Scrive Il Sole 24 ore:

Se fino al mese scorso il rialzo dei prezzi alimentari si poteva ritenere causato dall’impatto crescente dei costi dell’energia e dei fertilizzanti in un contesto di crescita economica, adesso il fattore prevalente è lo shock nell’offerta di cereali da parte di Ucraina e Russia provocato dal conflitto e dalle sanzioni commerciali e finanziarie alla Russia.

 

L’escalation dei prezzi dei principali beni agricoli, in particolare i cereali, causerà inevitabilmente crisi alimentari simili a quelle verificatisi nei periodi 2007-2008 e 2012-2014 o addirittura di portata superiore, a causa delle gravissime tensioni internazionali dovute a un conflitto che, con ogni probabilità, si protrarrà per molti mesi se non per anni.

 

  • Facebook
  • Twitter
  • Google+
  • Buffer
  • Evernote
  • Gmail
  • Delicious
  • LinkedIn
  • Blogger
  • Tumblr

 

Quattro anni fa, scrissi un articolo intitolato L’agricoltura che non sfama, in cui evidenziavo la consistente quota di produzione agricola destinata a scopi diversi da alimentare direttamente gli umani, quali il sostentamento del bestiame o la sintesi di biocarburanti.

Il rapporto Agricultural Outlook 2021‑2030, redatto congiuntamente da FAO e OCSE, ci permette di tenere aggiornata la situazione, oltre a sondare quelle che ai piani alti erano considerate le previsioni più affidabili sull’evoluzione dei fenomeni in questione (le avrei ritenute comunque molto opinabili, ovviamente l’invasione russa dell’Ucraina ha completamente sparigliato le carte).

 

  • Facebook
  • Twitter
  • Google+
  • Buffer
  • Evernote
  • Gmail
  • Delicious
  • LinkedIn
  • Blogger
  • Tumblr

 

Rispetto a tre anni fa è cambiato poco o nulla. Continua a destare particolare sconcerto il caso del mais, coltura dagli input particolarmente onerosi di cui solo in minima parte destinata a sfamare umani. La guerra, di per sé, non sarà la vera responsabile della crisi alimentare oramai prossima, rappresenterà solo il detonatore di una situazione insostenibile a monte: il bubbone sarebbe comunque presto scoppiato. La tragedia in corso ci costringe quindi ‘soltanto’ a intervenire più celermente sulle tante storture che caratterizzano l’attuale paradigma alimentare.

.

Share This