro i complotti del “sistema”, esiste un mercato ed un giro di soldi. Il giro di soldi crea “posizioni professionali” che possono essere occupate da chi si presta. Più ovviamente l’opzione che chi fa propaganda sia stipendiato dai “gruppi di interesse” che beneficiano di questa propaganda.
Il fastidio dovresti provarlo davanti alla constatazione che la maggior parte degli Italiani sono diseducati in modo da non avere capacità di pensiero autonomo e quindi possono solo scegliere a quale parrocchia associarsi.
Mi fa un po’ ridere dire che la vera colpa della “Russia” (notare le virgolette, perché la Russia è una idea astratta che coincide con il “Mondo Russo”, una specie di “koine” ideale che NON ESISTE, come si vede facilmente dalla composizione etnica, linguistica e religiosa dei contingenti mandati in Ucraina) sia quello di avere abbandonato il Comunismo per diventare “capitalista” e quindi “un altro Occidente”.
Nel mentre Putin fa le rievocazioni storiche a forza di aquile bicefale zariste e simboli inventati tipo le “Z”, tutta una iconografia che, ancora somma ironia, fa tanto Germania degli Anni Trenta.
E niente, la “sinistra” è una malattia mentale.
Ripeto ancora, perché qui la gente ha la memoria corta.
Gli Ucraini non hanno fatto niente di diverso da altri Popoli dell’Est, citavo le rivolte dell’Ungheria e della Cecoslovacchia, che in Italia il PCI risolveva esattamente come oggi i nostri scemi con il “complotto frocio nazista biolab” Soros eccetera e benediva i carri armati sovietici che intervenivano a difendere e proteggere i “lavoratori” o la Classe Operaia.
La differenza questa volta è che gli Ucraini prima della guerra erano un quaranta milioni che sono tanti e poi l’Ucraina confina direttamente con la NATO mentre l’Ungheria e la Cecoslovacchia erano tagliate fuori dalla “cortina di ferro”. Niente vieta ai Paesi confinanti l’Ucraina di favorire il passaggio di cose e persone. I “Russi” devono prelevare i trogloditi sdentati dalla Siberia, non hanno più la possibilità di prelevare soldati e mezzi da sudditi-servi-schiavi del “Patto di Varsavia”.
Ci sono due ragioni per cui un polacco non vuole essere suddito-servo-schiavo dei Russi nel Mondo Russo. Una è prosaica, non gli va di vivere come un miserabile. L’altra è che la “Russia” non è in Europa ma in Asia e quindi essere “Russi” significa rinunciare a tutto quello che significa “Europa”. E’ un problema di identità, lingua, cultura, morale.
Torniamo sempre al Barbero che ci racconta a suo modo le Guerre Persiane dove i buoni sono i Persiani dell’impero multietnico e tollerante e i cattivi sono gli Elleni xenofobi, arrivando a descrivere come “gentili e umane” le frecce persiane che feriscono da lontano e “fascisti e disumani” gli scudi e le corazze degli Elleni che uccidono corpo a corpo. I danni che ha fatto la “sinistra” richiederanno generazioni, secoli, per essere rimediati, se mai sarà possibile.
Se ti riferisci a me, non ho mai parlato di nessuna colpa russa nell’abbandono del comunismo, anch’esso basato su idee molto ‘occidentali’ (progresso, sviluppo, ecc). Dico solo che per certi aspetti la federazione russa è ancora più capitalista degli stessi USA.
La parola “capitalista – capitalismo” ha tutti i significati e nessuno, quindi dire che la “Federazione Russa” è “più capitalista” non significa niente.
Come tante altre cose della nostra quotidianità è una parola introdotta nella sua connotazione negativa associata allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo dal “socialismo” ottocentesco per essere poi mutuata dal Comunismo che egemonizzò la cosiddetta “sinistra” e siccome la “cultura” fu colonizzata dai Comunisti in omaggio alla teoria gramsciana, adesso tu dici “capitalismo” aspettandoti che io condivida la tua convenzione, mentre ovviamente, siccome non voglio farmi dire cosa devo pensare e come lo devo dire dai “compagni”, riducendomi a parodia, la rigetto.
D’altra parte se gli Ebrei aspettano da molti secoli l’avvento del Messia, i Marxisti aspettano da dugentanni che il “Capitalismo” (o Metodo di Produzione Capitalistico) collassi per lasciare il posto all’inevitabile avvento del Comunismo.
Non so, forse sarebbe divertente e melanconico insieme chiedere ad un residuato dell’Epoca d’Oro, per esempio quel Tony Negri che si metteva la tuta da operaio per partecipare agli scioperi e poi leggeva ai compagni il Capitale e segue dibattito.
Banalmente, dovrebbe significare che i “mezzi di produzione” possono essere posseduti, vedi alla voce “proprietà” da soggetti privati, da cui “proprietà privata”. Che non a caso in genere nella “sinistra” è sinonimo di “criminale”. Se non che, ripercorrendo la Storia, è la condizione normale delle società umane dalla notte dei tempi.
La “Federazione Russa” è un impero coloniale che drena le risorse delle “Repubbliche” e che si fonda sulla egemonia dell’etnia slava su decine di altre, cancellandone la cultura e la lingua, per cui, nel caso nostro, si afferma che l’Ucraina non esiste.
Che sia “capitalista” è già un miglioramento, perché prima formalmente era “socialista”, cosa che semplicemente deresponsabilizzava i gerarchi quando ammazzavano milioni, perché lo facevano nel nome del “Proletariato”.
Ah, scusate se sono insistente, tornando al “Fatto” e tutta la galassia degli “ah – ah, ve lo dicevo io…”
L’altro giorno guardavo allibito Travaglio che discettava di come la “Russia” avesse “sconfitto” la NATO.
A parte che se fosse vero non capisco cosa abbia da gongolare Travaglio, a meno che non abbia fatto come Steven Seagal e abbia chiesto la cittadinanza a Putin (Seagal se ricordo bene ha degli antenati immigrati “russi”).
Non mi capacito di come il pubblico beva certe cose senza la minima capacità di fare due più due.
Lasciamo da parte le considerazioni meramente quantitative, cioè il confronto tra le popolazioni dei Paesi NATO e della “Russia”, il confronto tra i rispettivi PIL, il confronto tra le capacità tecnologiche ed industriali, oltre tutti gli altri parametri come le flotte mercantili e le infrastrutture che muovono cose, idee e persone.
Guardiamo i tecnicismi.
Se la NATO dovesse, Dio non voglia, dare seguito ai piani per una guerra convenzionale con la “Russia”, la prima cosa che succederebbe è una pioggia di missili da crociera lanciati da terra, dal mare, dai bombardieri “invisibili” per i bersagli più ostici. Dopo i missili comincerebbero i bombardamenti aerei, prima con bombe “intelligenti” e poi a tappeto con le bombe tradizionali. Andrebbero avanti per giorni. La “Russia” l’ha sempre saputo e per questo ha investito in una rete di difesa anti-aerea che è l’immagine speculare dell’addestramento SEAD a cui si sottopongono i piloti NATO per appunto sopprimere le difese anti-aeree. Questa è sempre stata la dottrina USA e di conseguenza NATO. La premessa fondamentale che ovviamente manca del tutto in Ucraina, perché l’Ucraina non ha mai avuto la capacità di fare incursioni sul territorio “russo” e perché la NATO non ha voluto dargliele.
Quindi, riassumendo, la NATO è sconfitta in una guerra in cui non ha voluto mettere in campo le primissime armi che avrebbe usato se avesse voluto combattere la guerra.
Di converso, la dottrina NATO della Guerra Fredda (che considerava le capacità del Patto di Varsavia e non della “Russia”) prevedeva di dovere contenere l’avanzata di grandi formazioni corazzate e meccanizzate, in qualche maniera replicando il Fronte Orientale dal punto di vista dei Tedeschi durante l’Ultima Guerra (ironia, ancora). Gli Ucraini, pur senza copertura area e con molti meno mezzi, hanno dimostrato che le colonne corazzate “russe” sono una minaccia molto soprastimata, sia per la incapacità “russa” di sostenere la logistica, sia per la vulnerabilità dei convogli che si inoltrano alla cieca in territorio ostile.
La supposta “sconfitta NATO” secondo il “Fatto” dovrebbe essere determinata dalla combinazione di uso indiscriminato di artiglieria e assalti di fanteria frontali che col tempo logorano gli Ucraini, dato che i “Russi” hanno i citati milioni di straccioni sacrificabili. Un po’ come gli attacchi italiani durante la Grande Guerra che finirono per logorare gli Austriaci, solo perché questi avevano meno soldati e meno grano.
