Lo sterminio di una popolazione animale, o anche la distruzione di ecosistemi, può avere numerosi moventi quali fame, avidità, stupidità, ignoranza, disattenzione, crescita demografica e/o economica, ecc.
Il genocidio è invece sempre frutto di un calcolo politico e di una complessa preparazione; una circostanza che, però, si verifica talvolta anche ai danni di popolazioni non umane allorquando chi detiene, o vuole scalare, il potere ritiene utile offrire all’opinione pubblica un capro espiatorio non troppo compromettente. E’ esattamente quello che sta accadendo più o meno in quasi tutta Europa ai danni del Lupo.
Il punto è che alle autorità politiche di ogni livello e fazione dei pastori non importa assolutamente nulla, salvo usarli come pretesto per un progetto di sterminio mirato a compiacere la propria quota di elettorato che, guarda caso, è quasi esclusivamente urbana.
Qualcuno obbietterà che nessuno vuole sterminare il lupo, ma solo praticare delle misure di contenimento e che perciò opporsi è solo fanatismo. Ben detto, ma il punto è che in Italia si stimano circa 3000 lupi, equivalenti ad una densità media di un esemplare ogni 4.000 ettari circa, considerando solo la superficie forestale e montana. Per confronto, ci sono circa 6 milioni di bovini e 8 milioni di pecore. Di questi, i lupi ne uccidono o feriscono gravemente ogni anno circa 1500 vacche e 7.000 fra pecore e capre. Possono sembrare tanti, ma sono lo zero virgola qualcosa del bestiame annualmente prodotto e, comunque, i capi uccisi dai lupi vengono rimborsati dallo stato. Il che costa agli italiani circa un milione l’anno, pari a due centesimi per ogni contribuente.
Insomma, semplicemente non è vero che ci sono troppi lupi, né che fanno danni rilevanti.
Qualcuno dirà pure che è una forzatura, magari uno scandalo, paragonare la mattanza che si sta preparando ai danni del lupo con un genocidio ed è vero: certamente il livello di gravità del crimine e di impegno da parte dei perpetratori sono molto differenti, ma ci sono tuttavia della analogie che vale la pena di rimarcare.
Vediamo dunque molto sommariamente quali sono i principali fattori che normalmente concorrono a scatenare livelli di violenza estrema fra uomini, per vedere poi quali di questi elementi riguardano oggi il lupo.
I protagonisti
Un’operazione di sì vasta portata come un genocidio richiede la collaborazione attiva e passiva di molte persone in ruoli diversi, i principali dei quali sono:
- Politici. Sono quelli che prendono l’iniziativa ed organizzano la mattanza per aumentare il proprio potere, o per puntellarlo se questo è in declino. Non è detto che siano tutti dei pazzoidi criminali, ma basta che ce ne siano alcuni abbastanza motivati e capaci per trascinare gli altri. In fondo, non c’è niente di più facile che convincersi che ciò che fa comodo a noi sia la cosa giusta da fare per tutti.
- Scienziati. Non sono mai stati politicamente agnostici perché anche loro, come tutti, hanno le proprie convinzioni. Molti sono anche corruttibili, se non allo scopo di lucro e/o carriera a livello privato, perlomeno in funzione di reperire finanziamenti per il proprio istituto, laboratorio o dipartimento. Problema questo sempre più drammatico man mano che lo stato taglia i fondi e la ricerca dipende sempre di più da finanziamenti di privati o di enti locali, quasi sempre finalizzati ad ottenere un imprimatur scientifico su decisioni già prese per tutt’altri motivi.
- Ideologi e propagandisti. Questi si occupano di adattare ideologie già diffuse alla necessità di rendere prima immaginabile, poi desiderabile lo sterminio. In un contesto adatto, non è difficile: basta far dimenticare parti della cultura comune, enfatizzarne altre e cucire il tutto con una buona dose di fantasia travestita da dato scientifico o storico. Poi subentrano gli esperti di marketing fra i quali si trova sempre chi sia disposto a pubblicizzare idee genocidarie come se fossero patatine. Anche perché non è detto che ne siano sempre coscienti. Per loro, come per la maggioranza dei soggetti implicati in questo genere di eventi, vale la regola che “è difficile che qualcuno capisca qualcosa se il suo stipendio dipende dal non capirla”.
- Legislatori e magistrati. In linea di principio, lo stato esiste per proteggere i propri cittadini. Se decide di prevaricarne, derubarne, scacciarne e/o ucciderne una parte è quindi necessario apportare adeguate modifiche al quadro normativo. Cosa che di solito avviene per gradi, alla chetichella, in modo che non sia facile capire dove si vuole arrivare. Un’operazione che richiede la collaborazione attiva di legali esperti ai diversi livelli.
- Maestri e professori. Oggi molto meno che in passato, ma tuttora la scuola ha una certa influenza sul modo di percepire il mondo di bambini e ragazzi, futuri adulti ed elettori. In molte società sono anche più importanti i predicatori ed il clero in genere; in Europa oggi molto meno che altrove, ma è una situazione che può cambiare anche rapidamente.
- Qualunque organizzazione complessa ha bisogno di specialisti dell’amministrazione e delle procedure, altrimenti tutto si inceppa. Non mancano mai i funzionari attivamente partecipi di un qualunque progetto, per efferato che sia, chi per convinzione e chi per corruzione. Tuttavia, Non è necessario che tutti i burocrati siano attivamente coinvolti, basta che la maggioranza di essi sia ligia agli ordini e che non voglia seccature. Sono molti coloro che sottoscrivono documenti che non condividono, o che non capiscono, semplicemente per non avere seccature, ritardi in carriera, ecc.
- Esecutori. Sono quelli che materialmente picchiano e ammazzano la gente. Possono far parte dell’esercito e/o della polizia, ma molto più spesso appartengono ad apposite milizie o bande armate.
- Profittatori. Più devastanti sono le calamità, maggiori sono i danni personali e collettivi, maggiori sono anche le opportunità di guadagno per coloro che riescono a cavalcare l’onda.
- Collaborazionisti. Per il buon esito del progetto è assolutamente necessaria la partecipazione di un congruo numero di persone che, autonomamente e gratuitamente, collaborano fornendo informazioni alle autorità ed alle milizie, diffondendo la propaganda eliminazionista, ecc. Internet ed i social media hanno enormemente ampliato l’importanza di questa categoria di partecipanti.
- Spettatori. Coloro che sono attivamente implicati nel genocidio sono sempre una piccola minoranza e possono quindi avere successo solo se la maggioranza della popolazione, semplicemente, non interviene. Lo può fare per menefreghismo, per paura o altro, ma l’essenziale è che non si opponga; meglio ancora se decide di non vedere e non capire, cosa peraltro molto facile in un contesto adatto.
Nel caso della prossima mattanza di lupi i personaggi coinvolti ed i ruoli sono gli stessi, con l’eccezione degli speculatori poiché il relativo giro di affari sarà minimale. In compenso, tutto è enormemente più facile e scorrevole, vista la soglia molto più bassa che bisogna superare per diventare partecipi o conniventi con il progetto. Da notare che fra i collaborazionisti si annoverano anche quanti, pensando di dimostrare coraggio e/o affetto per i lupi, vanno dar loro fastidio, cercano di avvicinarli e magari gli danno da mangiare, aumentando così il rischio di avvistamenti ravvicinati ed anche di incidenti su cui, poi, la propaganda eliminazionista specula abbondantemente.
Il contesto.
Lo sterminio, abbiamo detto, è spesso, se non sempre, uno strumento politico messo in atto da un governo, oppure da una fazione che tenta in questo modo di scalare il potere, ai danni di una minoranza opportunamente scelta. Ogni genocidio ha una sua storia particolare, ma esistono dei cofattori che ricorrono in diverse combinazioni in quasi tutti i casi ben documentati. Nessuno di questi è da solo determinante, ma il livello di pericolo sale rapidamente quando più d’uno si presentano contemporaneamente e, soprattutto, quando fra questi si saldano degli anelli di retroazione.
- Situazione di stress politico e sociale tale da rendere utile un “capro espiatorio” su cui scaricare l’aggressività e la frustrazione di più gente possibile.
- Disponibilità di una minoranza adatta, meglio se oggetto di un’ostilità tradizionale e comunque incapace di autodifendersi, ma anche temuta o, almeno, tale da poter essere indicata come pericolosa. Il gruppo ideale è visivamente identificabile e contiene al suo interno una minoranza della minoranza che ostenta disprezzo ed aggressività verso la maggioranza. Meglio ancora se saltuariamente si verificano incidenti fra comunità e/o se esistono bande criminali su base etnica, religiosa od altro.
- Precedenti eliminazionisti negli ultimi 50-70 anni. Se è già accaduto, è più facile che accada di nuovo.
- Élite fortemente polarizzate su base etnica, tribale, politica, culturale, ecc.
- Ideologia basata su un sistema di credenze che affermano la superiorità intrinseca di un gruppo, giustificando così la discriminazione e teorizzando l’allontanamento, persecuzione o eliminazione di altri gruppi etnici, politici, economici o religiosi.
