In questi giorni l’associazione “Luca Coscioni” ha avviato in tutta Italia la raccolta delle firme per la presentazione di un disegno di legge di iniziativa popolare che consenta, in determinate condizioni, l’eutanasia dei malati terminali (qui per i dettagli). Un modo per tentare di forzare il parlamento ad occuparsene, dopo anni che fa finta di nulla. Un occasione per riproporre alla riflessione un argomento che troppo spesso viene semplicemente rimosso, come molto di ciò che riguarda il nostro futuro.
La morte, si dice, è l’unica certezza della vita, ma a nessuno è mai piaciuto morire. La Morte fa paura, la ha sempre fatta e sempre la farà, eppure le società umane hanno affrontato questo dramma in modi estremamente diversi e non sempre morire è stato considerato un male, tantomeno il Male assoluto contro cui combattere con ogni mezzo ed a qualunque costo.
Per restare in casa nostra, l’antichità greca e romana ha venerato numerose divinità connesse con la Morte, alcune paurose, come i Mani o Thanatos, altre soccorrevoli e consolatrici, come Persefone.
Articolata era anche l’opinione riguardo al suicidio. Il giudizio poteva infatti variare drasticamente a seconda del contesto in cui la scelta veniva maturata, ma non risulta che, neppure nei casi peggiori, la cosa fosse stigmatizzata più di tanto. Spesso, anzi, fu al contrario considerato un atto eroico (il che non significa necessariamente meritevole).
Il passaggio al monoteismo creò un problema esistenziale estremamente spinoso: se Dio è unico ed è un dio d’Amore e salvazione, come si spiegano il male, la sofferenza e la morte? La risposta fu che il Male deriva dell’aver tradito il patto con Dio. Dunque la Morte e gli altri mali che angustiano le nostre vite sarebbero frutto di una nostra colpa atavica che, però, la Fede può redimere, assicurando ad ognuno la vita eterna che rappresenta, invece, il sommo bene per il quale vale la pena di sacrificare qualunque altra cosa.
Ma se questo approccio fu parte integrante della dottrina cristiana fin dalle sue origini, il primo ad occuparsi specificatamente del suicidio mi risulta che sia stato S. Agostino secondo cui rinunciare volontariamente alla vita era sempre e comunque una colpa suprema, viatico certo per la dannazione eterna.
Suicidi eroici, esaltati dagli aedi e dai cronachisti, sono ampiamente documentati anche nelle epoche successive, ma sta di fatto che la Chiesa ha sempre considerato il suicidio come uno dei peccati più gravi ed imperdonabili.
Passando dalla mitologia all’osservazione del quotidiano, non si può non considerare che il male è un fattore relativo in quanto quasi sempre ciò che è un bene per qualcuno o qualcosa è anche un male per altri. La volpe che uccide un gatto fa del male al felino ed a chi eventualmente gli è affezionato, ma nutre sé stessa ed i suoi “pucciosissimi” cuccioli che, altrimenti, morirebbero di fame. Analogamente, l’esercito che vince una guerra fa del bene al suo paese ed alla sua gente, ma del gran male agli sconfitti. Dunque, il male è solitamente nient’altro che un punto di vista, ma esiste ugualmente un “Male Assoluto“? Personalmente penso di sì e credo che consista nel danneggiare altri senza necessità, per interesse o, magari, per divertimento.
Faccio un esempio. Il gatto gioca torturando topi e lucertole, ma non è cosciente del fatto che sta facendo soffrire qualcuno; gli animali non hanno quasi mai questo tipo di empatia. Per il gatto quello non è un essere sofferente, bensì un giocattolo che si muove, oppure un buon boccone.
Viceversa, l’uomo che si diverte a torturare un altro animale qualsiasi, lo fa esattamente perché prova un perverso piacere nella sofferenza e nella morte altrui. Una specie di cortocircuito in un sistema cerebrale troppo complesso.
Insomma, il male assoluto, secondo me, non risiede nella morte e neppure nell’uccidere, bensì nel infierire su altri, sovente indifesi, senz’altro scopo che il gusto di far soffrire.
E qui lasciamo i manicomi per tornare agli ospedali, il cui scopo di esistere dovrebbe essere proprio quello di eliminare la sofferenza, nei limiti del possibile. Dovrebbe e, in effetti, da non molti anni si praticano anche in Italia terapie specifiche contro il dolore, ma il focus principale rimane sempre e comunque quello di far sopravvivere le persone, costi quel che costi. E “costi quel che costi” sono parole che meritano un’attenta riflessione, tenendo conto di quelle che sono le probabili prospettive della nostra società.