Non è la “sconfitta” ma l’esito previsto, non solo della decisione di non dare seguito alla dottrina NATO e quindi non fornire all’Ucraina capacità di colpire in profondità nel territorio “russo” ma anche della riduzione o addirittura interruzione del rifornimento di munizioni, in una situazione in cui l’Ucraina ha una accozzaglia incredibile di armi che usano tutti i calibri “sovietici” e tutti i calibri NATO che sono mai esistiti ma non ha ne scorte ne capacità di produzione proprie, quindi ovviamente dipende dall’estero.
Ancora, quando si parla di “complotto” anti-“russo”, i Paesi NATO non hanno scorte di munizioni perché, come detto, post-muro sembrava che dovessimo smantellare la NATO e che una guerra convenzionale non si sarebbe mai più combattuta, quindi ci si attrezzava per le “operazioni di pace” e le “guerre asimmetriche”. l’Italia non ha ne cannoni ne proiettili da dare all’Ucraina, non perché siamo stati “sconfitti” da Putin ma perché non ci aspettavamo una guerra.
Riguardo la produzione, da una parte ci vuole tempo, costa tanti soldi e dall’altra bisogna convincere la “opinione pubblica” che per decenni è stata condizionata alle fanfaluche sulla “pace” oppure alla idea della “guerra pulita” che si combatte lontano dagli occhi, con sistemi automatici che sembrano un videogioco.
Ed eccoci alle varie propagande, la NATO è sconfitta ma se si arma è “guerrafondaia”, i nostri cominciano col “ah – ah, ve l’avevo detto io” e il complotto dei “poteri forti” che se non fanno i vaccini coi nanobot devono fare carri armati.
Sotto questo livello c’è il “conservatorismo” tra Feltri e i “redneck trumpiani” per cui Putin poverino cerca di difendere l’Europa dal frocismo nazista biolab nanobot e Zelensky burattino drogato fa fucilare i preti (ironia, come i Comunisti).
Tocco finale “alla Vauro”, direi: “l’ha detto anche il Santo Padre”, cioè la faccenda ridicola che bisogna alzare bandiera bianca ma non significa arrendersi, significa dialogare. Putin non fa mistero, come i talk show della TV di Stato, che se l’Ucraina fosse invasa cesserebbe semplicemente di esistere in quanto Popolo, Nazione e Stato per essere dissolta nel “Mondo Russo”.
Infatti, tornando al Risorgimento, per fare l’Italia abbiamo dovuto prendere a cannonate il Vaticano, niente di nuovo.
C’era una volta un blog innovativo, di cui si sentiva il bisogno in quanto luogo di riflessione puntuale e profonda sui Limiti con cui l’Umanità si sta scontrando a mill’all’ora.
Oggi da post e soprattutto commenti… si può apprendere solo le furbizie per cementare le proprie vecchie convinzioni. Magari fingendo di averle maturate nell’oggi. Questa è la causa, l’effetto è che si è deragliato verso un certo modo di presentare un aspetto tutto sommato particolare e soprattutto una visione tutto sommato ridotta della Crisi sistemica.
La furbizia principale, sebbene per molti forse nemmeno volontaria, consiste nel glissare sui fatti quando succedono. Si preferisce parlarne solo dopo parecchio tempo, con la scusa di averli assimilati a mente fredda, ma con la motivazione vera di inserirle in una serie di sillogismi tutti già interni alla propria mente. Cherry picking, direi. Poichè si tende a scrivere e leggere secondo un filo logico, non si considera davvero quando la matassa è fatta di molti fili. C’è un capo e c’è una coda, perchè chiedersi quanti nodi e intrecci ci sono nel mezzo? Nessuno che si chieda: sicuri che la coda venga davvero dal quel capo? Si pensa sia affare per sofisti. Meglio furbi che sofisti?
Ma no. Forse si può ancora apprendere qualcosa da queste discussioni. Ad esempio, ho imparato che omettere gli apostrofi spesso è come togliere le spine da una matassa ingarbugliata. Si facilita il compito di chi ha fretta di andare dal capo alla coda.
Potresti essere più chiaro? (parlo di quanto è relativo ai post, visto che io scrivo quelli).
In buona parte la mia risposta è no: non potrei essere molto più chiaro (cioè parlare di circostanze precise). Preferisco non scatenare alcunchè nella discussione, già vedo troppe vacuità mortali incatenate tra loro, non voglio inanellare altra robaccia. Qui c’è un dialogo tra sordi. Posso solo porre una questione di metodo generale. Non per volare alto, ma proprio per non vedere tutte le nostre menti bombardate dalle fanfaluche/corazzate volanti.
Con tutto il rispetto per i sordi, che quando non si capiscono a voce almeno usano un linguaggio diverso. Non passano direttamente dal non capirsi allo spararsi.
Qua invece mi pare (anzi, sono certo) che si corra verso l’abisso, pensando che sennò ci arriva prima il Nemico. E si pensa che, arrivato per primo, questo ci riservi un trattamento infernale. Nel fondo dell’abisso…
Sarò stupido io ma davvero non capisco la tua critica.
Tante persone si compiacciono di pensare di saperne più degli altri, senza mai entrare nel merito di cosa esattamente sanno di più…
I migliori sono quelli che dicono palesi e riscontrabili cazzate su certe cose (il global warming è un classico) e poi ti dicono “spacchi inutilmente il capello in quattro, io sto facendo un ragionamento politico”. Come se un ragionamento ‘politico’ debba essere fatto a vanvera con la realtà.
E’ arrivato il fenomeno.
Dall’Ucraina è facile far partire dei droni o dei missili che in un attimo arrivano ai centri nevralgici della Russia
Si è visto. E si sono visti anche attacchi alla popolazione civile.
Bisogna pure capire che un’Ucraina armata e addestrata dalla Nato era troppo scomoda in quella posizione.
Giusto o non giusto, la reazione asimmetrica della Russia era prevedibile.
L’Ucraina ha pagato questa guerra con centinaia di migliaia di morti e non si sa quanti gravemente invalidi.
https://youtu.be/0CeoLYQGUF0?feature=shared
Un esperto americano in faccende militari che rivela aspetti poco noti ma significativi di questa guerra.
Secondo questa logica qualunque paese confinante con la Russia dovrebbe essere disarmato. Vallo a dire ai paesi baltici o alla Finlandia.
Diciamo i Paesi Baltici, la Finlandia e in più si aggiungeva l’Ucraina.
(resa instabile da una guerra civile)
Al centro della lunga linea rossa che congiungecil Baltico al Mar Nero era ed è rimasta la Bielorussia a fare da cuscinetto.
Sui tentativi di pace falliti segnalo questo
https://it.insideover.com/guerra/la-guerra-in-ucraina-poteva-finire-in-due-mesi-ecco-le-prove.html
La Bielorussia non “fa da cuscinetto”, la Bielorussia aiuta la Russia in cambio del sostegno di Putin al dittatore sanguinario Lukashenko. Fa quello che le pare e contribuisce a destabilizzare l’area, a differenza dei paesi da te citati che se ne stanno a casa propria in pace senza disturbare nessuno, e si prendono pure i profughi degli altri.
Madonna che robe tocca leggere… l’Ucraina dava fastidio alla Russia, quindi bisognava disarmarla, invece la Russia può non solo restare armata fino ai denti ma pure invadere per davvero i paesi vicini che le fanno il dispiacere di esistere (Ucraina, Moldova, Georgia…).
Io non capisco come si fa a ragionare in modi così contorti.
P.S. Il link che tu segnali è sull’articolo di cui parla Igor nel suo post a cui tu stai commentando; Igor lo ha esaminato nel dettaglio e ne ha tratto delle conclusioni che espone chiaramente, quindi tu o non leggi veramente tutte le cose che citi e commenti oppure non sei in grado di capirle, e a questo punto smetto di sentirmi un po’ in colpa per tutte le volte che sono stata aggressiva con te, perché persone come te fanno solo danni.
No, no, sentiti pure in colpa, perché non sai sostenere una discussione senza insultare.
E con pochissimi argomenti.
Almeno io metto dei link a supporto di quello che affermo
Poi si può essere d’accordo o meno.
Se non sei d’accordo motiva.
Altrimenti con tutto questo “scandalizzarti” non convinci nessuno.