- I regimi fortemente autoritari comportano un rischio maggiore di episodi di eliminazione di massa; i regimi parzialmente autoritari presentano un rischio considerevole, mentre le democrazie, anche parziali, sembrano relativamente al sicuro da questo punto di vista.
- Demografia dominata da una maggioranza di giovani maschi privi di prospettive realistiche, il cosiddetto “Bubbone giovanile”.
- Politica governativa discriminatoria che limita deliberatamente l’economia e/o i diritti politici di una o più minoranze.
- Apertura al turismo ed al commercio internazionale. I rischi sono maggiori negli stati/regioni più isolate.
I punti 7,8 e 9 non riguardano il lupo, ma gli altri si; vediamo come:
- Situazione di stress politico e sociale. La situazione economica e sociale in Europa ed in Italia è buona rispetto al resto del mondo, ma è in rapido peggioramento e, al di là delle promesse elettorali, non ci sono prospettive di miglioramento; semmai il contrario. Il livello di frustrazione individuale e collettiva è destinato quindi ad aumentare e la frustrazione ha il potere di esacerbare l’aggressività. Un capro espiatorio farà quindi comodo, specialmente se privo di controindicazioni politiche ed etiche rilevanti dal punto di vista della maggioranza dei cittadini.
- Disponibilità di una minoranza adatta. Ce ne sono molte, già più o meno discriminate e/o malviste: dai tradizionali ebrei e zingari, fino ad una varietà di “new entry”, ma fortunatamente siamo ancora lontani da un livello di stress tale da favorire un genocidio. Viceversa, lo sterminio di un’idonea popolazione animale può dare sufficiente soddisfazione a parecchia gente, pur senza le controindicazioni connesse con l’eliminazione di masse umane. Da questo punto di vista il lupo è perfetto: gode di una radicata pessima reputazione presso gran parte della cittadinanza, è un grosso predatore ed è quindi facile dipingerlo come pericoloso, assetato di sangue ecc. Negli ultimi decenni ne è fortemente aumentato il numero e si è diffuso in regioni dove era stato sterminato un secolo o più addietro ed proprio in queste zone dove è più temuto ed odiato. Ancor più importante è il fatto che il lupo è un’animale altamente simbolico che, suo malgrado, evoca immediatamente l’idea di quella “natura selvaggia” che nessuno ha mai visto, ma che alcuni vagheggiano e molti temono. Non solo, è spesso usato anche come simbolo di indomita resistenza e combattività (i lupi veri sono pigri e timidi) in contrapposizione con la “pecore”, metafora invece della gente stupida e conformista.
- I precedenti eliminazionisti abbondano, tanto è vero che cinquanta anni fa questa specie era completamente estinta su buona parte del suo areale europeo. Ad oggi, ne ha recuperato solo una parte.
- Le classi dirigenti europee e specialmente italiane sono sempre più polarizzate, malgrado propugnino sostanzialmente le stesse politiche di puntellamento del sempre più traballante capitalismo globalizzato. Per identificarsi hanno dunque bisogno di focalizzare l’attenzione del pubblico su argomenti del tutto marginali, ma percepiti come fortemente simbolici. Oppur anche temi effettivamente importanti, ma banalizzati al massimo grado possibile. La protezione del lupo e della natura in generale dovrebbe essere al primo punto delle agende di tutte le parti politiche, se volessimo tentare di salvare il salvabile della nostra civiltà, ma non è così che viene percepita, tant’è vero che nessuna parte politica se ne occupa veramente, mentre tutte ne fanno gran parlare, chi pro e chi contro, ma comunque a vanvera.
- L’ideologia discriminante è totale: l’idea della sacralità della vita umana, in contrapposizione con qualunque altra forma di vita, è uno degli archetipi fondanti della nostra civiltà. Solo il rischio teorico di un’aggressione ad uno di “noi” è per molti ampiamente sufficiente a giustificare lo sterminio di “loro”.
- Il tipo di regime in Italia e EU è democratico, ma la funzionalità e la legittimità del sistema politico è in calo vertiginoso ed i governi stanno diventando gradualmente più autoritari e pervasivi. Siamo ancora lontani dalle autocrazie, ma la distanza diminuisce.
Lo sviluppo
Un’operazione complessa e drammatica come un genocidio richiede una lunga ed abile preparazione, vediamo quali sono le fasi, in parte sovrapposte, di preparazione ed esecuzione di questo crimine estremo, secondo i manuali che ne parlano.
- Identificare la minoranza che fa al caso e cominciare a distinguere «noi» da «loro» per etnia, religione, politica, contrada, eccetera.
- Etichettare le persone-bersaglio con un termine dispregiativo (zingaro, frocio, crucco, negro, lupo, ecc.); enfatizzare anche l’attenzione sulle eventuali caratteristiche distintive (colore della pelle o dei capelli, abiti, accento, eccetera). In questa fase si fa spesso ricorso ad una notevole dose di creatività.
- Far crescere l’odio, ma soprattutto il disprezzo ed il timore contro il gruppo bersaglio tramite tutti i canali della propaganda (media, internet, tv, passaparola, eccetera). Il messaggio è tanto più efficace quanto più è pervasivo e ripetitivo. Anche chi all’inizio non ci crede, col tempo finisce infatti con l’abituarsi a pensare che “qualcosa di vero ci deve pur essere”. Il messaggio è tanto più efficace quanto più diversi sono i modi di declinarlo ed eterogenee le fonti da cui proviene.
- Rendere eliminazionisti alcuni settori dello Stato (polizia, burocrazia, esercito) e/o formare milizie o bande paramilitari adeguatamente ideologizzate.
- Stendere liste di proscrizione, allertare le milizie, modificare le leggi, espropriare, licenziare, ghettizzare.
- Scatenare l’eliminazione totale o parziale del gruppo bersaglio, dalla deportazione all’uccisione, fino all’occultamento dei cadaveri.
- A cose fatte, negare gli eventi, cancellare le tracce, intimidirei o eliminare i testimoni, attribuire la colpa alle vittime, fornire alibi agli esecutori o, in alternativa, scaricare su di essi l’intera responsabilità facendone a loro volta dei capri espiatori a protezione dei mandanti.
Anche da questo punto di vista, se l’obbiettivo prescelto non è umano, tutto è molto meno impattante, ma altrettanto meno complicato. La sola fase delicata è la propaganda che deve predisporre l’opinione pubblica a plaudire o, perlomeno, tollerare lo sterminio. Ed è quello che, cominciato in sordina parecchi anni fa, sta prendendo slancio mediante un profluvio di notizie più o meno scioccanti talvolta vere (i lupi hanno sbranato un capriolo, un cane, una pecora), talvolta inventate o esagerate (i lupi hanno aggredito questa o quella persona). Ma fa parte dello schema anche la valanga di fotografie e filmati che impazzano sul web di lupi avvistati vicino alle case o addirittura nelle periferie urbane. Materiale spesso molto dubbio per località e momento di scatto, oltre che per identificazione dell’animale. La maggior parte delle persone che condividono questo materiale non sanno neppure di stare partecipando alla preparazione di una mattanza, pensano solo di raccogliere dei “like” ed è proprio questa massa di collaboratori inconsapevoli che rende la campagna così economica ed efficace. Lo scopo è che la gente interiorizzi il messaggio che i lupi ormai pullulano ovunque e non c’è quindi più nessun motivo per proteggerli se non le ubbie eticamente molto disdicevoli di un manipolo di “ambientalisti integralisti”, ricchi fricchettoni che disprezzano “la gente”. Il messaggio che tutti devono interiorizzare è che i lupi sono ormai troppi, pongono un problema economico consistente e sono pericolosi per le persone, specialmente per i bambini.
E’ possibile opporsi?
Opporsi ad un genocidio è difficile, ma si può e più gente si oppone, più è facile. Lo sterminio a scopo politico è infatti possibile solo se porta un vantaggio ai politici che lo promuovono e quindi solo se un numero sufficiente di persone partecipa anche solo passivamente. Opporsi in fase attuativa è però estremamente pericoloso e poco efficace, mentre nelle fasi precedenti il rapporto fra rischio e risultato è molto più vantaggioso; ecco perché è bene stare all’erta ed ostacolare il processo alle prime avvisaglie. Come? Soprattutto opponendosi all’instaurarsi di autocrazie ed intralciando la propaganda segregazionista fin dall’inizio, quando è meno vigorosa.Opporsi allo sterminio del Lupo è molto più facile e non pericoloso, al massimo si rischia di essere insultati. Tuttavia richiede pazienza e tempo per documentarsi e ribattere puntualmente alla propaganda “lupicida”, specie quella più subdola perché inconsapevole. Un’attività che richiede dedizione e che può generare imbarazzo, quando si tratta di esporsi personalmente in un contesto ostile.
