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Ci sono o ci fanno? È la domanda che si pone l’uomo della strada quando si imbatte in un comportamento totalmente assurdo da parte di qualcuno che si presume sensato ed ben informato.  Gli esempi sono infiniti e si perdono nella notte dei tempi, ma ultimamente si stanno raggiungendo livelli parossistici di assurdità al punto che spesso non si riesce più a capire se certe cose vengono dette o fatte per follia, inganno oppure per scherzo.  Distinguere le battute dei comici dalle dichiarazioni di molti personaggi illustri non è facile.   Per l’appunto: ci sono o ci fanno?
Certo, non è la prima volta che accade nella storia, ma proprio per questo è preoccupante: ogni volta che la classe dirigente ha preso un’analoga deriva è finita molto male.

A titolo di esempio unico, mi piace qui citare un recente rapporto di Goldman Sachs: “The Path to 2075” per la semplice ragione che qui abbiamo a che fare con il cuore pulsante del turbo-capitalismo post-moderno. Quell’alta, anzi iperbolica, finanza da cui dipendono in buona misura le nostre piccole vite. E i rapporti di Goldman Sachs sono presi molto sul serio dai dirigenti e funzionari degli istituti finanziari (o perlomeno così dicono).
Orbene, alcuni dei migliori analisti al mondo (o comunque pagati per tali), gente che ha accesso alle più riservate informazioni e maneggia modelli sofisticatissimi come fossero giocattoli, hanno avuto la faccia di pubblicare un rapporto che, in estrema sintesi, sostiene che la crescita economica rallenterà ovunque principalmente a causa del rallentamento della crescita demografica (!!), ma in modo differenziato, cosicché la graduatoria delle diverse economie nazionali cambierà:

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A parte l’evidente assurdità di considerare la crescita demografica come la principale forzante della crescita economica, cosa altro c’è di assurdo in questo semplice specchietto?  Moltissimo, troppo per essere descritto in dettaglio e quindi concentriamoci solo su alcuni punti più evidenti.

1 – Ignorare che esistono limiti locali e globali alla crescita e economica e demografica. 

2 – Considerare che le tendenze attualmente in atto si mantengano in un futuro misurabile in decenni, indipendentemente da fattori quali il degrado ambientale, il cambiamento del clima, l’eventuale diffusione di nuove e rivoluzionarie tecnologie, l’instabilità sociale e militare (questi due effettivamente spesso correlati con la crescita demografica) per citare solo alcuni dei fattori che Goldman Sachs evidentemente considera come trascurabili.

3 – Considerare che il tasso di crescita del PIL sia un affidabile indicatore circa la salute economica, sociale ed ambientale di un paese. Per esempio, nel 2075 in sesta e settima posizione troviamo Pakistan ed Egitto, due paesi che son già sull’orlo dell’implosione e che non sappiamo neppure se fra cinquant’anni esisteranno ancora.  Come molti altri, del resto.

4 – Fingere che la finanza possa svilupparsi indipendentemente dalle condizioni economiche, sociali, politiche e, soprattutto, ambientali.

Insomma, ci sono o ci fanno?  Perché se ci fanno poco male. Questa, come molte altre pubblicazioni analoghe, sarebbe semplicemente un’acchiappacitrulli, tesa a spingere gli sprovveduti ad investire in modo da favorire le loro proprie speculazioni.  Una specie di truffa fra le tante altre, insomma.
Se invece ci sono, cioè se davvero credono che questo genere di analisi possa indicare realistiche tendenze per il futuro, allora siamo nelle mani di una combriccola di pazzi.

 

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