Recentemente, un amico ha citato una frase da “Picco per Capre”, il libro che abbiamo scritto nel 2017, come se fosse una specie di vaticinio realizzatosi con la pandemia di COVID19. La frase è questa (a pag 195 del libro):
Se partisse un epidemia […], semplicemente, non ci sarebbe altro da fare che chiudersi in casa e aspettare che sia passata, esattamente come si faceva secoli fa con il vaiolo o con la peste.
La frase è la conclusione di un paragrafo dedicato al picco della longevità e della salute.
A tutti piace ascoltare trasmissioni televisive dove degli specialisti esprimono le loro opinioni sui progressi attuali e futuri della medicina, spesso con un enfasi degna della più trita pubblicità. E’ molto rassicurante, ma noi pensiamo che non sia assolutamente garantito che i progressi della medicina continueranno al ritmo che hanno avuto nell’ultimo secolo. Al contrario, pensiamo che possa verificarsi un certo grado di regresso. Ad esempio dovuto alla perdita di efficacia degli antibiotici e alla difficoltà di trovare dei vaccini, come potrebbe accadere nel caso del COVID-19.
Questo pessimismo si basa su varie osservazioni che, comunque, confluiscono in una singola semplice affermazione: la cura delle malattie si basa sempre do più su un apparato altamente tecnologico molto costoso che, in uno scenario di declino energetico ed economico, non sarà facile mantenere in piedi per tutti. Data la nostra convinzione che si sia imboccato un percorso quasi irreversibile di declino della società industriale, è normale che si pensi anche che i successi della medicina non continueranno per molto.Anni fa qualche professore disse che il limite della vita umana poteva essere esteso fino a 120 anni. Quello che vediamo è che effettivamente si possono portare le persone a vivere fino a cento anni ed oltre, ma spesso in condizioni che, poi, nessuno di noi si augura di dover imporre ai propri cari. Ma probabilmente non avremo questo problema dal momento che l’aspettativa di vita pare aver raggiunto un plateau a livello mondiale, mentre in molti dei paesi in cui è più alta comincia a flettere, sia pure molto lievemente.
E’ possibile che alcune élite riescano a sfuggire a questa logica creandosi rifugi sicuri e mantenendo tecnologie avanzatissime al punto di diventare virtualmente immortali? Forse. Le vie della fantascienza sono quasi infinite.
La frase riportata, comunque, non era un vaticinio, ma la descrizione di quello che, quando abbiamo scritto Picco per Capre, ci sembrava l’ inevitabile evoluzione della salute pubblica. Una visione che, effettivamente, non è stata smentita dalla pandemia di COVID-19, semmai corroborata. Sistemi sanitari efficienti e, per questo, estremamente costosi si sono trovati in grave crisi, al punto di dover praticare, per alcuni giorni o settimane, una scelta su chi lasciar morire e chi no. E ancora non è finita. L’industria della salute si è buttata sul nuovo boccone, il capitalismo funziona così, facendo partire la gara dei vaccini che, a livello sperimentale, sono ormai diverse decine. Funzioneranno? Non è detto. Al momento l’informazione sul tema è piuttosto lacunosa e contraddittoria, anche perché inevitabilmente influenzata dalla competizione commerciale. Prima di trarre delle conclusioni è prudente aspettare qualche mese, forse anche un paio di anni. Vedremo.
Resta il fatto che la frase non era un vaticinio. Non ne facciamo. Era la descrizione di quello che secondo noi ci aspetta nella lunga discesa dopo l’espansione degli ultimi secoli. Qui le opinioni dei due autori sono libere di diversificarsi e sicuramente lo faranno, per il piacere di coloro che si divertono a vederci litigare.
Luca Pardi e Jacopo Simonetta.