L’articolo in questione analizza a sua volta quello apparso sul Foreign Affairs
da un punto di vista un po’ diverso rispetto all’analisi di Giussani. Mi pare metta in rilievo una serie di dichiarazioni di persone che hanno partecipato in qualche modo alle trattative di pace.
Sono diverse interpretazioni.
E chi lo sa chi ha ragione?
Taleb mi pare nel Cigno nero parla del bias storico
Quando vai a vedere i fatti
retrospettivamente non è più
possibile stabilire una verità assoluta. Ci si affida a varie ipotesi, testimonianze ecc.
Ti consiglio di leggerlo, Taleb, così magari ti abitui a non scandalizzarti troppo.
Ha scritto pure “Antifragile”.
Una pietra miliare per quanto riguarda la prevenzione del rischio.
Dovevano leggerlo pure gli ucraini prima di andarsi a cacciare in quest’avventura che ha distrutto una loro intera generazione, più i danni materiali incalcolabili.
“Dall’Ucraina è facile far partire dei droni o dei missili che in un attimo arrivano ai centri nevralgici della Russia”
I droni sono lenti e ci mettono ore per fare centinaia di chilometri. Hanno un carico utile ridotto.
I missili dipende dal missile. Nel caso ucraino gli USA non hanno fornito missili capaci di colpire in profondità la “Russia” ma solo quelli con la gittata che copre il territorio dell’Ucraina antecedente l’invasione.
I missili da crociera tipo “Storm Shadow” sono lanciati da un aereo perché la dottrina NATO prevede(va) appunto la penetrazione in profondità coi bombardieri a volo radente, pensiamo ai Tornado e oggi agli F35 per poi lanciare i missili in prossimità del bersaglio. Questo perché anche i missili da crociera, dovendo volare bassi e compiere manovre evasive, sono lenti, più lenti dell’aereo che li porta, di solito. I missili da crociera volano radenti e compiono manovre evasive per la stessa ragione degli aerei, sfuggire ai radar posti a terra che sono limitati dalla curvatura terrestre e sfuggire all’intercettazione.
I missili “balistici”, cioè che salgono e scendono descrivendo un arco, sono l’equivalente della artiglieria convenzionale, con o senza guida GPS, allungano solo la gittata. Però la loro traiettoria è prevedibile e la piattaforma di lancio soggetta al tiro di contro-batteria, esattamente come l’artiglieria convenzionale.
I “Russi” stanno martellando l’Ucraina coi loro missili da due anni e non ha fatto nessuna differenza rispetto alla guerra in corso, la avanzata la ottengono con assalti frontali alle trincee come nel secolo scorso.
La faccenda delle “basi NATO” a ridosso della “Russia” è stata appunto superata dall’entrata nella NATO dei Paesi Baltici e della Scandinavia. Capita quando menti spudoratamente e poi invadi i tuoi vicini coi carri armati.
“Dovevano leggerlo pure gli ucraini prima di andarsi a cacciare in quest’avventura che ha distrutto una loro intera generazione, più i danni materiali incalcolabili.”
Le Nazioni si fanno solo in quel modo.
Tra l’altro da noi come Italiani dopo il Risorgimento abbiamo pensato bene di buttarci nella Grande Guerra e da li nel Fascismo e nella Seconda Guerra Mondiale da cui siamo usciti con l’occupazione “alleata” contestuale all’epica fasulla della “Liberazione”, un evento che festeggiamo seppure non sia mai avvenuto.
Quindi ipocrisia a valanga.
Nemo
Ti dicono niente le raffinerie russe colpite dai droni ucraini?
https://www.ilpost.it/2024/03/23/ucraina-droni-raffinerie-russe/
Per quanto riguarda i missili balistici, lo sai, vero, quanto è costato difendere Israele dall’attacco dimostrativo iraniano? Un miliardo di dollari.
Eppure, nonostante sia stata schierata la miglior difesa secondo tutti i crismi tecnologici, nove missili balistici sono arrivati a destinazione.
E la spesa per l’iran e stata mi pare sui 60 milioni di dollari..
Non rispondo su tutto perché scrivi troppa roba. E i commenti lunghi mi stancano la vista e dopo poco l’attenzione va a farsi benedire.
Stringi.
Ma non è detto che se pure stringi, poi ti rispondo.
Ripeto quello che ho scritto. Le raffinerie sono piene di combustibile, non sono un bersaglio difficile da incendiare, basterebbe un fiammifero.
I droni sono lenti e ci mettono ore per andare da un punto all’altro.
Nel caso nostro quello che è più probabile è che gli Ucraini infiltrino degli incursori, probabilmente in abiti civili e questi montino un drone amatoriale portatile tirato fuori da una borsa a poca distanza dalla raffineria o dalla fabbrica, ci attacchino la proverbiale granata e lo mandino a fare il botto.
Niente che abbia a che fare con le “basi NATO” se non nell’immaginario orsiniano.
Certo tu hai lo scontrino della spesa di Israele e dell’Iran, come metterlo in dubbio.
Comunque, se ad Israele mancassero i soldi americani per la difesa antimissile gli rimarrebbe di usare gli stessi mezzi degli altri e mandare dei fanatici psicopatici ad ammazzare gente ad un concerto. La mamma dei fanatici psicopatici è affine alla mamma dei cretini, sono sempre incinte, quindi non mancano i “droni umani”.
Scrivere serve ad argomentare invece di usare slogan di tre righe.
Se ti si stanca la vista, vai dall’ottico.
Fuzzy, ogni volta che ho provato a discutere con te, mi sono accorta che se rispondevo a cose specifiche che avevi detto tu o che erano scritte nei link che mettevi, tu ignoravi le mie obiezioni e ricominciavi a dire le stesse cose da capo. Come se tu non fossi interessato a una vera discussione o a uno scambio di idee, ma solo a sollevare vaghi sospetti che non portano da nessuna parte.
Oppure la tua risposta era semplicemente: “mah, no, leggi qui – altro link” – su cui però non si riesce mai a discutere, perché non entri quasi mai nel merito delle cose che questi articoli effettivamente dicono. Igor, ad esempio, si è preso la briga di smontare alcune affermazioni contenute in certi articoli su questo specifico argomento; tu hai semplicemente ripescato queste stesse argomentazioni che lui smonta, senza però fare la fatica di dire in cosa esattamente Igor si sarebbe sbagliato e avrebbe invece ragione qualcun altro.
Questo per me è un atteggiamento estremamente esasperante; come persona che scrive diciamo di mestiere, non c’è niente di più frustrante di accorgerti che le persone ignorano tutto quello che hai scritto o detto perché hanno già una loro idea, e non sono disposti a discutere con te sulla base di fatti o concetti da esaminare reciprocamente. È come parlare al vento.
Se poi Igor si stufa di passarmi commenti in cui io dico di essere esasperata da un altro suo lettore, è un suo diritto bloccarmeli.
Gaia, gira gira qui abbiamo a che fare con un continuo girare a vuoto che cerca di conciliare una specie di “odio” masochistico verso lo “Occidente” e la constatazione che ci sono carri armati “russi” in Ucraina.
Putin viene in due forme.
Il Putin “interno” vende ai “Russi” l’idea della Grande Guerra Patriottica, perché gli Ucraini misteriosamente sono ritornati “Nazisti” e fanno strage dei “Russi” che vivono nel Dombass (chiaramente regione della “Russia”). Ideina semplice semplice che si adatta perfettamente all’unico elemento narrativo che sopravvive al Comunismo e che viene martellato nei “Russi” dall’infanzia quando all’asilo li fanno vestire da Figli della Lupa in versione sovietica.
Il Putin “esterno” vende alla galassia delle vedove dell’URSS e dei MAGA “occidentali”, i quali, come detto, vanno da Vauro in camicia del surplus Armata Rossa ai NoVax cantilenanti, l’idea del torto subito e dell’inganno collegato alle promesse di “neutralità” e di “non allargamento ad est”, per cui i carri armati sarebbero come una riparazione del torto. Di tutte le cose assurde, quella più ridicola è l’idea secondo la quale gli Ucraini sarebbero dei poveri burattini che si trovano a combattere una guerra disperata loro malgrado, senza avere una volontà propria, per conto della CIA, o dei froci-nazi-biolab-Soros.
Vedi per esempio sopra la fanfaluca dei droni ucraini che attaccano i “centri nevralgici” della “Russia”.
Come se la “Russia” avesse invece il mandato divino di bombardare l’Ucraina da due anni facendo migliaia di vittime e se gli Ucraini gli incendiano un deposito cascasse il mondo.