Malattie incurabili o estrema vecchiezza possono facilmente generare stati di sofferenza sia fisica che psichica estremamente gravi che le terapie possono lenire solo in parte. Senza considerare la sofferenza di amici e parenti ed il fatto, non secondario, che un lungodegente incurabile può rappresentare un problema terribile per qualunque famiglia che non si possa permettere un badante. Per quale ragione ostinarsi a perpetuare simili condizioni anche quando è il malato stesso che desidera morire? A cosa tutta questa sofferenza dovrebbe portare se non a coinvolgere e sconvolgere intere famiglie?
Faccio un esempio. Un signore che conoscevo bene è vissuto fino a quasi novant’anni senza prendersi nemmeno un’influenza. Poi, improvvisamente, un collasso cardiaco che lo avrebbe ucciso in poche ore se non fosse stato ricoverato d’urgenza e “salvato” da un’equipe certamente di altissima professionalità. Ma di discutibile eticità visto che il salvataggio comportò per il malcapitato sette mesi di agonia, bloccato in un letto d’ospedale, con infilati nel corpo una decina di tubi che solo dosi crescenti di morfina gli hanno permesso di sopportare a stento. Per la sua famiglia, la pena di assistere a tutto questo senza poter fare nulla per interrompere quella che, a tutti gli effetti, era una tortura. Perché?
Oltre ai motivi filosofici ancor’oggi derivanti dalle idee di S. Agostino, ve ne sono anche altri, sicuramente più cogenti. L’accanimento terapeutico è un business formidabile che da lavoro a una miriade di specialisti, personale vario, case farmaceutiche e via di seguito. I sette mesi di agonia del signore di cui sopra costarono qualcosa come 70.000 euro e non è una cifra record. E’ noto che l’ultimo anno di vita di un occidentale costa al sistema sanitario ed alle famiglie tanto quanto tutto il resto della sua vita messo insieme.
Già odo voci indignate che mi danno del “nazista”; sono uno spregevole individuo che considera il supremo valore della vita umana in termini di vile denaro: orrore e vituperio.
A costoro rispondo con tre argomentazioni:
- La prima è che la professione medica è giustamente fra le più stimate, ma non mi pare così etica quando diviene una speculazione sulla sofferenza altrui.
- La seconda è che è facile fare del moralismo quando le spese sono a carico di altri.
- La terza è che se la scelta è fra la stentata sopravvivenza di vecchi e malati inguaribili, oppure fra sostegno, istruzione e protezione dei giovani, cosa è più etico fare? Certo, potendo, sarebbe meglio fare entrambe le cose, ma se non si può? C’è una ragione per cui si devono sacrificare i giovani per sostenere i vecchi? O non è questo atteggiamento un suicidio collettivo, esaltato proprio da coloro che si scagliano contro il suicidio individuale?
Non dimentichiamoci che, comunque la si pensi, la decrescita è iniziata e proseguirà a balzelloni, ma inarrestabile per decenni, forse secoli. Abbiamo oramai minato le fondamenta stesse del sistema che ci garantiva un ambiente abitabile e possiamo quindi limitare i danni, non evitarli. La catastrofe climatica e il collasso della biosfera sono iniziati e non saranno fermati né dalle chiacchiere, né da investimenti che aumentano anziché ridurre consumi e impatti antropici.
Non possiamo sapere quando e come ritroveremo un equilibrio con quello che resterà della biosfera, ma sappiamo per certe due cose:
- Solo la drastica riduzione di consumi e popolazione può arginare il disastro (senza fantasticare di stermini di massa che è un vecchio pretesto per evitare l’argomento). I due fattori sono sinergici perché una riduzione consistente dei consumi provoca un aumento della mortalità e, probabilmente, anche una riduzione della natalità (con buona pace di teorie demografiche datate).
- La riduzione degli standard di vita è iniziata e proseguirà, non sappiamo quanto, ma presumibilmente molto. Dunque il sistema sanitario ed il sistema pensionistico saranno progressivamente adeguati a standard sempre più bassi, ci piaccia o non ci piaccia. Insomma, si potranno cercare delle mitigazioni e degli arrangiamenti, ma la qualità e la durata della vita media diminuiranno considerevolmente perlomeno per tutto il secolo in corso.
E allora, cosa è più etico ed altruista fare?
Predisporre un sistema che permetta alla gente finita e disperata di morire con il minimo di dolore possibile.
oppure
Abbandonare i vecchi ed i malati al loro destino.
Pensiamoci in fretta perché la seconda opzione la abbiamo già vista all’opera in più di una città nelle fasi più acute della pandemia da Covid. Certo, si è trattato di una situazione eccezionale e molto temporanea, ma molte delle eccezionalità di oggi diventeranno la normalità di domani.
Tutto ciò per me è molto importante perché se la morte è inevitabile, non lo è la sofferenza e se morire e veder morire chi si ama è terribile, vi è qualcosa di peggio ancora: soffrire e veder soffrire senza neppure una speranza di guarigione. Perciò, quando la morte rimane l’unico per interrompre un inutile calvario per sé o per altri, trovo che lo stato non solo lo dovrebbe consentire, ma anche facilitare. Certo, la Chiesa ha il diritto di dire ai suoi fedeli che il suicidio non è la scelta giusta, ma non quello di interferire con leggi che si applicano poi a persone che cattoliche non sono.