In realtà in una situazione di relativo benessere economico , in assenza di guerre e tensioni sociali, in ambienti non ,inquinti , con un po’ di buonsenso e di conoscenza , non è così impossibile essere vecchi sani. Abito in campagna e di centenari in gamba ne ho visti un po’. Si parla troppo di Sanità e troppo poco di salute
Ambienti non inquinati
Molti centenari attuali hanno vissuto il meglio del ‘900, ambiente relativamente poco inquinato, cibo vario e sufficiente (ma non eccessivo), sistema sanitario funzionante. Le campagne attuali, quelle dove si fa agricoltura industriale, sono inquinatissime e dubito che gli agricoltori di oggi diventino centenari. L’uso dei veleni (insetticidi, pesticidi, anticrittogamici …) è talmente radicato che la gente te li propone con una leggerezza che a me sembra pazzesca. Anche per impedire l’invasione di afidi di una pianta da fiori, buttano veleni. Non credo che ci siano più ambienti rurali molto sani. Tuttavia non dispero.
Vivo in un ambiente sano, in montagna, vita all’aria aperta e tanta attività fisica. Sicuramente da certi punti di vista giova.
L’anno scorso sono caduta da cavallo (ma avrebbe potuto benissimo essere un’altra cosa, come accade spesso a tante persone qui). Frattura esposta al braccio. Se non ci fosse stata un’ambulanza che è arrivata in tempo, se non avessi preso antibiotici per giorni e giorni, in vena, se non fossero stati disponibili degli apparecchi per fare dei raggi molto precisi e medici abili con strumenti sofisticati (sono stati necessari due interventi), e infine se non mi avessero potuto mettere ben tre placche metalliche nel braccio, oggi io probabilmente sarei mutilata, storpia, o addirittura morta.
Uno dei due fisioterapisti che mi hanno aiutata dopo l’intervento era appena tornato dal Nepal. Mi ha raccontato storie di persone a cui per un incidente anche stupido, una frattura o un’ustione, andava in cancrena un arto o questo veniva amputato ancora prima, sapendo che non c’era modo di curarlo.
Prevenzione e vita sana funzionano fino ad un certo punto. La medicina è l’unica conquista veramente indiscutibile della modernità. Persino tenendo conto dei suoi eccessi, è comunque molto meglio della sua assenza. Mi vengono i brividi a immaginare un mondo anche solo senza antibiotici e senza anestesie.
Sono molto d’accordo con quanto dice Gaia Baracetti. In effetti una parte delle riflessioni sull’importanza del petrolio e delle fonti fossili di energia (che sono la mia ossessione da una quindicina di anni), iniziarono proprio mentre ero steso su una lettiga, in un pronto soccorso, per una colica renale. In attesa che passasse il dolore feci il conto della quantità di attrezzature mediche e di servizi che sparirebbero se non avessimo accesso al petrolio a buon mercato. La questione medico- sanitarie è, io credo, centrale. Anni fa acquistai due libretti scritti per i “survaivalists”, titoli: “Where there is no doctor”, “Where there is no dentists”. Dove non ci sono dottori e dentisti, e i mezzi che essi usano, essenzialmente, si soffre, si vive male e si muore prima.
“sparirebbero se non avessimo accesso al petrolio a buon mercato”
Il grosso dei servizi della medicina moderna (dove per moderna intendesi post-medievale), in termini di aumentata sopravvivenza, e’ dato dalla scoperta dei vaccini piu’ semplici (tipo quello contro il vaiolo, il vaccino per antonomasia, di fine 1700), e dalla scoperta della penicillina: entrambi sono costati pochi dollari di oggi di ricerca&sviluppo, e senza di essi probabilmente il mondo non avrebbe MAI superato il miliardo di abitanti. Nella sola india e cina abbiamo tre miliardi di abitanti che erano gia’ almeno due da ben prima che cominciasse lo sfruttamento intensivo dei combustibili fossili e il capitalismo industriale liberale o comunista, ma non da prima dell’antivaiolosa e della penicillina (i cinesi prima della penicillina erano circa 300 milioni, nonostante una forma di antivaiolosa vaccina mi pare fosse a loro nota da un po’ prima che in europa).
