Luigi Giorgo* & Simone D’Alessandro **
* Movimento per la Decrescita Felice
** Dipartimento di Economia e Management, Università di Pisa, Italy
Introduzione.
Vorremmo chiarire il contesto in cui nasce il nostro intervento, che presenta un modello macroeconomico basato sulla dinamica dei sistemi, sviluppato dall’Università di Pisa su richiesta di MDF (che ha contribuito al design) per valutare l’impatto socio-economico degli interventi per ridurre la CO2.
Modello che abbiamo confrontato (work in progress) con quelli usati da ENEA e RSE per la Strategia Energetica Nazionale (SEN) e per il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima inviato a Bruxelles il 31 dicembre 2018.
Siamo tutti d’accordo che dobbiamo ridurre la CO2, ma noi pensiamo che lo si debba fare con un’economia che tenga conto dei limiti fisici del pianeta e dei bisogni sociali delle persone.
1. Keynes
Questo economista, certamente non un precursore della decrescita, ha descritto un futuro interessante che però non si è avverato…. cosa non ha funzionato?
Un’economia che non ha tenuto conto dei limiti della biosfera e dei bisogni sociali ha prodotto un capitalismo finanziario che oggi dimostra tutti i suoi problemi.
Non a caso il parametro esclusivamente monetario inventato da Kuznest negli ani ’30 è diventato la misura del benessere economico mondiale.
“L’efficienza tecnica è andata intensificandosi con ritmo più rapido di quello con cui riusciamo a risolvere il problema dell’assorbimento della manodopera . . . per la prima volta dalla sua creazione, l’uomo si troverà di fronte al
suo vero, costante problema: come impiegare il tempo libero che la scienza e l’interesse composto gli avranno guadagnato, per vivere bene, piacevolmente e con saggezza . . . dovremo adoperarci a far parti accurate di questo ‘pane’ affinché il
poco lavoro che ancora rimane sia distribuito tra quanta più gente possibile.
Turni di tre ore e settimana lavorativa di quindici ore possono tenere a bada il problema per un buon periodo di tempo”.
John Maynard Keynes, Madrid, giugno 1930 “Prospettive economiche per i nostri nipoti”
“Non è lontano il giorno in cui il problema dell’economia avrà il ruolo di
secondo piano che gli compete, e le arene della mente e del cuore
saranno occupate dai nostri veri problemi: i problemi della vita e delle
relazioni umane, della creazione e del comportamento e della religione”
John Maynard Keynes, Londra, 1945
2. Università di Leeds.
Con un pallino rosso vengono identificati i paesi del G20, che generano complessivamente l’85% del PIL mondiale.
Nessuna nazione si trova nel quadrante in alto a sinistra, quello in cui entrambi i limiti sono rispettati.
3. Dati Leeds per l’Italia
Come visto nella slide precedente, l’Italia supera sia i limiti biofisici, sia quelli sociali; particolarmente significativi i problemi per i primi.
4. PIL e occupazione
5-6. PIL e salari
Scelti i dati USA per il legame con la scolarità, che non abbiamo trovato per i dati italiani.
La stragrande maggioranza degli statunitensi ha visto il suo salario diminuire a fronte di un PIL in continua crescita. Ma la dinamica è la stessa in tutti i paesi occidentali, dove il labor share in quei 35 anni è costantemente diminuito mentre il PIL cresceva.
Nel periodo 2006–2016, il reddito nazionale disponibile lordo del 10% più povero degli italiani è diminuito del 23,1%.
7. PIL e spreco
Siamo dinnanzi ad un modello di agro-business che non può funzionare e a sussidi alle fonti fossili (15 miliardi annui) che dovrebbero essere invece usati per incentivare l’efficientamento energetico degli edifici.
Anche se il PIL a regime scenderebbe.
8-9. La disuguaglianza – Oxfam
Il trikle down di Milton Friedman e dei suoi Chicago boys non lo sta vedendo nessuno; semmai tutti vediamo il trikle up dei ricchi sempre più ricchi.
REPORT OXFAM GENNAIO 2019
L’82% dell’incremento di ricchezza globale registrato l’anno scorso è finito nelle casseforti dell’1% più ricco della popolazione, mentre la metà più povera del mondo (3,7 miliardi di persone) ha avuto lo 0%.
Disuguaglianza ed emissioni
Dati: M Danny Dorling, “The equality effect” (2017)
- nei 10 anni successivi alla crisi finanziaria il numero di miliardari è quasi raddoppiato;
- solo nell’ultimo anno la ricchezza dei miliardari del mondo è aumentata di 900 miliardi di dollari, mentre quella della metà della popolazione più povera – 3,8 miliardi di persone – si è ridotta dell’11%;
- oggi i miliardari sono più ricchi che mai, e tra il 2017 e il 2018 sono aumentati al ritmo di uno ogni due giorni;
- la ricchezza è sempre più concentrata in poche mani: l’anno scorso soltanto 26 individui (contro i 43 dell’anno precedente) ne possedevano tanta quanto la metà più povera dell’umanità.
Piano Nazionale Integrato per l’Energia ed il Clima (PNIEC)
Il modello:
Tre scenari:
1. Baseline (linea azzurra)
Effetti politiche correnti, calibrazione che replica () le simulazioni
dei modelli usati per la definizione del PNIEC.
2. PNEC (linea rossa)
Combinare le proposte del PNEC in tre misure:
> Aumento degli investimenti in energia rinnovabile
> Aumento dell’elettrificazione
> Aumento della frequenza di innovazioni che riducono i consumi intermedi e l’uso di energia
A sinistra: Rinnovabili su consumi finali di energia (%)
A destra: Rinnovabili su consumi finali elettrici (%)
2. DeGrowthMDF (Linea verde)
Rispetto al PNEC
> Riduzione dell’orario di lavoro fino a 20 ore nel 2050 (2010 = 39.1)
> Aumento della quota di dell’economia locale (dal 18 a circa il 30%)
> No incentivi all’innovazione (stessi parametri del BASELINE)
Fattori di riduzione delle emissioni (2010 = 100)
Conclusioni
Non ci capisco un ……..
Npon si potrebbe riscriverlo in italiano o in altra lingua conosciuta ?
In effetti il post è solo lo “scheletro” dell’intervento al convegno del 22 marzo scorso. Può risultare certo più comprensibile guardandone la registrazione qui (al minuto 1:43:20):
https://youtube.com/watch?v=VegYqZal6V8
Tutto chiaro , ma la demografia ? Quale e’ il limite e come lo si conserva ?