Materiale per tomi di psicologia e sociologia ma mi sa che i primi ad essere vittime del pensiero confuso sarebbero psicologi e sociologi, data la tradizione “a sinistra”.
Su questo ti dò pienamente ragione. Anche per me siamo davanti ad affermazioni incomprensibili.
Per quanto mi riguarda dovresti applicare però la stessa logica a Israele e Palestina, sostenendo il diritto all’autodeterminazione dei palestinesi, però siccome non mi va di discutere su questo, faccio quella cosa che non si dovrebbe fare, lancio il sasso e nascondo la mano.
Non ci capiamo, Gaia e non c’è niente da discutere.
Ovviamente i “Palestinesi” hanno diritto all’autodeterminazione come gli altri.
Il guaio è che per dargliela dovresti fare sparire gli Israeliani e sopratutto quella parte della popolazione di Israele che si definisce “ortodossa” e che rivendica il “diritto divino” ad abitare in quei luoghi scacciando chiunque altro.
La situazione attuale è il risultato – conseguenza di decenni di conflitti che partivano dalla negazione dell’esistenza di Israele e terminavano nella affermazione di questa esistenza con sempre maggiore forza ed invasività, perché le sconfitte si pagano, noi per esempio abbiamo dovuto cedere l’Istria e la Dalmazia alla Yugoslavia e tenerci le basi americane sparse in giro.
Quando Hamas esce da Gaza e va ad ammazzare gente a caso non fa che ripetere questo ciclo perdente e masochista, infatti il risultato inevitabile e previsto è che Israele applica la Legge del Taglione e entra a Gaza ammazzando dieci “palestinesi” per ogni israeliano.
Qui si vanno a toccare un sacco di nervi scoperti. Per esempio le Fosse Ardeatine, cioè un inutile bomba che ammazza passanti e Tedeschi in ritirata, messa ben sapendo quale sarebbe stata la reazione germanica. Non una reazione insensata, d’impulso e frustrazione ma la reazione che applicava la legge di guerra tedesca in vigore. Da cui ovvia coincidenza tra Hamas e i nostri eroici Partigiani. Nello stesso tempo quando si sottolinea l’inutilità dell’atto e le inevitabili conseguenza, tu esci con una considerazione tipo Orsini alla rovescia, cioè invece di “non vale la pena di morire per la libertà” tu affermi che per i Palestinesi è meglio ammazzare un po’ di Israeliani per poi essere a loro volta massacrati piuttosto che languire nella prigione a cielo aperto della “Striscia”.
Insomma, fino a che non si trova una soluzione a me sembra che non servano a niente le affermazioni di principio un tantino ipocrite e sopratutto che l’ultima cosa che serva sia continuare ad incicciare la “guerra santa”. Non solo per ragioni morali e nemmeno per ragioni di mero calcolo pragmatico ma perché è tipico dei pazzi ripetere uno stesso gesto ancora e ancora aspettandosi ogni volta un esito differente.
Poi boh, dimmi che l’Iran bombarda Israele per aiutare i “Palestinesi”.
Se uno cerca le “verità”, buona fortuna.
Forse solo nell’astrazione della logica binaria esistono le “verità”. Infatti c’è il vero e c’è il falso con niente in mezzo.
Giussani forse ha dimostrato il falso nell’articolo del Fatto Quotidiano, non lo so, ma se devo essere sincero a me di quello che scrivono sul Fatto importa relativamente poco, perché poi lo confronto con altri articoli e quello che ne risulta è una mia opinione personale. Non è come quando c’era un unico telegiornale nazionale che raccontava quello che gli pareva e non si capiva praticamente niente se non quello che volevano farti capire. La verità, appunto.
Ah, Nemo
La legge non scritta dei commenti dice che i muri di parole di solito non vengono letti.
Per questo non ti leggo
Vedi tu se ti conviene perdere del tempo per scrivere cose che non vengono lette.
( Porto dei normali occhiali da vista ma uso leggere e scrivere sul cellulare e in più in questo sito le finestrelle sono piccole e con caratteri sbiaditi).
“Vedi tu se ti conviene perdere del tempo per scrivere cose che non vengono lette.”
Vedi tu se mi interessa che tu legga e che risponda.
La legge di Internet è che tu pubblichi all’universo mondo, come l’acero che produce semi alati e li affida al vento.
Non so dove cadranno i miei semi, quanti ne germoglieranno, forse nessuno.
Li affido al vento comunque perché è la mia natura di acero.
A me costa poco scrivere.
Se mi costasse fatica come portare all’età adulta un essere umano, dovrei usare tutti altri strumenti che mi garantiscano per quanto possibile dal fallimento.
Tra le altre cose sceglierei con cura le mie frequentazioni.
Torniamo quindi al fatto che non mi importa cosa fai.
Accomodati, non cercare la “verità”, cioè di togliere il velo che nasconde lo stato delle cose. Non vale la pena di morire per la “verità” cosi come non vale la pena di morire per la “libertà”, parafrasando Orsini e Feltri, si vive felici anche nella menzogna e/o nell’ignoranza.
Anche questa faccenda della “logica binaria” la sento da quando ero bambino e fino da allora era strumentale nel condizionare la gente all’idea che si possa anzi debba dire e fare qualsiasi cosa in funzione di uno “scopo superiore”, ovvero che la Morale possa e debba essere “relativa”. Relativa, appunto, a questa metafisica dello scopo. Consente dire e fare impunemente qualsiasi cosa e nello stesso tempo consente di non fare niente e non prendere posizione, a seconda della convenienza.
Perché anche in questa discussione ci sono i fatti, banalmente i carri armati sono li da vedere e poi c’è lo “scopo superiore”, che a seconda della parrocchia, giustifica i carri armati e la strage, oppure lo condanna.
Cioè i “Russi” devono avere ragione, Gott Mit Uns e gli Ucraini sono burattini senz’anima mossi dai froci-nazi-biolab-Soros. C’è chi ci vede la rivolta di Spartaco contro la “NATO-Spectre-Hydra”, c’è chi vede in Putin un “santo” che combatte il Maligno a difesa del Cristo e del suo popolo.
Poi dice “la verità” mentre butta li frasi ad effetto e tutte a capocchia sulle tecnologie belliche e sui bilanci. Se la “verità” non esiste faresti meglio a non dire nulla, tanto una tua affermazione vale come il suo contrario e tutti gli infiniti stati intermedi.
Ah le risate, come se fossimo nati ieri.
Io non dico che Foreign Affairs sia la verità rivelata. Però se uno dice “ho scoperto la verità leggendo l’articolo di Foreign Affairs”, allora quello è. Le opinioni personali basati su Foreign Affairs devono aderire a quello che la rivista dice. Vedila così: non sappiamo chi dice realmente la verità, ma chi sostiene il falso eccome.
Ho messo un “forse” perché l’articolo del fatto non è consultabile per intero.
Ma ribadisco, io leggo vari articoli e la mia opinione me la formo più andando a naso che con gli strumenti della logica.
E comunque non è altro che un’opinione. Io non drammatizzerei.
Troppi io.
Pazienza.
Mi son scappati.
“la mia opinione me la formo più andando a naso che con gli strumenti della logica”
Inviterei tutti a pensare alle premesse a monte e alle conseguenze a valle di una affermazione del genere.
Non nel personale ma in generale, nell’insieme.
Tornando a prima.
Tempo fa parlavo con un amico che si era dato al Movimento Cinque Stelle dopo avere visto qualche video di Grillo. Gli chiesi la ragione. Lui mi disse “boh, mi piace”. Se avessi provato ad andare nel merito delle cose che Grillo diceva mi avrebbe risposto che lui lavora e non ha tempo e voglia per approfondire cosa sia l’idrogeno, come si produca, come si usi, i pro e i contro. Se Grillo dice “idrogeno” e Grillo è tanto simpatico (nel senso che per qualche ragione si crea una sintonia) allora non importa, “idrogeno” sarà una cosa buona, altrimenti pazienza.
Si dice non a caso “prendere per il naso”.
Intendendo afferrare e portare in giro la gente senza che questa possa opporsi ma evidentemente alla gente piace.