Eppoi, alla fin fine, avere pietà di chi soffre non dovrebbe essere considerato un atteggiamento da buon cittadino, oltre che da buon cristiano?
Sto sperimentando nel concreto i problemi descritti qui, con i miei genitori.
Sul lato economico. Mi sembra giusto spendere cifre anche alte per casi eccezionali, in cui la sfiga abbia colpito una persona specifica. Non mi sembrerebbe giusto imporre ai miei familiari (o allo Stato) un costo alto, e quindi sacrifici in altri campi, per il solo scopo di mantenermi in vita quando questa è giunta alla sua ragionevole fine. E non stento a credere che una fetta consistente della spesa sanitaria o di assistenza agli anziani, oggi, serva per coprire casi di questo tipo.
Non ho intenzione di passare gli ultimi anni della mia vita con più collegamenti al mio corpo di uno stereo, con una coscienza che se va bene (o se va male, meglio l’incoscienza) mi consente a malapena di capire chi sono e dove sono, aspettando l’inevitabile che non arriva. Non voglio essere ricordato come un mezzo vegetale che va continuamente assistito, che magari ha perso remore sociali ed aggredisce verbalmente chi ha intorno. che deve essere lavato dai propri escrementi. Voglio poter salutare tutti prima, e andarmene con dignità e senza pesare sugli atri (o sulla società). I soldi per me li usino per curare chi, con cure adeguate, può fare una vita decente.
E’ decisamente battersi per ‘idratazione e alimentazione’ (mi viene in mente il caso Englaro) per persone in stato oramai definitivamente vegetativo e negarla a chi invece se ne godesse potrebbe vivere un’esistenza dignitosa.
Mi fa schifo, che si valuti in termini monetari l’opportunità da parte di un sistema sanitario e/o una famiglia di occuparsi del “fine vita”, comunque lo si intenda. Se si deve usare per forza tale metro, delle due l’una: o si è in condizioni di necessità e non si può fare altrimenti, o si è consapevolmente succubi di una concezione del valore del denaro che è costruita sopra le nostre teste. Dirò di più. Questo sottinteso è proprio quanto permette di sopravvivere ad un servizio sanitario, in un’epoca in cui i costi sono diventati il motivo principale per limitare qualsiasi cura o prevenzione. È lo sviluppo scientifico a portarci qua. Allo Stato… non rimane altro che imporre un proprio bilancio monetario, “compensandolo” a suon di ticket e sanità privata. Nel contempo il progresso avanza, e i soldi non vengono dall’albero degli zecchini d’oro. Vengono da un orto che quasi nessuno ormai da dove stia. Ci si accontenta, che tutti (sicuri?) li accettino come misura di tutto. Anche del valore di una vita, in fondo. Dimenticando la loro caratteristica dominante oramai: la loro crescente virtualità, la cui dinamica si fa ancora più ignota, rispetto ai tempi in cui a capo della Zecca di Londra c’era un certo Newton…
Dirò di più. Se il denaro fosse davvero metro dei valori umani, lo Stato stesso fonderebbe la propria esistenza sulla funzione di un servizio sanitario universale, senza limiti di bilancio. È quella funzione che costruisce il valore, in concorso con quelli individuali e sociali delle nostre vite, non il valore imposto dalla virtualità monetaria e i conseguenti limiti di bilancio. Se questo ci parrebbe troppo pretenzioso, è perché in realtà ci siamo fatti succubi di una concezione astrusa del denaro, coi suoi clerici.
Il denaro sarà anche un costrutto artificiale, ma la limitatezza delle risorse materiali e umane di sicuro non lo è! Mantenere un servizio sanitario come il nostro è estremamente dispendioso e inquinante (c’è un ottimo articolo su Low Tech Magazine su questo, che consiglio agli autori del blog).
Se io per una visita medica che potrebbe salvarmi la vita devo pagare decine di euro ogni volta che non posso permettermi, e sono giovane, e poi se ne spendono migliaia o decine di migliaia per allungare la vita di pochi mesi a un vecchio che magari neanche lo voleva, di fatto si è deciso che pochi mesi di un vecchio valgono decenni di un giovane. A me personalmente “fa schifo” questo, non che si facciano gli inevitabili calcoli economici sulla sanità, che è un’attività materiale prima di tutto.