Concludendo
Forse non c’è un vero complotto ai danni dei lupi a livello europeo e/o nazionale, ma sicuramente la tendenza è verso una prossima mattanza e c’è una varietà di soggetti che stanno spingendo per questo scopo con modalità che ricordano da vicino le procedure adottate per lanciare operazioni di sterminio a scopo politico. In altri paesi europei, ad esempio in Francia ed in Svezia, si è già passati alle vie di fatto a livello governativo, pur sotto una fitta cortina fumogena. In Italia ancora no, ma la tolleranza nei confronti del bracconaggio aumenta, mentre sempre più spesso i lupi uccisi di frodo vengono esposti con modalità che riproducono esattamente quelle consuete nei genocidi, quando lo scopo non è solo uccidere, ma anche terrorizzare e deridere. Nel frattempo, i toni e la frequenza dei messaggi anti-lupo salgono, così come aumentano i politici che si fanno un vanto ed una bandiera di essere anti-ambientalisti.
Una tendenza questa che incontra sempre minore resistenza perché, almeno nel nostro paese, praticamente nessuno che conta qualcosa è davvero ambientalista, nel senso che comprende la portata della posta in gioco e conosce i mezzi per opporsi al disastro. Forse la migliore prova di ciò è il graduale e silente, ma inarrestabile smantellamento della già del tutto insufficiente rete di aree protette; processo che ha cooptato non solo praticamente tutte le parti politiche e le amministrazioni, ma perfino frange del movimento ambientalista.
Se c’era bisogno di una dimostrazione di come una propaganda sufficientemente pervasiva e sapiente può stravolgere la mente delle persone, direi che questa è una plateale.
Premesso che trovo atroci le foto che hai inserito nell’articolo (ma credo se ne possano reperire anche di cani, gatti e altre povere creature), mi sembra un po’ eccessivo vedere nella campagna contro i lupi un modo per cercare un comodo capro espiatorio per far sfogare rabbia e frustrazione degli scontenti.
Magari mi sbaglio, eh.
Ma la questione sembra più complessa di quel che appare, e t’inviterei a leggere i post sui lupi pubblicati da Gaia Baracetti sul suo blog:
https://gaiabaracetti.wordpress.com/?s=Lupi&submit=Cerca
Poi magari ne riparliamo.
Certamente ci sono problemi di convivenza anche seri e ovviamente chi li vive ne ha una visione diversa da chi legge le statistiche. Personalmente non ho bestiame, ma ho amici e parenti che ne hanno in zone con lupi e qualche volta hanno un danno. Le cose sono complicate, ma non cambia il fatto che su questa faccenda si stia montando pian piano una “bolla speculativa” politica. E questa non è fantasia perché in altri paesi è già scoppiata. Per scendere nel personale, conosco persone che trovando un lupo mentre gli stava portando via una delle loro capre gli hanno sparato. Lo capisco molto bene e non mi scandalizza. Non è questo che mette in pericolo la specie, né gli ecosistemi di cui fa parte. Il pericolo è rappresentato da tutti coloro che si lasciano convincere di tre cose che sono, semplicemente, false: 1- che ci siano troppi lupi, 2- che facciano danni ingenti a livello nazionale (a livello individuale invece può succedere) 3 – che siano pericolosi per gli uomini (puoi anche riuscire a farti mordere, ma allora dovremmo sterminare prima i cani).
Jacopo, solitamente apprezzo molto quello che scrivi e sono d’accordo, ma questo post, perdonami, non è solo fuorviante e ignorante: è un delirio vero e proprio. Mi stupisco che una persona informata ed equilibrata come te possa scrivere assurdità del genere.
Le foto che mostri sono estremamente manipolatorie, roba da tabloid. Ne avresti potute trovare molte altre, ma molte di più, di animali sbranati vivi dai lupi. Perché non hai scelto quelle? Se la gente sta iniziando a farsi giustizia da sè, e non difendo questo atteggiamento e men che meno trattare degli animali senza rispetto, è proprio perché persone arroganti e disinformate come te spacciano il contenimento di una specie come “genocidio”. Non solo: pretendono che le popolazioni marginali si facciano carico di tutti i costi della presenza di una specie, senza limiti e senza protezioni. Questo è pure classista. Non sei tu che rischi di perdere la tua fonte di sostentamento per colpa del lupo. Il tuo stipendio è garantito in ogni caso.
Tra l’altro, solo in Italia al lupo viene permesso di espandersi in maniera incontrollata: tutti gli altri paesi al mondo hanno capito che devono esserci dei limiti e che qualche esemplare va abbattuto (altro che genocidio!!!). Così come si fa con praticamente qualunque specie superi un certo numero, anche per il suo bene. Il fantomatico equilibrio naturale in aree antropizzate può esserci solo se anche l’uomo fa la sua parte di specie apicale, altrimenti troviamo situazioni di squilibrio come quella odierna, in cui il lupo sta creando forti problemi alle specie sia domestiche che selvatiche, e conseguentemente anche alla biodiversità.
Semmai è il permettere al lupo di espandersi in modo incontrollato che sta sterminando la cultura e le fonti di sostentamento delle popolazioni alpine. Magari per te questo è positivo, ma non venire qui a dipingere il lupo come vittima quando in questo caso le vittime sono gli altri animali e le persone.
E sei veramente disonesto a far sembrare che ci siano loschi e biechi interessi dietro allo sterminio del lupo, quando dovresti sapere che per la protezione del lupo sono stanziati fior di milioni e c’è un sacco di gente che ci campa, e bene, mentre la pastorizia è un’attività solitamente poco redditizia e praticata su piccola scala da gente che non ha né tempo né soldi per fare lobby – ecco perché siamo arrivati a questo punto.
I lupi vanno contenuti, punto e basta. Stanno letteralmente distruggendo la pastorizia in Italia, una delle poche attività sostenibili rimaste e, anche se tu dici che “non attaccano l’uomo”, questo è semplicemente falso. Non attaccano l’uomo in Italia adesso, ma lo fanno in altri posti del mondo tutt’ora (ad esempio in Russia), hanno sempre attaccato l’uomo e stanno di nuovo adottando dei comportamenti pericolosi nel nostro paese, per cui il rischio di un’aggressione (alcune sono state documentate ma tu ti rifiuti di crederci) è sempre più reale.
Il tuo post è talmente sbagliato, offensivo e disinformato che non ho neanche voglia di commentare punto per punto, perché dimostri già di non essere interessato a scoprire la verità, ma solo a dimostrare una tua tesi. Ti avevo già dato dati e informazioni in passato e li hai completamente ignorati. Questo significa che discuterne con te è tempo perso.
Ti chiedo solo come favore di lasciare qui questo mio commento perché per me è molto importante che ci siano persone che non dico sappiano, ma almeno sospettino, che c’è chi la vede diversamente e conosce l’argomento, se posso permettermi, anche meglio di te.
Non sei l’unica fra i miei contatti ed anche fra i miei amici personali che la pensa così. Il pericolo maggiore è rappresentato proprio dalle persone che in perfetta buona fede credono alla propaganda e la diffondono perché sono queste le fonti più credibili. I numeri sono, approssimativamente, quelli citati nell’articolo, ma in rete si trova abbondante materiale assai più tecnico per verificare ed approfondire.
Che i lupi costituiscano una complicazione per i pastori non c’è dubbio, ma non sono certo loro la causa principale dei loro problemi. Magari regolamenti, tasse, prezzi ecc. incidono assai di più. Lo dico perché ho parenti ed amici che allevano vacche e pecore in montagna. Qualcuno in Calabria dove i lupi ci sono sempre stati. Mio cugino, per esempio, certo non li ama, ma la sua azienda vive da parecchie generazioni malgrado loro. E vive in Sila dove un costante bracconaggio ha fatto fallire il ripopolamento di cervi, daini ed in parte anche caprioli, cosicché gli unici ungulati selvatici presenti sono i cinghiali e qualche capriolo. Il che aumenta ovviamente il rischio per le sue vacche e capre. Ma, ripeto, sono parecchie generazioni che la famiglia vive di quella mandria, lupi o mica lupi.
Altri invece vivono in Francia, dove, come sulle alpi, il lupo era stato sterminato cent’anni fa. Sono tutti nel panico, anche quelli che non hanno mai perso un capo e magari mai lo perderanno perché l’attacco alle mandrie ed alle greggi è una specialità di alcuni branchi e degli isolati (almeno in Italia). Per compiacere i sindacati agricoli (che in Francia sono una mafia molto potente ad eccezione della Confederation Paysanne che non è una mafia, non è potente ed odia parimenti i lupi) in Francia la mattanza dei lupi è già in corso, alla chetichella, da anni. Il risultato è che i danni al bestiame sono aumentati perché la caccia impedisce che si formino dei branchi consolidati, il che aumenta la natalità ed il numero di esemplari isolati che non sono i grado di uccidere un cervo un un cinghiale, mentre una pecora si. Ci sono infinite altre variabili di cui tener conto, ma il punto è che uccidere qualche lupo non è un tabù, ma non è questo che interessa. Sia chi lo ama che chi lo odia, ama o odia una leggenda ed un simbolo, non un animale quale invece è.
Jacopo, sei estremamente offensivo. Adesso le persone che hanno cognizione dei fatti sarebbero il pericolo, sarebbero le vittime della propaganda. Ma come fai a dire certe cose?