Nemo
Ti faccio un esempio
Tu dici che i droni sulle raffinerie sono stati lanciati nelle vicinanze con una bomba a mano sulla testata
Io leggo invece da un mio link precedente che tu non hai letto benché sia stato indirizzato proprio a te
Dall’inizio dell’anno l’Ucraina ha compiuto numerosi attacchi contro raffinerie in territorio russo, alcune delle quali sono distanti anche centinaia di chilometri dal confine ucraino. Per questi attacchi vengono impiegati droni guidati a distanza, che sono caricati con esplosivo e si schiantano sull’obiettivo una volta raggiunto. Benché gli attacchi siano apparentemente rudimentali, in realtà si tratta di operazioni complesse: i droni sono progettati in modo da evitare le interferenze nelle comunicazioni emesse dai sistemi di difesa russi, e spesso vengono governati direttamente dai piloti ucraini, senza sistemi automatici.
A chi devo credere, posto che non voglio spendere metà della mia vita a studiare i droni usati per questi attentati?
Semplice, vado a intuito e credo all’articolo mio perché mi sembra più circostanziato e autorevole del tuo drone con la bomba a mano attaccata sulla punta con lo scotch.
E come dovrei ragionare?
Ora, la guerra ucraina è una matassa di fili che si intrecciano. Come direbbe Antonino.
Nessuno è in grado di sapere tutto. Per forza ci si informa, possibilmente bene, e
su base intuitiva si arriva a farsi un’opinione provvisoria.
Tutto qua.
E a mio parere tu non sei abbastanza informato.
Tutto qui o tutto qua?
Qui mi sembra meglio
Per adesso in dodici anni di blogging il mio unico punto fermo sui ban è che se qualcuno mi deve dare del coglione quantomeno lo fa su di una piattaforma che paga lui e non io…
Io evito di re-insultare le persone che commentano con nome e cognome.
Ma anche perché non ci trovo niente di gratificante.
Igor, a me invece non importa se qualcuno mi da del coglione ma lo fa con una argomentazione di qualità, interessante.
La cosa insopportabile è farsi dare del coglione da gente che non ha niente da dire.
Quindi ti invito a darmi del coglione, se pensi sia il caso, magari potrei imparare.
Ti prego di farlo argomentando meglio possibile.
Gaia invece ha il difettuccio della censura quando scrivi qualcosa che non le va.
Una cosa che è un tantino illogica visto dove siamo e cosa facciamo e quindi dipende da… “carattere”.
Non tanto la cosa ma il come. Una volta passavo tutto, ma poi ho stretto le maglie, a mia discrezione.
Di opinioni contrarie alle mie ne ho sempre ospitate, anche di critiche alla mia persona, ma devono avere fondamento, non essere proprio insulti, e non andare avanti all’infinito o apparirmi deliranti.
Igor e Jacopo sono sicuramente più tolleranti. Spero che vi divertiate un po’, almeno, a vedere la gente che si accapiglia nei commenti 🙂
Si, bene, intollerante nel proprio blog e sbracata in quello degli altri.
Ma qui par di capire che sia sufficiente non insultare Giussani.
E con questo andazzo stiamo qui a parlare del collasso del capitalismo.
Certo che collassa, anzi, si schianta. E che altro potrebbe fare in queste circostanze?
Gaia, ti informo che molte delle cose che scrivi a me appaiono deliranti.
Ovviamente io non ho il bottone per cancellarle.
Però il mio istinto non è di zittire gli altri quanto di smontarne le argomentazioni.
Circa il “tono”, a volte capita che la gente scambi la forma per la sostanza, come se facendo un certo balletto retorico il contenuto risultasse “nobilitato” altrimenti “svilito”. Oppure come se io mi dovessi preoccupare dei tuoi “sentimenti” invece della correttezza delle cose che scriviamo.
Invece a me sembra tipico di chi non ha argomentazioni solide virare sulle formalità e, tornando a questa discussione, vedi bene tutta la fuffa pseudo-accademica con cui si dissimulano le tesi nel giro del “Fatto Quotidiano”.
Sono tutti professori e scienziati o sono discepoli di professori e scienziati o sono clienti di professori e scienziati (perché alla fine si deve arrivare a qualcuno che da il “bonus” e qualcuno che lo riceve).
Oggi su Radio Radicale ascoltavo un qualche congresso del PD ed ad un certo punto mi sono trovato a riflettere sul concetto di “giustizia sociale e climatica”. Allora, se io fossi stato li di persona mi sarei alzato e avrei gridato come in un film di Moretti “ma cosa diciiii…, cosa cazzo significa giustizia climatica???”
Ecco e Gaia mi cancella.
Ma queste cose lasciamole alle situazioni in ci si trova di persona a leale distanza di calcio in faccia. Il Web ha già creato troppi hoolingas di carta
Se blocca dei commenti nel suo blog, non è censura. E’ come se dicessi che il Corriere mi ha sempre censurato perché non ha mai pubblicato nessuna delle mie lettere al direttore. Sarebbe censura se lei intervenisse sui tuoi profili social o cose simili.
Si vabè, se Gaia avesse il potere di un Musk o di uno Zuckemberg dovremmo tutti pregare i santi perché sarebbe una dea iraconda.
Gaia applica la censura nei limiti dei permessi e degli strumenti che noi abbiamo e che lei ha.
In questo caso “censura” significa filtrare i commenti che poi sono argomenti in modo da orientare la “narrazione” lungo la “linea editoriale”. A me non importa, fa parte del gioco, nel senso che quando vedi che aria tira sai bene dove si andrà a finire.
E’ come quando in TV c’è uno pseudo dibattito in cui il “pubblico” (che sono comparse pagate), il conduttore, tutti gli “ospiti” parteggiano apertamente per una tesi e poi c’è un unico capro espiatorio che dovrebbe sostenerne una avversa o diversa, diventando invece lo zimbello.
All’altro estremo ci sono i “processi politici” che si facevano negli Anni Settanta appena qualcuno, che fosse un professore o un artista, non era “conforme” al motto “tutto per la Classe Operaia”.
Qui siamo nel “virtuale” per fortuna, perché nel “reale”…
A ridaie con ‘sta censura… se uno facesse un blog senza permettere di commentare nessuno parlerebbe di censura. Oppure, con lo stesso criterio dovremmo allora dire che giornali, per non parlare di radio e TV, sono censura per definizione perché c’è pochissima interazione. Se Gaia adesso mi chiedesse di far sparire i commenti che hai scritto su di lei, questa al limite sarebbe censura.
Andare in un blog è un po’ come andare a casa di un’altra persona: non è che si accettano tutte le interazioni e tutti i comportamenti; il padrone di casa può anche mettere alla porta la gente sgradita e non si parla mai di ‘censura’. Oramai gli utenti del Web si sono abituati a una deresponsabilizzazione totale e scambiano la libertà di opinione per la libertà di dire tutto quello che pensano in qualsiasi maniera ovunque. Non è così e non era mai stato così prima del Web.
“… la libertà di dire tutto quello che pensano in qualsiasi maniera ovunque. ”
Signor Igor Giussani, mi sa che lei non ricorda o non ha capito cosa sia Internet.
Consiste in una serie di protocolli “consigliati” al fine di collegare tra di loro dei dispositivi qualsiasi.
La ragione di collegare tra di loro dei dispositivi è scambiare informazioni da uno all’altro.
Internet non è un “servizio”, che sia pagato con abbonamento o raccontandogli i fatti tuoi, che ti impone i famosi “termini di servizio” e quindi tu puoi fare quello che ti consente il fornitore del servizio, tramite i suddetti “termini”.
Inoltre, nel momento in cui io pubblico/trasmetto all’universo mondo un certo contenuto, ne cedo e quindi ne perdo la titolarità, a prescindere da tutta la fuffa sui “diritti”. E’ una ricaduta meccanicamente inevitabile della “digitalizzazione” dei contenuti, che li de-materializza, li trasforma in mera sequenza numerica e quindi ne permette la replicazione all’infinito.
La somma di quanto detto è che la “libertà” di dire e fare è il prerequisito di Internet. Se questo prerequisito non è accettabile, si rientra nel caso cinese del “Firewall di Stato” con cui il Governo pretende di filtrare i contenuti oppure nel caso di Google che tramite profilazione cerca di chiuderti nella “bolla” mostrandoti solo una sottosezione dei contenuti che ti segue ovunque tu vada.
La faccio più semplice.
Se Gaia scrive un certo articolo e lo pubblica, questo NON è come scriverlo sul Corriere ma è come trasmetterlo nello spazio con un segnale radio omni-direzionale.
Io sono un alieno che vive sul pianeta Ypsilon e ricevo il segnale, mando una risposta.
A questo punto secondo te quando arriva la risposta e Gaia la nasconde nella Area 51 (metafora per dire che legge il commento, non gli piace e quindi lo cancella), questa non è censura perché l’alieno del pianeta Ypsilon non ha “libertà” di dire tutto quello che pensa?