Salve Gaia, potresti mandarmi il link dell’articolo che consigli? Grazie
Jacopo
https://www.lowtechmagazine.com/2021/02/how-sustainable-is-high-tech-health-care.html
Se posso permettermi, penso che il loro blog ti piacerebbe tutto 🙂
Ho assistito mia madre nelle ultime settimane di vita, e a un certo punto volevano portarla in intensiva anche se era evidente che sarebbe stato inutile e avrebbe significato solo sottoporla a ulteriori sofferenze. Per fortuna mia madre era ancora abbastanza cosciente da negare il consenso, e mio fratello ed io abbiamo fatto il possibile perché la sua volontà venisse rispettata. Le sofferenze della degenza erano state già troppe, e a 6 anni di distanza mi capita di ripensarci con rabbia.
Sul suicidio, consiglio il bellissimo saggio “Congedarsi dal mondo” di Marzio Barbagli. Pare che ci sia una differenza estrema tra Oriente e Occidente in come è considerato.
Riguardo all’accanimento terapeutico, in parte attribuirei la colpa anche alla nostra cultura estremamente individualista (c’è anche chi pensa: “IO devo vivere più a lungo possibile”, e poi lo pretende) e all’egoismo delle famiglie che, anche quando un vecchio è palesemente pronto per andarsene, lo tengono in vita a tutti i costi per un misto di senso del dovere e paura di affrontare il lutto. Un genitore o nonno decrepito, sofferente e senza memoria è comunque “vivo”; se muore poi devi fare la fatica di piangerlo.
Inoltre, viviamo in una società in cui a contare è la quantità, non la qualità, e questo vale anche per la vita. Non vedi quanta gente invidia i centenari, cerca di carpire i loro segreti, li esalta sui giornali? Anche se magari la loro vita è stata normalissima e gli ultimi vent’anni poco più che sopravvivenza. Non senti quasi mai dire: “è morto a settant’anni, ma che gran vita ha avuto”, senti solo dire: “dice che è arrivato a cent’anni mangiando salame, vuol dire che devo mangiare salame anch’io…”
Il tema del fine vita é complesso e difficile da affrontare: non credo esista una soluzione ma solo idee personali.
Oggi questo tema, s’è poi legato alla questione della sostituzione etnica del popolo italiano e questo tema sarà ancora più marcato ed evidente, nei decenni a venire che lo “Stato Sociale” sarà compresso e mancante.
Prima dell’Epidemia Covid, era mia opinione che per quelle persone che avessero “una croce particolarmente pesante da portare”, se fossero state lucide e capaci di esprimersi in tempo reale, in un qualche modo, sarebbe stato giusto rispettare il loro desiderio di implementare un suicidio assistito: sedatura per sonno + iniezione letale.
Sono fortemente contrario alla morte per rimozione del cibo ed idratazione, in quanto é una morte dolorosa!
Pensate a quante volte vi é capitato d’aver sete e quanto avete patito perché non avete potuto bere!
Immaginate che questa tortura, vi sia applicata in un contesto già doloroso e piagato da altri deficit, e poi immaginate che vi sia persino tolto il diritto di parola, per protestare e chiedere acqua ed idratazione!.
Cazzo!, meglio, una pasticca di cianuro, oppure un proiettile in testa! soluzioni più rapide e molto più indolori!.
La scelta del fine vita, con una dichiarazione anticipata, non é una soluzione praticabile: le opinioni possono cambiare, chi potrebbe aver firmato per una suicidio, potrebbe cambiar opinione e viceversa.
Dopo l’Epidemia Covid, la mia opinione sulla questione del fine vita é cambiata: é cambiata anche di parecchio e sono diventato “cattivo” ed intollerante nei confronti dei cattocomunisti che li reputo responsabili di 130mila italiani morti!
https://mio-radar.blogspot.com/2021/06/in-italia-minimo-assoluto-166-infetti.html
In Africa non c’è nessuna politica di controllo delle nascite.
Nessuno ha intenzione d’implementare una tardiva politica di controllo delle nascite in Africa.
Ecco, la discussione dell’Eutanasia PUZZA DI SOSTITUZIONE ETNICA.
Tra ammazzare un italiano gravemente ammalato con una grama speranza di vita (corta e qualitativamente pessima) per sostituirlo con un giovane africano, immigrato clandestino, semi analfabeta che non porta nessun brevetto, ma non consuma (temporaneamente) pensioni e non consuma sanità per ragioni anagrafiche, io preferisco allungare quanto più possibile la vita all’italiano ammalato, e lasciar crepare di fame e di sete il giovane immigrato clandestino.
Ne ho le pa**e piene dell’italica gestione assassina del Covid “come un forno crematorio ambulante”
Die Arbeit der Covid macht dich frei
https://mio-radar.blogspot.com/2021/06/in-italia-minimo-assoluto-166-infetti.html
e l’Eutanasia é la riproposizione del tema, per tagliare su pensioni e sanità, pigiando sulla sostituzione etnica.