Tra l’altro ti faccio notare che non entri nemmeno nel merito delle mie obiezioni, mi liquidi e basta senza rispondere su un solo punto. Ti faccio notare anche che, mentre tu hai scritto un pezzo iper emotivo in cui si fanno accuse gravissime ma vaghe, io ho scritto una serie di post molto dettagliati in cui spiego da persona competente in materia come funzionano le cose (li ha linkati sopra Paolo). Eppure sarei vittima della propaganda. Non ho parole.
Io spero che tu ti renda conto di quanto è arrogante e offensivo da parte tua pensare che chi la pensa come me sia un poveretto manipolato in buona fede. Cosa ti fa pensare di non essere TU invece quello manipolato? Credi che chi vive in montagna in mezzo ai lupi abbia meno cognizione di causa di chi legge le cose su internet?
Io, a differenza tua, lavoro con le pecore da anni, ho vissuto in montagna, mi sono informata sull’argomento in lungo e in largo e ho parlato con un sacco di persone che ne hanno esperienza diretta.
Tu invece ti fidi ciecamente di quello che dicono persone pagate per difendere il lupo a ogni costo. Vai a farti un giro in certe valli, parla con gli allevatori, e vedrai la devastazione che sta causando questa politica sul lupo.
E comunque, anche l’articolo che hai linkato mostra che le predazioni sono in deciso aumento e che sono sottostimate. Quindi, di nuovo, non capisco in base a cosa fai le affermazioni che fai, se nemmeno le tue fonti le sostengono. Leggi meglio l’articolo e ammettono anche loro, seppur malvolentieri, che il lupo è un grosso problema.
Cerco di non arrabbiarmi troppo ma è veramente crudele quello che fate con questa disinformazione sul lupo. Spero che un giorno ve ne rendiate conto, perché persone, animali ed ecosistemi interi stanno soffrendo per colpa dell’ignoranza e dell’arroganza di alcuni.
Scusa, mi è partito il commento non finito, ora lo ho completato.
Di delirante c’è solo la sua risposta. Il lupo va contenuto? Quello dle lupo è il più grande non problema dei nostri tempi. Se siamo al collasso totale è a causa Dell ignoranza e della mentalità becera e antropocentrica che porta a pensieri come il suo.
Jacopo, tu scrivi in italiano per cui non puoi portare esempi dalla Francia e fare quello informato. Se vuoi entrare nel dibattito francese scrivi in francese. Se parli dell’Italia devi conoscere la situazione italiana.
Se tu dici che il problema non è abbattere qualche lupo a commento di un articolo in cui accusi chi vuole abbattere i lupi di volere un genocidio, in un paese in cui però il lupo NON si può abbattere ed è iper protetto e si sta riproducendo a dismisura, fai solo confusione e disinformazione.
In Italia il problema, contrariamente a quanto dici, è proprio che l’uccisione di ogni singolo lupo È tabù, per cui il problema non fa che allargarsi. L’esempio della Calabria non è calzante perché i problemi maggiori si verificano nel nord Italia e sulle Alpi, dove sia la situazione che le condizioni di partenza sono diverse. Te l’avevo già detto e hai ignorato anche questo.
In breve, senza pretendere di esaurire la questione: sugli Appennini e soprattutto al Sud l’allevamento e l’antropizzazione sono diversi, ci sono estensioni più ampie e montagne più basse, è più facile tenere cani e c’è più spazio, c’è probabilmente meno controllo e più bracconaggio per cui la gente fa quello che le pare, probabilmente (non ne ho le prove) anche i lupi hanno più paura delle persone a differenza di quelli intoccabili che ci sono adesso qui, e al Sud e nelle isole ogni tanto capita che i cani, anche dei pastori, ammazzino qualcuno. Immaginati tu se i cani aggredissero gente che ne sarebbe del turismo in Trentino o in altri luoghi del Nord.
Tu dici che il tuo amico non ha problemi con i lupi ma anche che c’è così tanto bracconaggio che non esiste fauna selvatica: non ti viene il dubbio che ogni tanto facciano sparire anche qualche lupo? Ci sono posti in cui ufficialmente nessuno tocca i lupi, ma poi parli con gente che ti racconta storie diverse.
Quello che tu dici è fuorviante perché in Italia le predazioni aumentano non perché si abbattono i lupi (non si può) ma perché *non* lo si fa, e così sempre più aziende chiudono. Questo riduce la biodiversità, aumenta la pressione sulle pianure e avvantaggia gli allevamenti intensivi a discapito del pascolo, che è molto migliore dal punto di vista della qualità del cibo, del benessere animale e dell’ecosistema.
È vero che non è l’unico problema, ma a differenza degli altri che citi questo è un problema diverso perché è *esistenziale*. Ai bassi prezzi, alla burocrazia, puoi sopravvivere, ma quando i lupi iniziano a predare regolarmente devi chiudere e basta. Inoltre (se tu approfondissi la questione lo sapresti) tutte le misure di protezione dal lupo, oltre ad essere alla lunga inefficaci, peggiorano tutti questi aspetti, costringendo gli animali a stare chiusi e causando altri problemi che ho elencato nel dettaglio nel mio blog. Inoltre le misure antilupo, oltre a peggiorare la vita dei pastori e dei loro animali, danneggiano anche l’ecosistema molto più dell’abbattimento di qualche lupo. Sei tu a farne un feticcio, un feticcio al cui altare deve essere sacrificato tutto il resto.
Quello che hai fatto con questo post è molto grave. Hai dato un’immagine falsata basata su situazioni diverse e hai fatto sembrare che sia in atto una strage quando il lupo in Italia è completamente intoccabile e sempre più aziende stanno chiudendo. Fai sembrare persone oneste che cercano di vivere in santa pace o dei poveri manipolati o degli assassini. Non ti viene il dubbio che le manifestazioni dei pastori contro il lupo derivino veramente dalla loro effettiva esperienza con questi animali? Mentre i media non fanno che decantare quanto è bello vivere in mezzo a lupi e orsi?
La gente è disperata, Jacopo. Non è solo una questione dei pastori e del loro lavoro. È tutta una cultura, una tradizione e una popolazione che rischia di scomparire se non si permette l’abbattimento di un po’ di lupi. Non puoi scrivere cose del genere.
Mi pare di avere scritto che gli unici ad avere delle buone ragioni per odiare i lupi sono proprio i pastori ed ho anche aggiunto che proprio per questo capisco e non condanno chi, nel momento in cui il suo gregge è attaccato, spara una schioppettata. Questo non ha nulla a che fare con ciò di cui parlo e non ha nulla a che fare con la politica che si gioca in altri luoghi e che, al massimo, sfrutta fatti del genere per alcuni a proprio vantaggio. Ed è esattamente questo il punto. Per riprendere la parziale analogia eliminazionista, non confondere chi spara ad un tizio che lo sta rapinando con chi fomenta un odio ed una paura sistemici a proprio uso e consumo. Ho usato l’analogia con il genocidio proprio per evidenziare la differenza strutturale fra i due fenomeni. Occhio che una piccola anteprima di come funzionano queste cose l’abbiamo già avuto quando abbiamo radicato una subliminale (ma proprio per questo forte) assimilazione mussulmano=arabo=terrorista. Una volta esplicitato, chiunque si rende conto che non ha senso, ma non è stato esplicitato ed è servito a giustificare non dei genocidi, ma delle invasioni, per esempio in Iraq. Analoga procedura è stata usata da Putin per far accettare l’invasione dell’Ucraina ai russi e non solo; è bastato convincere abbastanza gente che il paese era un covo di nazisti ecc.
In Calabria ammazzano qualche lupo? Certo, ma poi lo fanno sparire: è un atto di bracconaggio o, se vogliamo, di difesa della proprietà (non della persona come qualunque pastore calabrese ti potrà confermare). Lo scempio e l’esposizione del cadavere trasformano questo fatto in un atto politico ed è la strumentalizzazione politica che rende la cosa preoccupante, non la schioppettata di per se. Per tornare all’esempio umano, sparare ad uno che ti sta rapinando, sparare ad uno zingaro “perché son tutti ladri” ed un esponente politico che sostenesse che gli zingari dovrebbero essere eliminati sono tre cose molto diverse che possono però essere cucite fra loro se interessa a chi ha potere sui media e se abbastanza gente, pian piano, finisce col crederci. Così come tanti russi ed anche italiani hanno finito col credere che in Ucraina ci fosse un governo nazista. Mi dirai che mescolo lucciole con lanterne. Può darsi, ma seguo le faccende lupesche (oltre che umane) da oltre 40 anni e secondo me stiamo sdrucciolando per una brutta china. A chiosa, da ragazzo ho conosciuto un vecchietto che era l’ultimo luparo di Pescasseroli. persona molto interessante e l’esatto contrario di uno stragista.
Jacopo, di nuovo (poi la smetto, perché potresti anche mandarmi a quel paese dato che il blog è il tuo) stai confondendo i lettori e facendo disinformazione.
Intanto, i lupi non sono persone per cui l’analogia non regge. Inoltre trattano gli animali che uccidono con estrema brutalità (non possono fare altrimenti), sbranandoli vivi e lasciandoli spesso agonizzanti, per cui anche questo andrebbe detto, se non altro per completezza di informazione e perché potrebbe essere una conseguenza di una protezione estrema della specie, ma tralasciamo.