Secondo me siamo nell’ennesimo giretto di pensiero storto che confonde il mezzo col fine. Comunque pace, è chiaro che Gaia ha il bottone per cancellare e lo usa come preferisce. Il bottone ce l’ho anche io, cancello il blog di Gaia e siamo pari.
Non è una mia decisione, però.
Il copyright è una cosa completamente diversa dalla pretesa di intervenire sui blog sempre e in qualsiasi modo. Se qualcuno vuole commentare i contenuti di Gaia può farlo sui propri profili social o su piattaforme di blogging, ce ne sono di gratuite. E se Gaia vuole bloccare anche qui allora sì che possiamo parlare di censura vera e propria. Perché nella sua piccola porzione di Internet decide lei quali commenti portare alla discussione.
Varie volte mi è capitato di ospitare persone che tenevano atteggiamenti violentemente provocatori, o sessisti e misogini ecc. Tante persone, che non avevano voglia di fare zuffe on line, abbandonavano le discussioni. Puoi pure pensare che fossero ipersensibili, ma ti chiedo: ti sembra giusto che io, che per altro ci metto dei soldi per gestire la piattaforma, debba perdere delle persone che portano contributi costruttivi alla discussione solo perché devo tutelare il diritto di qualcuno a sfogare le sue frustrazioni represse nel mio blog?
Ma assolutamente no, se critichi Gaia da Facebook, Instgram o Tik Tok hai possibilità di intercettare un pubblico decisamente maggiore di quello del blog di Gaia o del mio. Quindi regolamentando il suo blog lei non ti priva proprio di nulla.
Oppure critichi e commenti Gaia da dove lei non ha alcuna potestà su di te, come i tuoi profili social
“ma ti chiedo: ti sembra giusto che io, che per altro ci metto dei soldi per gestire la piattaforma, debba perdere delle persone che portano contributi costruttivi alla discussione solo perché devo tutelare il diritto di qualcuno a sfogare le sue frustrazioni represse nel mio blog? ”
Non ci capiamo, forse non riesco a spiegarmi.
Torno a dire, mi sembra che confondi il fatto che il software ti presenta un bottone per cancellare i commenti o in generale i contenuti nel sito che crei e gestisci col suddetto software – e il fatto che tu abbia ragione di pigiare il bottone o anche ragione di creare e gestire un sito.
Inverto il ragionamento: tu per quale ragione scrivi su Internet?
Facciamo delle ipotesi nel contesto della faccenda ucraina.
Diciamo che tu voglia guadagnare dei soldi prestandoti a sostenere gli interessi di una certa “lobby” e quindi cercando di convincere di certe tesi quanta più gente possibile.
Evidentemente in questa ipotesi tu stai facendo un lavoro, come l’idraulico che ti avvita il rubinetto. Tutto quello che ti ostacola nell’avvitare il tuo rubinetto conviene toglierlo di mezzo. Oppure diventa strumentale, tramite opportuna manipolazione, a facilitare l’avvitamento del rubinetto (v. “ah-ah, ve lo dicevo io”).
Ergo, torno a dire quanto ho già detto, se io vedo un certo sito Web so già in partenza che aria tira e i meccanismi che regolano quel pezzetto di mondo “virtuale”.
Però considera la premessa: in questa ipotesi tu stai facendo un lavoro e quindi sei vincolato, costretto, nelle parentesi dello scopo. In altre parole, se tu vuoi sostenere certi interessi e convincere la gente di certe tesi, togli di mezzo quello che ti ostacola ma farai solo quello che ci si aspetta che tu faccia, niente di più. L’idraulico avvita il rubinetto, non cucina la pasta, non monta le gomme, non dipinge, non prescrive medicine. Avvita solo il rubinetto.
Ho già detto cosa corrisponde ai tuoi bottoni, i miei bottoni. Se tu palesi che stai avvitando un rubinetto e a me non interessa, mi limito a cancellare il tuo sito e perderne la memoria.
Perché mai dovrei (bla bla social) per criticare o controbattere il tuo avvitare rubinetti? Cosa mi importa? Sarebbe come se io dovessi scrivere articoli che controbattono gli articoli di Orsini o Travaglio. A parte il mal di testa e la nausea, mica mi pagano.
Appena scrivere qui mi costasse più fatica di quanta sono disposto a farne, addio.
Poi ci stiamo prendendo in giro su tutta la storia dei “sessisti”, “misogini” eccetera. Perdonami ma qui palesi tutto il “retroterra” che palesemente non condividiamo. Nella mia esperienza tutto si riduce al fatto che ci/vi prendiamo/prendete troppo sul serio. Una pernacchia o una presa per i fondelli sembra inconcepibile.
Poi certo, l’accesso di massa ad Internet implica che ci siano milioni di squinternati, certi fastidiosi, certi pericolosi.
Mi diverto a farlo, è una cosa totalmente autoreferenziale come dedicarmi agli scacchi. Mi ha permesso di conoscere persone interessanti e anche cose come scrivere libro come Jacopo che non mi sarei mai sognato.
C’è un punto su cui vorrei essere chiaro: conosco le logiche del Web e so bene che, quando hai un hater, significa che hai svoltato. Un hater vale 10 fans o forse più; quando ce li hai te li devi coltivare bene. Un hater non è qualcuno che ti critica più o meno pesantemente, ma qualcuno che interviene con la frequenza di uno stalker con lo scopo dichiarato di distruggerti, senza capire che contribuisce a darti visibilità (gli algoritimi contano commenti e visualizzazioni senza badare ai sentimenti che li animano). Con questa gente conviene sempre fare buon viso a cattivo gioco, il rischio è che comincino a pensare di poter fare il bello e il cattivo tempo usando la piattaforma di commenti per parlare di altro, spammare contenuti ecc. A quel punto bisogna ragionare se il machiavellismo vale la candela o sia un boomerang.
Non so a cosa ti riferisci con i ‘retroterra’, però se devo perdere donne con cui si discute in maniera interessante perché non ne possono più di interazioni a suon di “hey bella figa, forse dovresti scopare di più” e roba simile, secondo te io da buon epigono di J.C.R. Licklider e Vannevar Bush dovrei perdere loro per rimanere tete a tete con questo stronzo?
Quanto al perculamento, on line è troppo facile. Fammi le pernacchie di persona piuttosto.
“A chi devo credere, posto che non voglio spendere metà della mia vita a studiare i droni usati per questi attentati?”
Quali “attentati”?
Sei tutto storto, se l’Ucraina colpisce in qualsiasi modo dei “nodi strategici” nella “Russia” non fa nessun “attentato”, colpisce obbiettivi militari nel corso di una guerra in cui si sta difendendo da una invasione.
Il punto qui non è come faccia l’Ucraina a colpire questi obbiettivi all’interno della “Russia” ma la propaganda ridicola per cui l’Ucraina non deve esistere altrimenti ci sarebbero le “Basi NATO” da cui sarebbe facile colpire i “nodi strategici”, quando l’Ucraina li colpisce in qualche modo senza nessuna “Base NATO” e senza le armi NATO e la conseguente dottrina di impiego (che, come detto, sarebbe il bombardamento strategico).
Allo stesso tempo, prego notare quanto è ridicola la faccenda perché la “Russia” non riesce a difendersi dall’Ucraina che usa la forza della disperazione ma si dovrebbe difendere dalla NATO.
Per esempio, gli Ucraini gli affondano le navi, compresa l’ammiraglia del mar nero, con i botti di capodanno, figurati cosa potrebbero fare contro, che ne so, un sottomarino d’attacco americano o anche un molto più modesto sottomarino a propulsione ibrida tedesco o svedese.
E’ tutto un cartone animato che sarebbe anche divertente se non dovessimo vedere la faccia di Putin e i morti.
Comunque, chiudo facendoti presente che se gli Ucraini hanno dei sabotatori che operano in territorio russo l’ultima cosa che vogliono è mettere il link per “Fuzzy”.
Invece gli conviene raccontare dei droni che sono come il prezzemolo, vanno sempre bene. Magari i Russi lo sanno ma devono scegliere tra ammettere che ci sono sabotatori ucraini in giro per la “Russia” e ammettere che i loro sistemi di difesa aerea non riescono a vedere o intercettare i “droni”.
Fuzzy, mi comporto esattamente allo stesso modo in entrambi i blog e sta ai moderatori decidere se il mio comportamento è accettabile o meno. Così come tu sei libero di non rispondermi, come faccio io quando non mi piace come qualcuno mi tratta sui blog altrui.