La questione della “sostituzione etnica” è una delle tante bufale che girano in rete. Può anche darsi che qualche fantasia malata la stia pensando, ma di sicuro non se ne vedono tracce nella realtà. Quello che sta succedendo è che sta arrivando l’onda d’urto della bomba demografica che è esplosa eccome (esplosione peraltro cominciata un paio di secoli fa; i fenomeni demografici hanno tempi che vanno con le generazioni). Il punto è che ce ne stiamo accorgendo solo ora che è tardi per evitare danni consistenti. In ogni caso, la questione dell’eutanasia non ha niente a che fare con la questione demografica in quanto avrebbe comunque un impatto tendente a zero. Ha invece molto a che fare con la questione etica di come vogliamo vivere e morire, oltre che di come vogliamo ripartire risorse calanti tra vecchi e giovani. In quanto vecchio, penso che si dovrebbe dare la precedenza ai giovani. Quanto alla italica gestione della pandemia ho una mia idea, ma non vale la pena di discuterla pubblicamente perché non ho approfondito la questione.
Concordo in pieno, sul fatto che la BOMBA DEMOGRAFICA AFRICANA è iniziata dal 1990s e l’Africa oggi a 1.3 MLD proiettata senza tardive politiche demografiche a 2.4 MLD, oggi ne stanno iniziando a vedere gli impatti, che cresceranno esponenzialmente nei decenni a venire, legandosi in modo insolubile alla questione dei danni da climate change, disegnando nel Mediterraneo contesti insolubili per gli europei ossia GUERRE.
Nei decenni a venire lo Stato Sociale italiano si contrarrà ed é anche probabile che lo Stato Nazionale italiano possa dissolversi e sparire.
Obbiettivamente, é più probabile che le Regioni italiane assurgano a Stati Nazionali invocando un diritto d’autodeterminazione, piuttosto che lo Stato Nazionale italiano, trovi la forza politica per cancellare il Titolo V, sopprimendo le Regioni, Grandi Aree Metropolitane, Provincie e Comunità Montante (abbattendo i costi sterili della sovrastruttura e licenziando dipendenti della p.a. decentrata)
Sinché ancora esiste la Repubblica Italiana, lo Stato Sociale (pensioni e sanità) andranno difese:
1. tagliando le spese sterili dei dipendenti pubblici della p.a. che obbiettivamente, producono fogli di carta A4 e vessano imprese e famiglie con adempimenti ed imposte.
2. Mantenendo una sanità pubblica, che é meno costosa e più efficiente di una sanità privata (basta vedere la speranza di vita in Italia e la speranza di vita in USA ed i relativi costi sul Pil per vedere che in Italia nonostante i buchi rossi supermassivi da Roma in giù, la sanità pubblica é più efficiente di quella privata)
3. Non si può dare la Sanità a tutti così come sentenzia bergoglio.
Il concetto begogliano di “sanità per tutti” non collima con il concetto del termine “tutti” inteso nella Costituzione italiana, che é stata anche sbracata da sentenze sinistrose della Corte Costituzionale, i cui giuristi hanno pensato che l’Italia avrebbe potuto vivere di Debito Pubblico per sempre.
Le risorse sono scarse e suscettibili d’impieghi alternativi e concorrenti.
La Sanità italiana é nata per gli italiani, é finanziata dagli italiani, è pensata sui bisogni degli italiani.
Per quanto ridotto (in modo anagrafico) l’accesso alla sanità degli immigrati clandestini, IMHO a loro la Sanità italiana andrà PRECLUSA perché queste persone non hanno diritto a fruirne, in quanto non sono italiani e non hanno mai contribuito a finanziarla.
I migranti vaccinati sono un palese esempio: sottraggono vaccini agli italiani.
I migranti tamponati sono un altro palese esempio: sottraggono tamponi agli italiani, per impostare una strategia che stani gli asintomatici e parasintomatici.
I letti di rianimazione sono beni molto scarsi e pregiati: un immigrato clandestino malato di covid che finisce in rianimazione sottrae inevitabilmente la vita ad un italiano malato di covid.
In un contesto di scarsità, tutto questo é ancora più accentuato e nel futuro sarà anche peggio.
4. Stimando oggi, ottimsiticamente un 5% d’ammalati cronici in Africa, gente bisognosa di una sanità generica e/o specialistica, oggi la domanda sanitaria africana oscilla a circa 1.3 MLD *0.05=65 MLN di malati, che ne tutti e nemmeno una loro frazione, non possono e non devono essere curati dalla sanità italiana. Semplicemente la sanità italiana sparirebbe per gli italiani, essendo le risorse estratte dagli italiani, ma poi spese per non italiani.
5. Non si possono contrarre le spese militari, che anzi le dovremmo espandere, per evitare che l’Italia finisca impreparata alle guerre del Mediterraneo nel XXI°secolo.
6. Investire in sanità e ricerca medica é una legittima aspirazione umana, ma é finanziata ed organizzata da Stati Nazionali, perché il mondo é fondato sulle istituzioni degli Stati Nazionali. Allungare la speranza di vita e la qualità di vita delle persone anziane e vecchie e malate é una legittima aspirazione degli italiani che non può essere loro sottratta, per darla agli africani (i quali, sono in sovrappopolazione, per colpa loro, avendo trombato come conigli).