Comunque, i criminali in Italia si arrestano; la gente inizia a farsi giustizia da sè quando lo stato collassa e non la protegge più. Che è un po’ quello che sta succedendo con i lupi. Se tu lasci girare dei criminali senza fare assolutamente niente, la gente prima o poi prende in mano la situazione. Ma la colpa non è della gente, che deve sopravvivere, ma dello stato assente. QUESTO è il problema, non come vediamo la cosa, la demonizzazione del lupo, e altre questioni astratte e non concrete.
C’è un classismo molto evidente nel modo in cui viene discussa la questione del lupo: siccome a chi ne è vittima viene legamente impedito di difendersi, chi non ha problemi, dall’alto del suo confort dà la colpa a chi si difende e non a chi attacca e a chi protegge chi attacca. (Che è lo stesso classismo che si vede in questioni come “gli zingari” e l’immigrazione di massa, dato che a fare le spese dei problemi sono solo certe categorie sociali, che si accusa di essere manipolate e intolleranti quando invece hanno problemi reali che la politica non risolve, ma non divaghiamo)
Tu dici che non biasimi chi tira una schioppettata al lupo per difendersi, ma dovresti sapere (altrimenti non dovresti scrivere sull’argomento) che in Italia NON PUOI tirare una schioppettata a un lupo. Ed è questo il punto. Non solo non è in corso nessuno “sterminio del lupo”, come tu disonestamente intitoli il tuo post, ma in Italia chi si azzarda per legittima difesa a fare del male a un solo lupo rischia la galera. Capisci la differenza?
https://www.agi.it/cronaca/news/2021-12-04/bracconiere-lupo-scoperto-ris-14786504/
La Calabria è la Calabria. Succedono tante cose in Calabria che non succedono altrove e che non sono nemmeno legali. Nel resto d’Italia, il problema è esattamente che, per colpa anche di gente che fa discorsi assurdi come i tuoi, il lupo è intoccabile e la situazione è completamente fuori controllo. Non solo per i pastori, come, di nuovo, erroneamente dici tu, ma il problema inizia a toccare anche chi lavora nel turismo, i cacciatori (la selvaggina è un’importante integrazione alimentare in montagna), e ormai i residenti stessi che iniziano ad aver paura (lupi che sbranano cani, che girano tra le case…)
Per cui, di nuovo, ti sbagli. Non solo non c’è nessun massacro del lupo, non solo il lupo non è il capro espiatorio di un bel niente, ma l’ottusità ideologica di gran parte degli animalisti e ambientalisti, in Italia, sta creando una situazione pericolosa, devastante e ingiusta. È la parte che tu rappresenti ad aver creato un totem, non l’altra.
Basterebbe permettere degli abbattimenti controllati, trovare un compromesso sentendo le parti in causa, e tutta la rabbia che sta montando si placherebbe.
Scusa, posso fare una domanda diretta? Ovviamente rispondi se vuoi: quanti capi di bestiame avete perso tu ed i tuoi vicini negli ultimi anni?
Sì, certo che puoi!
La mia era una valle dove i lupi non c’erano (in quanto sterminati in passato, suppongo, dato che un paese vicino si chiama “Lovea”). Per cui la risposta per quanto riguarda me e il periodo in cui sono stata lì è zero (diverso è il discorso di volpi e rapaci con galline, che facevano stragi anche con me fisicamente lì).
Le cose hanno iniziato a cambiare di recente. Su un monte al limite della mia valle sono state uccise una ventina di pecore l’anno scorso, quest’anno non so perché non c’ero. Da una malga vicina ho sentito notizie di pecore uccise, ma non ho dati.
Quando sono andata via stava girando un lupo solitario a ridosso del nostro paese, ma dev’essere andato via e comunque non ho saputo di predazioni. Il che mi fa anche sospettare della storia che si sente spesso per cui sarebbero i lupi solitari, e non i branchi, a essere più pericolosi. Ho anche sentito che i caprioli e i cervi si abbassavano più del solito ed entravano addirittura nei paesi, forse in fuga dal lupo.
Nelle valli vicine, invece, orsi e lupi predano regolarmente, anche, a quanto so, asini e vitelli. Non saprei dirti i numeri, ma trovi molte notizie online. So di casi in cui ci si rifiuta di certificare la predazione da lupo, per cui anche i dati ufficiali non sono del tutto affidabili. C’è stato almeno un caso anche in pianura l’anno scorso, otto pecore in una notte. Un uomo nel Tarvisiano ha dichiarato di essere stato aggredito dal lupo fuori casa sua.
Inoltre c’è la questione della fauna selvatica, che è per i montanari una fonte di cibo. Non dico che spetterebbe tutta a “noi”, ma sicuramente è un problema, dato che d’inverno la gente si sfama anche con cervi e caprioli.
Il Friuli Venezia Giulia comunque non è tra le regioni più colpite. La mia battaglia su questo argomento è proprio per difendere il “mio” metodo di allevamento, che in presenza di lupi è impossibile. Quando un trentino ha visto le mie pecore fuori giorno e notte, ha detto: “da noi questa cosa non esiste”. Questo mi ha messo molta tristezza. Altri allevatori di altre zone d’Italia mi hanno raccontato cose simili: hanno smesso di tenere animali al pascolo e iniziato a chiuderli. Un’allevatrice che conosco in Veneto mi ha raccontato di uscire sempre con qualche arma (non da fuoco), vivere in uno stato di allerta perenne, e dover chiudere le pecore ogni sera (il che, come spiego sul mio blog, è spesso impossibile e comunque controproducente).
Il punto infatti non è solo quante pecore sono aggredite, ma come i pastori devono modificare il proprio lavoro come conseguenza della presenza del lupo. E tutte le strategie, dal chiudere gli animali, al prendere i cani, al mettere reti antilupo adesso addirittura ai fari, sono peggiorative per chi lavora, per gli animali allevati, e per l’ambiente nel suo complesso.
Per cui non si può solo considerare il numero di predazioni.
I lupi stanno aumentando di numero molto rapidamente, e la situazione, che io sappia, sta peggiorando dappertutto. Io vedo come va dove va veramente male, e cerco di evitare che quelle cose arrivino anche qui.
Per capirci, è come se a uno che fa campagna per chiudere un quartiere alle auto chiedessero quanti bambini sono stati investiti negli ultimi anni. Magari anche nessuno, ma il punto è che i bambini non giocano più per strada.
Questo vale anche nel caso di altri pericoli, soprattutto criminali, come il furto o lo stupro, non è solo una questione di quanti casi ci sono, ma anche alle libertà, diritti o serenità a cui uno rinuncia per proteggersi.
Se dovessero calare i dati di predazione da lupo una persona non informata potrebbe dire: visto? problema risolto!, ma questo potrebbe anche significare che la pastorizia è stata abbandonata.
Grazie della risposta puntuale che conferma quello che dico: i lupi sono certamente una complicazione ed un costo per i pastori che quindi hanno le loro buone ragioni a non volerli. Dal punto di vista delle stato, la questione è ovviamente più complicata ed è per questo che i danni vengono rimborsati. Il che so bene è un palliativo parziale perché non tutto quello che viene perso viene rimborsato, ma anche non tutto quello che viene rimborsato era stato ammazzato dai lupi (a livello nazionale, i cani vaganti sono più dei lupi). Ma se anche i risarcimenti fossero perfetti, sarebbero comunque una complicazione e non compenserebbero la gestione più complessa del bestiame, il mantenimento dei cani ecc. Perciò, ripeto ancora una volta, capisco benissimo un allevatore che all’occasione uccide un lupo. Tuttavia, per altre vie ti sarai resa conto che dei pastori a chi si occupa di potere politico non gliene può fregare di meno, se non nella misura in cui i loro problemi reali possono essere sfruttati a proprio vantaggio. Non necessariamente elettorale, il potere è una cosa molto complicata e camaleontica, ma che sempre vola alto sulle teste di chi lavora molto e guadagna poco.
Quando il dibattito parte con delle preclusioni ideologiche non ci si può aspettare grandi risultati. Per la mia esperienza (partecipai nel ’71 -se ben ricordo- all’indagine sul lupo e da allora ne ho sempre seguito le vicende) posso dire di aver visto il vivace recupero di questa specie. Essendomi occupato anche di altre specie di predatori posso dire che le specie più plastiche hanno mostrato insospettate doti di resilienza e recupero. In questo è stato fondamentale l’interruzione della persecuzione diretta. Non vedo essere in contrasto un limitato e mirato programma di contenimento ove vi siano pressioni eccessive o presenze a ridosso di aree abitate. Sempre che vengano messe in atto azioni di eliminazione di fonti alimentari alternative come i rifiuti e le azioni di contenimento siano preferibilmente svolte da personale istituzionale appositamente preparato ed istruito.