Io non ti ho insultato personalmente, ho criticato il tuo modo di esprimerti e ragionare per come si manifesta qui, modo che io ho spesso trovato irrispettoso per come non entrava nel merito di quello che io dicevo ma procedeva per allusioni e link buttati lì senza commenti né considerazione di quanto io dicevo.
Inoltre, per quanto mi riguarda, le persone che dicono continuamente a un popolo massacrato e torturato che se l’è andata a cercare meritano un po’ meno educazione delle altre. È un po’ strano che tu difenda la forza bruta e la prepotenza nelle azioni altrui, e poi ti risenta così tanto se una sconosciuta ti maltratta a parole.
Bene. Mi levo dalle scatole.
Putin è molto cattivo e gli ucraini non hanno sbagliato niente.
A posto?
Buona favola e tanti saluti alle tue caprette.
Pecore.
Comunque, se vuoi parlarne seriamente, dimmi allora tu secondo te esattamente cosa hanno sbagliato gli ucraini, che sia un errore tale da giustificare il fatto di essere attaccati e uccisi in quella maniera.
Gaia,
secondo la vulgata “anti-ucraina” gli Ucraini non esistono.
L’Ucraina è una regione della “Russia” la cui popolazione viene irretita e sobillata da Soros, dalla CIA, eccetera, perché ammazzi quanti più “Russi” possibile e perché serva da ariete per indurre la “balcanizzazione” della “Russia” tramite la secessione delle sue “Repubbliche”.
Zelensky non è il presidente eletto che si trova al suo primo mandato, è un burattino drogato imposto da Soros, dalla Cia, ecc, che obbliga in qualche modo gli Ucraini ad essere “russofobi” e a combattere una guerra “fratricida”.
Come dice “Fuzzy”, sono cose che si capiscono “a naso”, no?
Ribadisco che questo blog è deragliato, nei contenuti dei post ancor prima che nelle diatribe dei commenti. Questo non significa che i post siano di basso livello, anzi: vari elementi di riflessione utile li pongono senz’altro. Significa che, quando ci si spinge molto in là con le catene di sillogismi, il passo è brevissimo a giustificare l’ingiustificabile (per questo, ogni volta vi invito a limitarvi a un passo per volta, senza dedurre da deduzioni infinite). E si aprono le cataratte delle fogne nei commenti. Fogne in cui scorre tutta la feccia: non solo semplici insulti, ma minestre maldigerite perchè troppo piene di pregiudizi.
Dopo un po’, sopravvive solo chi ha lo stomaco di ferro.
Io non ce l’ho, banalmente. Che usi una logica binaria, o ne usi una fuzzy. E’ uguale.
Altri ce l’hanno, e a costoro va bene che si parli con superiorità e leggerezza di sangue che scorre a fiotti. Visto che di Limiti non si parla più, tanto vale spazzolare tutto, in nome della nostra Civiltà e contro le altre chè sono i barbari.
L’unica situazione che avrebbe potuto far discutere davvero, senza annaspare nelle fogne, sarebbe un incontro fisico. Incontrarsi per dialogare e guardarsi in faccia, senza la frettolosità violenta di uno scontro a colpi di commentacci. Ma i fondatori di Apocalottimismo han faticato a organizzarlo. C’han provato inizialmente, poi no. Solo presentazioni dei loro bei libri. Non ne faccio una colpa: ognuno fa quel che può.
In effetti, a partire dal deragliamento (coinciso con le reazioni all’invasione russa dell’Ucraina), è diventato sempre più probabile che un eventuale incontro fisico tra i commentatori porti a due scenari alternativi: a) si incontrano solo quelli che hanno idee tutto sommato comuni b) si finisce a litigare di brutto, sbertucciando chi non lo merita.
Ecco perchè è stato finora un bene, che non si sia più fatto un simil convegno sui temi di Apocalottimismo.
Nel frattempo però, invece dei Limiti si descrivono le migliori strategie militari e i “migliori” pregiudizi per vincere una guerra. Raschiando sul fondo del barile della nostra (?) Civiltà, trovandovi sempre nuovo materiale per sommergere quella altrui. Materiale sintetico, anzi tossico per l’Umanità.
In fondo a quel barile, tra l’altro, nuotano pesciolini che si agitano. Pensando di esser per sempre capitani eroi.
Io ci annego. Sarà che, da fenomeno, non ho saputo leggere fino in fondo la Fenomenologia dello Spirito. Sarà perchè nessuno mi ha insegnato a leggermela la sera, in trincea.
Ma puoi farmi giusto qualche esempio? Che c’è di ‘deragliato’, per dire, in questo post?
Oddio, quando mai io e Jacopo ci siamo improvvisati strateghi militari?!
A me sembrerebbe normale che quando si osserva una guerra si discuta di guerra.
A proposito dei fenomeni che pensano che la sera in trincea si leggano libri, cito un celeberrimo canto alpino.
“Era una notte che pioveva
e che tirava un forte vento
immaginatevi che grande tormento
per un alpino che stava a vegliàr.
A mezzanotte arriva il cambio
accompagnato dal capoposto
ohi, sentinella, ritorna al tuo posto
sotto la tenda a riposàr.
Quando fui stato sotto la tenda
Sentii un rumore giù per la valle
Sentivo l’acqua giù per le spalle
Sentivo i sassi a rotolàr.
Mentre dormivo nella mia tenda
sognavo d’esser con la mia bella
e invece ero di sentinella
a far la guardia allo straniér.”
Quindi mi sembra anche normale ed inevitabile che chi non ha nessuna esperienza di cosa significhi fare la guardia di notte col vento e la pioggia non abbia nemmeno nessuna empatia.
E straparli di massimi sistemi che non costano niente.
Il grafico sulla spesa federale russa non dice molto. I valori non sono assoluti o procapite ma sono percentuali. Ad esempio non si capisce se sanita e istruzioni sono state spese costanti o se sono salite o scese come potrebbe essere.
Scusate ancora, voglio aggiungere una considerazione.
I programmi spaziali o de “perché la NASA compra(va) le soyuz “russe” e compra i razzi da SpaceX”.
I programmi spaziali sono in realtà programmi militari. Partendo dal fatto che i razzi usati per mandare cose e persone nello spazio all’inizio erano i missili che portavano le testate nucleari e arrivando al fatto che si andava nello spazio perché si pensava di collocarci stazioni e armi da cui minacciare gli avversari.
Gli investimenti statali nei programmi spaziali erano al massimo quando era massima la “Guerra Fredda” e sono scesi al minimo quando la “Guerra Fredda” sembrava finita.
La NASA è diventata “partner” dell’Agenzia Spaziale “russa” perché si trattava di comprare aggeggi economici invece di farli in proprio e perché bisognava sfamare gli scienziati “russi” per evitare che andassero a vendersi a terzi più interessati a rimettere testate atomiche sui missili che alla “scienza”.
Allo stesso tempo la NASA si rivolge ai privati perché cosi non deve sostenere i costi di sviluppo e non ha più l’obbiettivo di trasferire nello spazio l’egemonia USA.
Perché vi annoio con questo pippotto?
Perché è un binario parallelo rispetto al discorso NATO.
Prima gli USA e poi di conseguenza la NATO hanno smesso di spendere per la “corsa agli armamenti” dato che non c’era più un concorrente. Lo scopo della NATO, che però esulava la sua natura originaria, è diventato quello di replicare l’antica “politica delle cannoniere” che consisteva nel palesare la “capacità di proiezione” davanti la porta di casa di popoli subordinati o subordinabili.
Tutta la storia è patetica per la ragione ovvia che le cause che hanno portato al collasso dell’URSS sono tutt’ora presenti in “Russia” quindi questa alzata di testa di Putin che afferma la “fine” dell’egemonia USA è abbastanza paradossale, gioca solo sul fatto che rimettersi a spendere somme astronomiche solo per sfiancare la “Russia” è una inutile rottura di palle.
Una rottura di palle che avremmo tutti voluto evitare ma se ci costringe, vorrà dire che spenderemo meno in vacanze esotiche e gadget inutili e spenderemo qualche percento in più in armi. Infatti Leonardo è una delle aziende italiane che in questi giorni tira di più. Non per via del complotto frocio-nazi-biolab.
Quanto ci metterà l’industria USA più l’industria UE a travolgere l’industria bellica “russa”? E’ una gara che non comincia nemmeno.