Sulla questione della sostituzione etnica, io ho raccolto fatti, dati, atti politici e legislativi.
Non voglio far polemica, mi limito a dire che io mi sono limitato a seguire i fatti, ovunque questi mi avrebbero potuto condurre, e non ho avuto timori politici, religiosi, psicologici, d’inferire trend storici palesi, che da oltre 7 anni sono ben oppiati da tutti i mass media cattocomunisti italiani.
scusate 🙂
Nel colpincollo s’é perso il link
Die Arbeit der Covid macht dich frei
https://mio-radar.blogspot.com/2021/04/die-arbeit-der-covid-macht-dich-frei.html
Marco Nicolini, non hai mai pensato di andare in Africa a convincere gli Africani solo a riprodursi invece che a moltiplicarsi?
Certo che è un’impresa ardua, pericolosa e dall’incerto risultato, ma se ci riuscissi sarebbe una bella soddisfazione.
E poi noi Italiani siamo maestri in questo, e pure da decenni, nonostante
le esortazioni contrarie delle varie chiese confessionali e politiche.
Comunque, un’idea mi tormenta tuttora.
Se negli anni ’50 fossi nato in Africa invece che in Italia, dove sarei adesso?
O nella Germania degli anni ’20 e fossi ancora vivo, sarei uno di quelli ancora convinti che con i campi di sterminio si risolvono molti problemi?
Ma i gusti non si discutono, si sa. Si apprezzano o si disprezzano
Le idee si dovrebbero discutere per riuscire ad apprezzarle o disprezzarle, ma è più difficile, bisogna saperle distinguerle dalle scemenze.
La “Buona Morte”?
Anche per Lei occorre fortuna, ma se non fai nulla per ottenerla, poi non pretenderla.
Marco Sclarandis
Marco Nicolini e Jacopo: secondo me la “sostituzione etnica” non è una bufala quanto una concettualizzazione sbagliata di qualcosa che sta effettivamente accadendo. Ci sono due fatti inconfutabili: uno è che, guardando i dati demografici dell’Istat, mese dopo mese il bilancio naturale è negativo, e quello migratorio positivo (demo.istat.it). Quindi coloro che sono nati in Italia, in gran parte da famiglie “italiane” da generazioni se non secoli o millenni, calano di numero, per venire “sostituiti” da persone che sono nate altrove. Questa non è una bufala, è un dato di fatto. Semmai si può discutere se sia un fenomeno positivo, negativo o neutro; si può dibattere su quanto conti l’etnicità e quanto ci voglia per diventare italiani, se abbia ancora senso questo termine, eccetera. Ma una sostituzione etnica è in atto, c’è poco da fare, e il nostro paese non vedeva niente del genere, almeno che io sappia, dalla fine dell’Impero Romano e dall’Alto Medioevo (quando comunque arrivavano mediterranei ed europei, non cinesi, sudasiatici, eccetera).
Un altro dato di fatto è che politici, rappresentanti delle istituzioni e accademici parlano apertamente della necessità di far arrivare in Europa tot immigrati per far fronte al calo demografico naturale europeo e alla domanda di forza lavoro (concetto artificioso, ma non divaghiamo). Anche qui c’è poco da discutere, visto che non è un segreto e queste discussioni sono di dominio pubblico. Per costoro, le persone sono abbastanza indifferenziate, le culture e le differenze superabili o arricchenti, e la cosa che conta di più è aggiungere membri produttivi all’economia. Anche qui si può discutere sull’opportunità o meno di andare in questa direzione, o sull’eventuale inevitabilità della transizione, ma è evidente che facendo così cambieranno le caratteristiche “etniche” (aspetto fisico, religione, cultura) degli europei più di quanto cambierebbero con un’evoluzione naturale senza immigrazione.
L’errore nell’idea della sostituzione etnica secondo me è pensare che qualcuno stia cercando di far fuori gli italiani (o gli europei) per far posto ad altri. Le stesse persone che invocano l’immigrazione, infatti, invocano anche misure per incentivare le nascite. Il nostro sistema economico si fonda sulla crescita, il nostro sistema politico ha come obiettivo principale la crescita dell’economia, e se questo è il modo per raggiungerla, ben venga. Penso che alle “elite” nel complesso non importi più di tanto la composizione “etnica”, basta avere forza lavoro a un costo per loro accettabile, un’economia in crescita e un welfare sostenibile. Che poi tutto questo non sia sostenibile dal punto di vista ambientale e delle risorse non importa quasi a nessuno, perché questo modo di ragionare è fuori dalla nostra cultura forse addirittura da sempre.