Sono d’accordo. Anche io seguo le vicende lupesche dal lancio dell'”operazione S.Francesco”, caldeggiata da Tassi e Simonetta (mio babbo). Il recupero è stato spettacolare, in Italia assai più che altrove a dimostrazione che da noi tutto a funzionato meglio. Sul piano prettamente tecnico, ha ragione Boitani: si potrebbero eliminare alcuni capi fra quelli che creano particolari problemi. Il problema è però politico ed è su questo che occorre invece fare estrema attenzione. In un paese con 3000 lupi e 60.000.000 di umani sempre più frustrati e spaventati perdere il controllo della situazione può essere una faccenda molto rapida.
Il problema è che in Italia appena si parla di abbattimenti le associazioni ambientaliste (eg. WWF) si mobilitano per impedire che ne venga effettuato anche uno solo. Questo è un problema solo italiano; in altri paesi c’è più equilibrio.
Jacopo, il problema in Italia è proprio che il “potere politico” è quasi unanimemente dalla parte dei lupi, non dei pastori. Questo perché l’animalismo (secondo me quasi antitetico, ormai, all’ambientalismo) gode di molto sostegno presso una popolazione urbana che dal punto di vista demografico, politico e mediatico conta più di quella rurale e che ha un’idea completamente irrealistica e superficiale di cosa significa vivere in zone meno antropizzate. Inoltre c’è una vera e propria lobby “pro lupo” costituita da associazioni ambientaliste, professori universitari ed esperti vari, burocrati, ecc, di alto reddito, con contatti tra i media e con buona visibilità. Ci sta che anche loro facciano sentire la propria voce; purtroppo questo punto di vista di parte ha una visibilità sproporzionata e per di più viene spacciato come “scienza”, e il resto come isteria collettiva. Invece tante cose che “in teoria” erano vere degli animali selvatici si sono rivelate nella pratica più complesse, a dir poco, ma l’esperienza delle persone sul campo è stata ignorata molto a lungo perché si trattava di contadini o di pastori “di parte”. Ma il pastore non è solo uno che vuole proteggere le pecore, è anche uno che la montagna la vive e la deve conoscere.
Quello che è successo è che queste persone che di lupo ci vivono hanno imposto una iper-protezione del lupo (e in parte anche dell’orso) a comunità di fatto non interpellate e costrette a farne le spese – tendenza visibile praticamente ovunque nel mondo della conservazione, purtroppo (e questo sì che sarebbe un bell’argomento per questo blog!).
Alla fine la gente si è stufata e ha cercato rappresentanti politici che la ascoltassero. Se questo governo dovesse decidersi, nonostante le fortissime pressioni contrarie, a consentire l’abbattimento di qualche esemplare, non sarà perché ha manipolato i pastori ma, al contrario, perché le comunità penalizzate dalla politica attuale sono finalmente riuscite a farsi sentire. La democrazia è anche questo. Non si può parlare di democrazia quando i risultati ci piacciono, e di manipolazione, populismo, ecc, quando i risultati non ci piacciono.
Dire che non biasimi qualcuno che abbatte qualche lupo significa accettare che le vittime di una politica sbagliata devono farsi carico non solo della fatica di correggerla (non è mica facile uccidere un lupo!), ma anche dei rischi legali che, come mostra il link sopra, sono parecchio pesanti. Sarebbe molto meglio se la politica decidesse di trovare un compromesso, le associazioni ambientaliste si dessero una calmata, e si cercasse di trovare un equilibrio tra le esigenze di conservazione e le esigenze di chi in montagna vive e lavora. Ma se ogni volta che solo si ipotizza di abbattere qualche esemplare gli ambientalisi parlano di sterminio e genocidio, non ne usciamo più.
E comunque, non è proprio vero che gli unici che hanno problemi sono i pastori. I lupi stanno iniziando ad attaccare e uccidere anche vitelli, asini e cavalli, e animali d’affezione, in particolare cani (uno ha ucciso anche il pony di Ursula von der Leyen; quel lupo sarà abbattuto, a dimostrazione forse che certe persone contano più di altre). Minacciano i cacciatori e sottraggono selvaggina, fonte alimentare importante, alle comunità. Per quanto riguarda gli attacchi agli umani, anche se tu non ci credi i lupi nel mondo attaccano gli esseri umani anche al giorno d’oggi: https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_wolf_attacks#2020s
In Italia si stanno osservando cambiamenti nel comportamento del lupo, che ha sempre meno paura ad avvicinarsi a persone e centri abitati. Come sa chiunque abbia osservato i predatori nel loro ambiente, e non letto solo sui libri, questi cambiano il comportamento rapidamente a seconda delle situazioni e di cosa imparano (la famosa “intelligenza” di volpi, lupi e altri animali consiste proprio in questo). E impedire alle persone di difendersi dai lupi sta facendo loro perdere la paura dell’uomo. E anche l’ibridazione con cani non aiuta. Per cui il pericolo c’è.
I lupo allo stato attuale è un pericolo anche sociale, non solo economico.
C’è molto di corretto in quello che dici, salvo che le conclusioni che ne trai. I lupi possono creare problemi, ma sono anche indispensabili per far funzionare le foreste e gli ungulati che ci vivono dentro, dunque sono necessari. Fanno dei danni alla pastorizia che in qualche caso sono considerevoli a livello individuale, ma trascurabili a livello nazionale. Sono aumentati in modo spettacolare, ma non allarmante ed hanno dei meccanismi di autocontrollo della popolazione. I problemi che pongono sarebbero tecnicamente gestibili, ma diventano ingestibili per il significato simbolico e politico che amici e nemici attribuiscono a quello che alla fine è solo un cane selvatico di taglia medio-grande. Non pretendo, naturalmente, di convincerti.
Jacopo, non mi convinci perché dici cose che sento ripetere un sacco di volte e non reggono alla prova dei fatti, sono vere solo in teoria. Non dico che sia giusto, ma i lupi sono scomparsi da moltissime zone, eppure le foreste ci sono lo stesso. Non mi sembra che siano così indispensabili. La natura riempie sempre i vuoti.
Le cose che tu dici sarebbero vere se non ci fossero gli umani negli ambienti di cui parliamo. Ma il ruolo del lupo è stato preso da altri animali e da noi: alle foreste serve un predatore apicale, ma che sia l’uomo o il lupo non cambia molto. Soprattutto, i fatti hanno mostrato che il lupo se può preda animali domestici, molto più facili da prendere, non animali selvatici. Come spieghi altrimenti che abbiamo un problema di cinghiali e un problema di lupi simultaneamente? Non dovevano mangiarseli i lupi, tutti questi cinghiali?
La gente si sente presa in giro: i cinghiali distruggono campi e pascoli, i lupi mangiano le pecore, e di questo famoso equilibrio naturale non si vede traccia.
Io sono favorevole a creare parchi e riserve dove questi animali possano vivere indisturbati. Ma non a scaricarli in ambienti che non possono più reggerli.
E anche il fatto che i lupi si autoregolino palesemente non è vero. Si autoregolererebbero, magari, se non ci fossimo noi, ma nel momento in cui gli esseri umani offrono una fonte infinita di cibo nella forma di animali domestici di vario tipo, questo non accade. Altrimenti come spieghi la loro enorme espansione numerica? Ormai sono ovunque, anche ai margini delle città!
Se hai prove di quanto dici, mostrale. Altrimenti chiunque può dire qualsiasi cosa.
Riguardo al fatto che i danni siano “trascurabili” a livello nazionale: cosa intendi? Anche le vittime degli incidenti sul lavoro o per strada sono “trascurabili” a livello nazionale, non è che la popolazione diminuisce per qualche migliaio di morti all’anno, ma vogliamo forse pensare che qui non ci sia un problema?
E comunque, il fatto che i danni siano devastanti a livello individuale significa che molte aziende chiudono. Le montagne si svuotano, la pastorizia viene abbandonata, vince l’allevamento intensivo nei capannoni. A me non sembra tanto trascurabile.
La prova definitiva è il fatto che ovunque ci sono lupi ci sono anche pastori e questo da secoli, anzi millenni. Ciò detto, mi pare che proseguire questa discussione sia del tutto inutile. Ognuno di noi conosce perfettamente gli argomenti dell’altro e non lo convincono. Amen, mica si deve essere d’accordo per forza.
Tutte le società pastorali hanno sempre ucciso più lupi che potevano (addirittura usando le aquile, come in Mongolia). Per questo da moltissime zone sono spariti. Se adesso si decide di impedire che la specie si estingua, io sono sicuramente d’accordo, purché le si pongano dei limiti, ma questa convivenza millenaria non è mai esistita, come dimostrato da millenni di caccia ai lupi ovunque ci fossero pastori ovunque nel mondo.
Come da te richiesto, chiudo qui.
Non vedo l’ora che si esauriscano le risorse, finisca l’antropocene, la popolazione ritorni a livelli sostenibili dai sistemi ecologici (naturalmente dopo un bel po’ di guerre, massacri tribali e non, anarchia, neomedioevo e così via perchè non ci sarà alcun “soft landing”, non illudiamoci) e spariscano le armi moderne (dalle armi da fuoco alle armi nucleari), così finalmente si ripristineranno i giusti equilibri tra i viventi, lupi compresi. In merito, il video di “Pestilence shall come” degli Advent sorrow mi sembra alquanto profetico, vedere per credere… https://www.youtube.com/watch?v=kgijKmkw-v8
A parte il fatto che ad augurare disgrazie secondo me non si fa bella figura, gli umani armati con archi e frecce e in numero molto più basso di oggi riuscirono comunque a causare estinzioni della megafauna in almeno tre continenti.