Il ragionamento dell’ecologismo paleomarxista che vede nel capitalismo e nello sfruttamento dei fossili la causa unica di ogni deleterio effetto ambientale e habitat sottratto al resto della vita sulla terra, non sta in piedi neanche alla piu’ sommaria delle analisi.
Nei posti dove non esiste la medicina tecnologica moderna la gente sta attenta a non mettere a repentaglio le proprie ossa se non per validi motivi (salvo gli adolescenti maschi, per ragioni evolutive di “auto-sfoltimento”), e non si aspetta di vivere in media oltre i 50 anni, salvo colpi di fortuna: io invece qui conosco gente che per la moda di arrampicare in montagna, o praticare furiosamente altri sport e hobby similari, fra cui l’equitazione, non avrebbe raggiunto l’eta’ di vent’anni se non fosse stata ripetutamente riaggiustata. Adesso, quegli stessi, invece di essere gia’ ripetutamente morti, di anni ne hanno 60 o 70, e continuano ad arrampicare adrenalinicamente, perche’ sanno che se gli succede qualcosa di male, c’e’ sempre qualcuno che si fa in quattro per riaggiustarli. Gratis, oltretutto, o meglio nella nostra civile europa a spese di qualcun altro non sempre altrettanto sconsiderato ed esibizionista. Tutti modaiolamente ecologisti, peraltro.
Sinceramente non si capisce l’obbiettivo della polemica. Paleomarxista, qui, non lo è nessuno. Ecologista, forse. Più che altro si cerca di capire.
Si può senz’altro affermare che, globalmente, un certo successo pubblico della sanità si ha prima dello sfruttamentep delle fonti fossili si energia. Questo probabilmente dipende sia dall’accumulo di conoscenze (evoluzione culturale) sia dall’affermarsi degli Stati Nazionali che riescono ad imporre alcune regole generali di igiene. Resta il fatto che i servizi medici contemporanei dipendono dal petrolio in modo pesantissimo. Tutto il resto del commento, ripeto, sembra poco in tema con quanto si afferma nel post.
Winston, la quantità di gente che abita in un certo luogo non dipende solo da quanta se ne riesce a curare, ma anche da quanta se ne riesce poi a sfamare. Qui entrano in gioco i combustibili fossili.
Riguardo alle ossa, non è proprio vero quello che dici tu. I lavori fisici, che nelle zone agricole sono preponderanti, sono intrinsecamente rischiosi. Infatti osservo che la gente si fa continuamente male tagliando legna, camminando per andare a lavorare, a funghi o a caccia, cadendo da scale, tetti o fienili, in incidenti con animali… su internet ho trovato un video che descriveva lo scheletro di un Neanderthal che aveva avuto vari incidenti di caccia ed era vivo solo grazie all’aiuto del suo gruppo. Non riusciva a fare granché e doveva aver sofferto parecchio.
Inoltre, l’idea che si stesse particolarmente attenti a non farsi male cozza un po’ con tutto quello che sappiamo delle guerre nella storia, parte fondamentale dell’esperienza umana quasi sempre e un ottimo modo per farsi a pezzi le ossa e non solo.
Riguardo a me, non c’entra con il post ma preciso che ero a cavallo non per hobby ma perché, preoccupata per l’appunto della questione dei combustibili fossili, sto cercando di sostituire i macchinari vari per il lavoro, la soma e lo spostamento, con asini e cavalli. Il cavallo è intrinsecamente pericoloso, magari non come l’auto, ma comunque parecchio. Dando un’occhiata alle fonti storiche si trovano molti incidenti a cavallo. Addestrarli, poi, è più pericoloso ancora.
https://www.saluteinternazionale.info/2013/02/salute-e-sanita-a-cuba-i-parte/
Cuba. Paese povero con sanità piu che decorosa.
E che dire della scuola? Don Milani non aveva che un tavolo e un giornale. Si può fare molto con poco, purché ci si liberi di questa odiosa consuetudine di voler rendere complicato tutto ciò che potrebbe esser semplice.