Comunque, Marco, secondo me la tua associazione è completamente all’incontrario. Il giovane africano non viene qui AL POSTO del vecchio: viene qui a far sì che il vecchio, non produttivo, con altissime pretese di vita allungata all’inverosimile e pensioni insostenibili, possa avere entrambe queste cose tramite lo sfruttamento della manodopera straniera e non. Il vecchio può prendere tremila euro al mese di pensione ed essere curato a caro prezzo perché esiste un sacco di gente sfruttata per mandare avanti la macchina il più possibile, e quindi produrre la crescita che serve a far sì che il vecchio non muoia di fame o di malattia come succederebbe in una società con meno mezzi. Per quanto riguarda me, a questo punto il vaccino l’immigrato clandestino ce lo dovrebbe avere, per ragioni di opportunità e anche di umanità.
E’ un mito spacciato dai Mass Media cattocomunisti, i fatto che gli immigrati clandestini paghino e pagheranno le pensioni degli italiani.
☭ Le balle cattocomuniste spacciate dai giornali e televisioni, sulla necessità di braccianti in agricoltura!
https://www.youtube.com/playlist?list=PLeSK8oZavDZk27eBeW5vlrMrL6v71fKVZ
Semi analfabeti, che non sanno una parola d’italiano, non hanno i valori degli italiani e degli europei, e nessuno di loro porta un brevetto.
Gli immigrati regolari, assieme agli italiani lavoratori, sono quelli che pagano le pensioni.
I clandestini sono braccianti, badanti, operai a nero, eccetera, che permettono a grosse fette di settori fondamentali dell’economia italiana di continuare a operare garantendo prezzi relativamente bassi e lauti profitti. Senza di loro, molti prezzi aumenterebbero o molte aziende chiuderebbero o delocalizzerebbero, e l’intera economia sarebbe diversa.
Questo non significa che vada bene avere migranti irregolari, solo che è ipocrita negare la loro funzione allo stato attuale delle cose.
P.S. Sto cercando un lavoratore per la mia azienda agricola, e non ne trovo. Mi ha chiamato la Caritas dicendo che mi manderebbero per tre mesi un ragazzo pakistano gratis come apprendista, paga lo stato. Per fare un esempio. E questo è legale: l’illegalità è molto peggio.
Ieri sera mi guardavo un film distopico sull’intelligenza artificiale, con mio figlio quindicenne. Il tipetto non è del tutto scemo. Gli ho spiegato (!) come all’inizio degli anni Duemila ci si “meravigliava” delle grandi multinazionali stile CocaCola, da una decina d’anni ormai ci si “meraviglia” di quelle ancor più globali stile Google, domani toccherà a qualcos’altro che non potrà semplicemente essere più grande ma dovrà essere valutato su nuove unità di misura. Cosa potrebbe cambiare le unità di misura, se non il prossimo step dello sviluppo tecnologico in ambito informatico, cioè appunto l’AI, di cui ora vediamo appena l’alba nelle analisi automatizzate dei Big Data e dei social? Non sta forse nelle cose, che tale cambio di unità di misura corrisponda ad un cambio della dinamica capitalistica, sin nei Valori che ne sono oggetto?
Sembra una serie di concetti astrusi, ma non lo è. Lo sono solo perchè due parole in un dialogo reale possono risultare più semplici di uno scorno sui commenti di un blog. E un film distopico visto da adolescenti aiuta più di un dibattito da bar. Basta non scambiarlo per un maestro di vita (e di morte): quella la facciamo noi con la nostra storia!
Ovviamente il capitalismo cerca di cambiar pelle, ma le risorse da sfruttare sono sempre quelle. Finite, e quasi mai perchè stanno entro i confini di una nazione.
Altrettanto ovviamente, si può pure dire che la parola “capitalismo” sia sinonimo di “umanità”, perchè per molti di noi siamo fatti così…
Non siamo tuttavia più umani, quando valutiamo sempre e SOLO con lo stesso metro il prezzo di un pomodoro, il costo di una terapia intensiva, l’apporto di un immigrato regolare alle casse dell’INPS, la quantità di tritolo da mettere nei siluri delle navi date alla Libia, la bolletta elettrica… Se ragioniamo così, dobbiamo migliorare di parecchio il nostro software. L’AI ci sta già superando, nelle sue attuali versioni più avanzate: quelle che tentano di implementare qualche abbozzo di “sentimento”.
Difatti, i politici (senza dirlo agli elettori, per carità, perchè gli algoritmi non votano direttamente) sono ben contenti di una governance col pilota automatico. Sanno che, non restando più umani, questa è l’unica strada possibile.
Nelle “più alte sfere”, intanto, sono impegnati allo spasimo. Per veder realizzato al più presto la metamorfosi del sistema, a partire da quel che loro hanno più sotto controllo: la dinamica economica monetaria. Presto, prima che le risorse non bastino più… nemmeno per una moneta ancora non del tutto virtuale!