Penso che dovremmo pensare a come usare le tecnologie in modo responsabile e a trovare in equilibrio, non a che bello sarà quando moriremo quasi tutti.
Ma non sto mica augurando disgrazie, sto solo riportando le mie personalissime previsioni su quello che sarà il futuro alla luce della diminuzione e successivo esaurimento delle risorse energetiche e materiali, che unito alla sovrappopolazione e ai cambiamenti climatici, produrranno caos, ovvero scontri tra gruppi di umani (“guerre, massacri tribali e non, anarchia, neomedioevo e così via”) per la sopravvivenza e l’accaparramento di terre abitabili e produttive. Non riesco a vedere una via di uscita meno tragica (il “soft landing” che citavo) a causa della mia visione pessimistica del genere umano. Poi può anche essere che mi sbagli, ma la storia umana purtroppo mi fa dire altro.
Ma adesso si potrà sparare anche nei centri cittadini?
https://www.ilpost.it/2022/12/22/caccia-cinghiali-emendamento-legge-bilancio/
E se beccano per sbaglio un passante, un cane, una finestra?
Non credo che pensino di sparare in città, ci sono altri modi per eliminare gli animali. Invece è esattamente il tipo di “cavallo di troia” che col pretesto dei cinghiali in città (che effettivamente non ci dovrebbero essere) apre all’abbattimento di qualunque animale in qualunque luogo in qualunque momento. Sembra che purtroppo il mio post si stia rivelando profetico.
Jacopo, non dovevano essere i lupi a risolvere il problema dei cinghiali, non era quello uno dei motivi per proteggerli?
Comunque, non puoi fare il processo alle intenzioni. Altrimenti qualunque modifica al sistema attuale, anche se giustificata, potrebbe potenzialmente essere un cavallo di Troia per qualsiasi altra cosa. Semmai è vero il contrario: a causa di allarmismi tipo questi non si fa niente e si lascia che una situazione degeneri, e quando è troppo tardi per misure blande si adottano misure più drastiche che causano ancora più allarmismi.
Comunque, il problema è che gli animali attualmente si ammassano proprio nei centri abitati perché è l’unico luogo in cui sono al sicuro dai cacciatori e dai predatori (quindi più lupi, più animali selvatici nei paesi e nelle città, contrariamente a quanto si dice). Il problema non è di facile soluzione e lo è ancora meno per i cinghiali, che sono animali molto astuti e difficili da abbattere anche per i cacciatori.
“Minacciano i cacciatori e sottraggono selvaggina, fonte alimentare importante, alle comunità” Gentilissima Dottoressa Gaia Baracetti, non ho il piacere di conoscerla, ma dalle castronerie che “spara” non me ne dolgo. Aggiungo un’altra sua affermazione che rende l’idea della sua straordinaria competenza in materia “non dovevano essere i lupi a risolvere il problema dei cinghiali, non era quello uno dei motivi per proteggerli” Come possono 3.000 lupi tenere a bada una popolazione di 2 milioni di cinghiali. Vede tutte le sue faziose argomentazioni si scontrano con l’oggettività: la dove i pastori adottano delle minime misure di protezione delle greggi, cani da guardiania e ricovero notturno delle greggi, le predazioni sono praticamente scomparse. Sono nipote di un Pastore professionista: mio nonno ha sempre “Badato” alle sue pecore con i cani Maremmani e la sera non sono mai rimaste in balia degli eventi, ma al sicuro dentro l’ovile. Il Pastore è un mestiere duro e serio, non si può improvvisare, il Lupo fa il Lupo, il Pastore responsabile che vuole bene ai suoi animali sa come difenderli. Tutto il resto sono solo discorsi, resta il fatto che ogni anno illegalmente in Italia vengono uccisi centinaia di Lupi, quindi di fatto gli “abbattimenti mirati” ci sono già, ad opera di bracconieri impuniti, fuori dalla legge dello Stato.
Le sue deliranti tesi sul fatto che i Cinghiali siano animali difficili da abbattere per i cacciatori e che siano i Lupi a spingerli verso le città depongono favore della sua profonda conoscenza della materia, grazie per avermi illuminato, dopo 30 anni di esperienza Lupina, sono felice, nella notte di Natale, di essere stato finalmente folgorato sulla via di Damasco dalla sua profonda conoscenza in materia.
Sig. Paris, come avrà visto, riguardo ai lupi concordo con le sue opinioni, ma la prego prossimamente di usare modi più corretti di esprimerle. Su questo blog si può esprimere qualunque opinione, ma non insultare chi le esprime. Grazie.
Caro Sig. Jacopo, non era mia intenzione offendere nessuno, e non credo, al di la di qualche battuta sarcastica di averlo fatto. Ma le palesi inesattezze in una materia cosi delicata devono essere essere smascherate senza se e senza ma.
Si può discutere sul fatto che in certe zone il Lupo può costituire un problema che va affrontato con serietà a difesa della Pastorizia e del Lupo stesso, ma su certe affermazioni, prive di qualsiasi fondamento faunistico, non si può tacere. Ho conosciuto tanti Pastori intelligenti e responsabili pronti a difendere in modo civile le loro greggi dai Lupi, con queste persone massimo dialogo e supporto incondizionato. Mi rammento di un Pastore conosciuto in Piemonte, nel Parco Naturale Orsiera Rocciavrè, quindi in zona alpina, che dopo aver subito alcuni attacchi predatori che avevano causato la perdita di diversi capi di bestiame (pecore e capre), aveva deciso di adottare semplici misure di protezione: cani da guardiania e recinzioni mobili per la notte (con il contributo economico della Regione Piemonte), con queste misure di difesa non ha più subito attacchi. Quindi anche in zone Alpine, se si ha la volontà di convivere con il Lupo, questo è possibile. La Signora ne fa una questione ideologica: siccome i pastori in quelle zone sono abituati a lasciare il bestiame allo stato brado senza protezione sia di giorno che di notte il Lupo non ci deve stare punto e basta. Non penso che su queste basi con queste persone sia possibile un dialogo, una visone unilaterale e antropocentrica come questa non è accettabile punto e basta. Lupi, Orsi e altri animali hanno gli stessi diritti delle pecore di vivere in certi ambienti, la convivenza è possibile, dipende solo dall’intelligenza dell’uomo.
Giuseppe, le offese sono veramente fuori luogo, non solo perché non è il caso di buttarla sul personale e di essere così sgradevole, ma anche perché io sono informata su queste questioni e mi sembra anche di averlo dimostrato. Le soluzioni antilupo, secondo lei risolutive, lo sono solo ogni tanto e spesso peggiorano la situazione sia per i pastori che per l’ambiente e la comunità. Su cani, recinzioni e pecore chiuse ho spiegato molto in dettaglio perché non sono soluzioni valide se non in una minoranza dei casi; siccome non c’è abbastanza spazio nei commenti lascio solo i link, nel caso le interessasse non solo insultarmi ma informarsi un po’ anche lei da una che il mestiere lo fa:
https://gaiabaracetti.wordpress.com/2021/12/14/lupi-2-perche-non-mettete-le-reti/
https://gaiabaracetti.wordpress.com/2022/01/02/lupo-3-perche-non-prendete-i-cani/
https://gaiabaracetti.wordpress.com/2022/01/17/7478/
Essere nipoti di pastori non è una qualifica, tanto più che ai tempi di suo nonno (dove, tra l’altro?) la situazione lupi era completamente diversa da adesso.
E, nonostante tutti continuino ad arrogarsi il diritto di spiegare ai pastori come si fa il loro mestiere, chiudere le pecore sempre nello stesso posto non fa bene né a loro né all’ambiente né al pastore; lo si fa perché si è costretti, non perché sia il metodo migliore.
L’esempio di convivenza che lei fa è di UN pastore in un parco naturale, quindi è chiaro che chi opera nei parchi deve avere un atteggiamento diverso rispetto a chi opera in paesi e aree antropizzate, dove si trovano la maggior parte dei pastori. Quindi il suo esempio non regge; è l’eccezione, non la regola.
Riguardo ai cacciatori e ai cinghiali, se non mi dice esattamente che castronerie avrei detto, la figura dell’ignorante la fa lei, non io.
Che comunque i difensori del lupo abbiano sostenuto che sarebbe stato lui a controllare la popolazione di cinghiali non me lo sono inventata io, es: https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2020/09/07/il-lupo-preda-il-cinghiale-sarebbe-il-caso-di-capirlo-una-buona-volta/
(o anche quanto scritto da Jacopo qui sopra)
Questo chiaramente non è avvenuto, altrimenti adesso non avremmo simultaneamente il problema dei lupi e il problema dei cinghiali.
Dettagli su alcuni studi: https://www.cacciamagazine.it/impatto-del-lupo-sugli-ungulati/
Gli animali allevati dagli uomini sono prede infinitamente più facili per qualsiasi predatore; è chiaro che se un lupo può scegliere tra una pecora e un cinghiale la pecora è più facile da prendere e molto meno pericolosa!