Adesso si tratta di vedere per quanto tempo Putin potrà prendere straccioni dalla Siberia per mandarli allo sbaraglio senza costrutto e quanto fastidio ci potrà dare nel mentre.
https://www.rainews.it/articoli/2024/04/polonia-pronta-a-ospitare-armi-nucleari-se-nato-decide-rafforzamento–il-rischio-escalation–79ebad11-fb53-4350-a187-8e007f1784c6.html
E adesso vediamo se Putin mette nella sua lista di “operazioni speciali” anche la Polonia…
È stato Putin a spostare le armi nucleari in Bielorussia, credo che la Polonia stia reagendo a quello.
Tira una brutta aria… che bisogno c’era di tutto questo?
Gaia, il bisogno è il ribaltamento del tavolo quando stai giocando a briscola e ti accorgi di avere perso. Anzi, di non sapere nemmeno giocare.
Putin ha rovesciato il tavolo perché sa bene che lui non è capace di portare la “Russia” ad un livello competitivo dal punto di vista economico e culturale, non ci saranno mai marchi russi in giro per il mondo e la “Russia” sarà lentamente colonizzata dai marchi stranieri.
Questa verità viene quindi trasferita nella necessità di proteggere i “Russi” dai froci, dai biolab, dai nazisti russofobi che senza ragione li vogliono sterminare, dagli adepti di Satana.
Viceversa, la Polonia guarda ad Est, poi guarda ad Ovest, guarda se stessa e alla fine decide che il suo futuro da una parte sarà il benessere come o meglio degli altri, dall’altra parte il suo futuro sarà la miseria come o peggio degli altri. Che non è una novità, torno a dire, il Muro esisteva per impedire alla gente di scappare dal “paradiso”.
Sulla questione della censura o meno, sono d’accordo con Igor e non capisco i ragionamenti di Nemo. Anche perché, come dice Igor, un sito è uno spazio personale e certe persone sono come dei maleducati a una festa, rovinano l’ambiente per tutti. Anche nei casi in cui quello che dicono è giusto o sensato, magari il modo in cui si esprimono, il fatto che sono logorroici, o altro ancora, scoraggia gli altri dal partecipare alla discussione.
Io stessa sono stata ripresa perché anch’io posso essere una di queste persone, mi è stato persino chiesto in luoghi pubblici: scusa, per favore puoi abbassare la voce? Ma meglio così, che qualcuno educatamente cerchi di metterti dei limiti o di farti capire quando stai esagerando, piuttosto che la giungla in cui chi strilla più forte si fa sentire e gli altri tacciono, e se sei uno di quelli che strillano ti fai il vuoto attorno e finisci per essere vittima di te stesso.
Le regole esistono in qualsiasi società perché senza regole non si fa niente, oppure comanda il più forte in virtù della forza. E anche un blog, piccolo o grande che sia, è una piccola società con le sue regole. Con il vantaggio che, a differenza della società non virtuale, si può scegliere liberamente se partecipare o andarsene da un’altra parte.
Gaia, il tuo commento è un tantino narcisista.
Partendo dal tuo “io stessa”, excusatio non petita, arrivando alla idea che “le regole esistono in qualsiasi società” ma ovviamente sei tu che fai le regole.
Ti spiego il ragionamento di Nemo.
Il “blog” non è una società, altrimenti ci sarebbero dei meccanismi esterni a noi che portano a certi rapporti di forze per cui ognuno ha una certa quantità di bottoni con cui si regolano i rapporti reciproci. Il “blog” invece i bottoni li da solo a te, quindi tu “fai le regole” come il “dio” del tuo blog.
Il “blog” è il tuo piccolo creato dove tu decidi chi vive e chi muore. Da bambino vidi un film sull’impero romano e c’era un corteo di trionfo in cui l’eroe aveva a fianco un addetto che gli ripeteva “ricordati che sei solo un uomo”. Ecco, il problema di Internet è che mette in mano a tutti gli strumenti che in certe condizioni facilitano l’idea di essere “dio”. Bisogna avere la capacità di dirselo da soli “ricordati che sei soltanto un uomo”.
Per il resto, sono tutte scuse.
La verità è che a nessuno fa piacere essere contraddetti e/o sbertucciati.
Il narcisista reagisce da narcisista.
Soprattutto se nella vita non ha mai avuto esperienza di situazioni in cui bisognava mangiare merda, cioè se vive in una certa nicchia di privilegio e separazione.
Ho già constatato varie volte che si limita a essere fruitore di contenuti del Web ha un’idea molto vaga della situazione di chi li crea. Blogger-dio? Ma se è schiavo delle logiche della piattaforma che lo ospitano, dei motori di ricerca, dei social su cui vengono eventualmente spammati contenuti e, ultimo ma non ultimo, delle reazioni degli utenti, soprattutto di quelli bannati (in Rete la gente diventa più vendicativa). Forse “ricordati che sei un uomo” nel senso di “assumiti le tue responsabilità da uomo” dovrebbero ricordarselo certi utenti che approfittano non solo dell’anomimato, ma rifiutano persino di fornire indirizzi mail validi per registrarsi.
Quanto al narcisismo, non riesco a immaginarne uno peggiore di infestare spazi Web altri pensano così di distruggere una persona alla maniera dei troll, molti dei quali sono davvero convinti di turbarti a livello psichico o robe del genere.
Come ho già spiegato, l’hater te lo devi tenere ben stretto se cerchi un minimo di visibilità, quindi è vero l’esatto contrario. Comunque, premesso che non ho alcun comportamento da contestarti, è strano che lo dica tu, un commentatore che resta volutamente anomimo che quindi ‘sbertucciato’ a differenza mia o di Gaia non potrà mai esserlo, perché qualora avvenisse cambi nick e ti rifai una verginità e così cadi sempre in piedi.
Mah, chi lavora in miniera tendenzialmente non ha molto tempo di rispondere ai commenti sui blog, è gente con molto tempo libero.
Secondo me non conoscete i russi, la Russia e la sua storia, così come non conoscete, o non volete conoscere, la storia degli USA, la cosiddetta “nazione indispensabile”, bandiera della democrazia e dei diritti umani nel mondo (per i boccaloni che ancora credono in questo mantra ammuffito).
Per leggere l’articolo di Foreign Affaires bisogna soprattutto saper leggere bene il testo senza forzarne il significato in un senso o nell’altro
Considerato che la “Russia” non esiste, è difficile conoscerla.
Gli stessi “Russi” dicono “Mondo Russo” per intendere quello che risulta dall’impero coloniale zarista, sostituito dall’impero comunista quando i Bolscevichi hanno ammazzato lo zar e tutta la famiglia, sostituito, dopo il collasso dell’Unione Sovietica, dalla “Federazione”. Una “Federazione” dove la parte “slava” sita a Mosca e San Pietroburgo costituisce l’aristocrazia, drena risorse, impone la lingua e considera tutte le altre etnie “negri”. La paura della “balcanizzazione” del “Mondo Russo” è la consapevolezza che i “negri” non hanno nessuna ragione per amare la “Russia”.
La situazione corrente dipende dal confronto che i “Russi” fanno, nella loro propaganda, tra l’egemonia USA e il loro “Mondo”, non ammettendo che il “Mondo Russo” sia Terzo Mondo ma pretendendo di essere considerati su un piano di parità da cui deriva il “rispetto” nel senso mafioso del termine.
I realtà, lo ripeto, l’egemonia USA non si impone con le armi ma con la seduzione. Anche nei posti dove sparacchiano in aria urlando morte agli Americani sono tutti vestiti secondo la moda vaga dei “rapper”, hanno tutti in mano lo scemofono, vanno tutti su Internet a guardare PornHub, eccetera.
Figurarsi cosa succede se la gente ha la scelta tra l’egemonia USA e il “Mondo Russo”, nessuno sano di mente sceglierebbe la “Russia”. Infatti, considerazione banale e un tantino infantile, la “Russia” è disabitata, non è presa d’assalto dalle moltitudini dall’Africa e dall’Asia. Perché partire dal villaggio dove si vive nella baracca per andare in un altro villaggio di baracche ma dove fa anche un freddo cane è poco interessante.
Circa la storia degli USA, è il proseguimento della storia dell’Europa.
Gli Americani sono o erano coloni europei e l’attuale egemonia USA è quello che segue il collasso degli imperi coloniali. Cito ad esempio uno dei tanti ritornelli che si ripetono periodicamente, la faccenda che i confini degli Stati in Africa ed Asia sono stati disegnati sulla carta in epoca coloniale, tagliando a capocchia regioni e popoli.
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