Se questo è il quadro, perchè dovremmo litigare su chi si salva (giovane o decrepito, nigeriano o padano) sulla base della MONETA in gioco?
E se anche dovessimo litigare sullo stesso argomento ma sulla base delle RISORSE in gioco, sicuri che i termini restino gli stessi? Secondo me no. Saremmo più umani.
Detto questo , viva i blog liberi come questo, dove anche i nazisti potrebbero rielaborare e/o proporre le loro idee battendo a martello pneumatico sul pulsante “commenti”.
“Potrebbero”, dico, non voglio dire “possono”. Perchè spero sempre nell’umanità, in fondo, delle persone pronte a mettere nome e cognome anzichè trincerarsi dietro un nickname (cosa che tuttavia in sè sarebbe perfino comprensibile, visti i toni da navi cannoniere della Compagnia delle Indie).
Gli immigrati clandestini sono usati per spaccio di droga & furti & racket & prostituzione (tutte cosine, di cui l’Italia potrebbe fare obbiettivamente a meno)
Le “badanti” non sono immigrati clandestini.
Le “badanti” sono immigrati regolari, ossia hanno una carta d’identità se sono di paesi UE, oppure hanno un passaporto se sono di paesi extraUE e come tale hanno il permesso di soggiorno perché hanno già trovato un lavoro in Italia. Perchè nessuno si mette in casa una persona sconosciuta, quindi le “badanti” non hanno niente a che vedere con gli immigrati clandestini.
Per inciso, anche le “badanti” sarebbero poco utili, le loro prestazioni sono in competizione con lo sviluppo della robotica in Italia.
https://youtu.be/dJZk8r8SSjQ
In Italia sarebbe anche moderatamente sviluppata la robotica + I.A. ma i CATTOCOMUNISTI la stanno distruggendo, a differenza dei giapponesi che puntano massivamente sui personal home robot+I.A. per assistenza anziani
I Personal Home Robot non mangiano & non figliano & non votano & possono essere riciclati.
https://youtu.be/xp8_ZvjiaOU
https://youtu.be/xp8_ZvjiaOU
In un mondo sovrappopolato, in scarsità di risorse, i robot sono un ottimo strumento d’assistenza domiciliare in piena sostenibilità planetaria per i paesi del I°mondo.
Certo, se si punta alla sostituzione etnica del popolo italiano… allora questi miei discorsi “sono neonazisti”, tanto quanto é “neonazista invocare la CED De Gasperi”, dato che non a caso oggi De Gasperi sarebbe etichettato come un pericoloso nazysta dai Cattocomunisti quanto da questa chiesa cattolica (l’ho volutamente scritta minuscola)
LOL
Nella penisola italiana, torneremo “a forme di eventi clone” del 1848-1861 con Stato Pontificio + Colonie Cartaginesi e forse stati falliti e fantoccio di Repubblica Democratica Italiana contro Repubblica Federale Italiana in zona Euro.
Per capire gli eventi meteo, bisogna informarsi sulla climatologia.
25/2/2021 ScienceDaily: Gulf Stream System at its weakest in over a millennium
https://www.sciencedaily.com/releases/2021/02/210225113357.htm
3/3/2021 LiveScience: The Gulf Stream is slowing to a ‘tipping point’ and could disappear
https://www.livescience.com/gulf-stream-slowing-climate-change.html
queste cosine, confermano quanto già si sapeva da molto tempo!.
E’ probabile che il “severe weather” degli ultimi giorni in nord Europa, sia stato coadiuvato dalla debolezza della AMOC
16/7/2021 AlJazeera: Germany, Belgium floods toll passes 120, with many missing
https://www.aljazeera.com/news/2021/7/16/germany-belgium-floods-over-100-deaths-hundreds-missing-live
questi eventi climatici estremi, sono compatibili con quanto atteso, dai modelli climatologici nel caso di uno spengimento della AMOC
https://mio-radar.blogspot.com/search?q=amoc
1. I mass media riportano eventi, che non sono niente di nuovo.
2. Non c’è niente d’imprevisto, in termini di tendenze.
3. Non vale la pena, commentare tale eventi
4. Si dovrebbe aver capito, che il severe weather in nord Europa, causerà la chiusura di Fondi UE dell’accoglienza ai migranti e l’affondamento del concetto europeo di “profugo climatico”.
Sarebbe utile, cancellare il concetto “migrante & profugo climatico” prima che possa catalizzare flussi migratori Africani verso il Nord Est Africa.
Anche perché, a causa della dittatura dei fatti, presto tutti dovranno pupparsi la WW3 road map theory 🙂
https://mio-radar.blogspot.com/2017/10/wwiii-road-map-theory.html
Certo!, la “WW3 road map theory” non sarà esattamente la realtà futura, perché probabilmente la storia s’addenserà in un qualche interstizio irrazionale, ma la WW3 road map sarà una buona approssimazione della realtà futura!.