Riguardo alla selvaggina, è evidente che quello che mangia il lupo non lo mangiano le persone, perché un cervo non può essere mangiato due volte. Uno può pensare, come penso anch’io, che bisogna lasciare spazio e cibo anche alla fauna selvatica, e non prenderci tutto noi, ma resta il fatto che per le popolazioni di montagna la selvaggina è una parte importante della dieta e che perderla del tutto sarebbe deleterio dal punto di vista umano e ambientale.
Giuseppe, le offese sono veramente fuori luogo, non solo perché non è il caso di buttarla sul personale e di essere così sgradevole, ma anche perché io sono informata su queste questioni e mi sembra anche di averlo dimostrato. Le soluzioni antilupo, secondo lei risolutive, lo sono solo ogni tanto e spesso peggiorano la situazione sia per i pastori che per l’ambiente e la comunità. Su cani, recinzioni e pecore chiuse ho spiegato molto in dettaglio perché non sono soluzioni valide se non in una minoranza dei casi; siccome non c’è abbastanza spazio nei commenti e non mi passano i commenti con i link la invito ad andarseli a leggere sul mio blog, nel caso le interessasse non solo insultarmi ma informarsi un po’ anche lei da una che il mestiere lo fa.
Essere nipoti di pastori non è una qualifica, tanto più che ai tempi di suo nonno (dove, tra l’altro?) la situazione lupi era completamente diversa da adesso.
E, nonostante tutti continuino ad arrogarsi il diritto di spiegare ai pastori come si fa il loro mestiere, chiudere le pecore sempre nello stesso posto non fa bene né a loro né all’ambiente né al pastore; lo si fa perché si è costretti, non perché sia il metodo migliore.
L’esempio di convivenza che lei fa è di UN pastore in un parco naturale, quindi è chiaro che chi opera nei parchi deve avere un atteggiamento diverso rispetto a chi opera in paesi e aree antropizzate, dove si trovano la maggior parte dei pastori. Quindi il suo esempio non regge; è l’eccezione, non la regola.
Riguardo ai cacciatori e ai cinghiali, se non mi dice esattamente che castronerie avrei detto, la figura dell’ignorante la fa lei, non io.
Che comunque i difensori del lupo abbiano sostenuto che sarebbe stato lui a controllare la popolazione di cinghiali non me lo sono inventata io, es: https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2020/09/07/il-lupo-preda-il-cinghiale-sarebbe-il-caso-di-capirlo-una-buona-volta/
(o anche quanto scritto da Jacopo qui sopra)
Questo chiaramente non è avvenuto, altrimenti adesso non avremmo simultaneamente il problema dei lupi e il problema dei cinghiali.
Gli animali allevati dagli uomini sono prede infinitamente più facili per qualsiasi predatore; è chiaro che se un lupo può scegliere tra una pecora e un cinghiale la pecora è più facile da prendere e molto meno pericolosa!
Riguardo alla selvaggina, è evidente che quello che mangia il lupo non lo mangiano le persone, perché un cervo non può essere mangiato due volte. Uno può pensare, come penso anch’io, che bisogna lasciare spazio e cibo anche alla fauna selvatica, e non prenderci tutto noi, ma resta il fatto che per le popolazioni di montagna la selvaggina è una parte importante della dieta e che perderla del tutto sarebbe deleterio dal punto di vista umano e ambientale.
Scusa Jacopo per il doppio commento, cancellane pure uno (e questo se vuoi).
https://youtu.be/1GMEz0DJMpw
Lo scrittore ex guardia forestale Daniele Zovi sui lupi.
Si potrebbe pignoleggiare sui dettagli, ma sostanzialmente ha ragione.
https://youtu.be/2C-YIbGfZO4
In Scizzera studiano come ottimizzare l’utilizzo dei recinti anti-lupo.
I lupi che imparano a saltare possono essere abbattuti.
Le reti non sono risolutive e quelle anti lupo causano più problemi di quelli che risolvono. Qui spiego nel dettaglio perché: https://gaiabaracetti.wordpress.com/2021/12/14/lupi-2-perche-non-mettete-le-reti/
E comunque, come tu e Jacopo vi ostinate a non capire, il problema è proprio che in Italia per il momento NON si consente l’abbattimento di lupi. Se si consentisse, non starei qui a discutere e non ci sarebbero tutti questi problemi.
Veramente io sarei per il metodo svizzero. E quindi non ho ragione di non essere d’accordo riguardo a certi abbattimenti selettivi.
Dunque,
https://www.greenme.it/animali/animali-selvatici/danni-provocati-da-cinghiali-selvatici/
Non è propriamente un articolo scientifico ma insomma, un po’ sfata il mito del cacciatore tipo Pierino e il lupo.
I cacciatori sono quelli che hanno introdotto nel nostro paese razze di cinghiali diverse da quelle autoctone per puro scopo venatorio e quindi per come la penso io sono una manica di cialtroni che provocano solo dei casini. Non so in Friuli.
Poi ci si è messo di mezzo pure il governo, ma non sto a rievocare tutta la confusa faccenda delle sparatorie in area urbana.
Per quanto riguarda la pastorizia sugli appennini allora tu mi confermi che è possibile e quindi tutti i lupi appenninici tirano un sospiro di sollievo. Restano le Alpi. Non
conosco le casistiche. Può essere che certi cani da pastore siano molto aggressivi e di grossa taglia e costituiscano un problema per il turismo.
Che altro? I lupi che si avvicinano alle case?
Non lo so. Pure questo mi sembra sia un problema più alpestre o forse friulano che appenninico.
https://gognablog.sherpa-gate.com/la-questione-del-lupo/
Questo invece in pianura. Bisogna rispettare certe pratiche, dicono.
È in moderazione…..forse censurato perché ho un po’ maltrattato la categoria dei cacciatori, ma non quelli friulani. Ho messo due link
Uno riguarda l’inutilità della caccia ai cinghiali, l’altro la presenza dei lupi in pianura che trovano cibo facile nelle carcasse di animali non ben smaltite in prossimità degli allevamenti.
I cani da pastore possono disturbare i turisti e le recinzioni elettriche anche se alte due metri vengono a volte saltate. Già detto. Chi salta sarà abbattuto senza pietà. Così dicono gli svizzeri.
Via libera al lupo in appennino. Per le ragioni che hai esposto tu.
Se non credete a me, credete almeno a un super esperto e difensore del lupo secondo il quale, dati alla mano, i cacciatori abbattono otto-nove volte più ungulati (compresi i cinghiali) di quanti ne abbattano i lupi: https://www.researchgate.net/publication/341347527_Relative_impact_of_human_harvest_and_wolf_predation_on_two_ungulate_species_in_Central_Italy
E questo in aree selvagge e piene di fauna selvatica; figurarsi altrove.
Se i lupi fossero la soluzione al problema dei cinghiali, non ci troveremmo nella situazione attuale in cui entrambe le specie si stanno espandendo a dismisura e dando problemi simultaneamente.
Carcasse: la legge italiana è esasperatamente restrittiva sullo smaltimento delle carcasse (persino avere il permesso per seppellirle è difficile: devi incenerirle). Sicuramente ci sono violazioni delle norme, ma dubito che siano così diffuse da fare la differenza, anche perché il fatto che i lupi predino ovunque animali da reddito e da compagnia è ampiamente dimostrato. I lupi stanno iniziando persino a fare cose come ammazzare i cani nei cortili o a passeggio coi padroni. Per cui non vengono solo a cercare carcasse, evidentemente.
Riguardo all’ “abbattuto senza pietà”, il problema, per l’ennesima volta, è che in Italia non si abbatte, con pietà o meno, perché gente come te e Jacopo appena si parla di far fuori anche un solo lupo grida allo sterminio.
Per cui basta: se siete così prevenuti da negare persino l’evidenza, mi arrendo.
https://www.greenme.it/animali/animali-selvatici/danni-provocati-da-cinghiali-selvatici/
Io mi riferivo a questo articolo, che non è la Bibbia, ma insomma, potrebbe rientrare nella questione.
Sull’abbattimento dei lupi, non so più come dirlo, in certi casi mi sembra inevitabile. A cosa ti arrendi, al fatto che nel caso specifico la penso come te?
Poi sentiremo cosa avrà da dire Jacopo quando si occuperà di nuovo della questione.
Adesso mi “termino” perché altrimenti non si finisce più.
Ho letto solo dopo il tuo commento sopra, è difficile come sai star dietro a tutti i botta e risposta.
Riguardo ai dissuasori acustici, immagino che danneggino anche il resto della fauna selvatica, come spesso accade con le misure che vengono proposte in questi casi. Immagino (è un’ipotesi) che impedire a tutti gli animali di avvicinarsi solo per dissuaderne uno finisca per fare più danni che altro.
Come vediamo spesso, una volta creato uno squilibrio è difficile porvi rimedio. Penso che il problema dei cinghiali per come è adesso sia di molto difficile soluzione. Sono animali forti e astuti.