Obiettivamente parlando, dopo Primavera Silenziosa di Rachel Carson (1962) The population Bomb di Paul Ehrlich (1968) e I limiti della crescita dei coniugi Meadows e Jorgen Randers (1972), la cultura ambientalista non si è arricchita di altre opere che possano essere annoverate tra i grandi classici dell’ecologia, anche perché, da pensiero sostanzialmente ‘unitario’ che era ancora negli anni Settanta, si è gradualmente scisso in correnti riformiste e radicali, dallo sviluppo sostenibile di cui si fanno paladine anche le megacorporation più inquinanti del pianeta fino alla decrescita o addirittura all’anarcoprimitivismo.
Oramai, il degrado ecologico preconizzato dallo scienza si è fatto manifesto, solo i sofisti e i cialtroni della peggior specie (categorie spesso coincidenti) possono continuare a negarlo. Rispetto agli anni Settanta, quando ancora si poteva evitare di andare a sbattere contro il muro (o era possibile se non altro contenere al massimo i danni), oggi invece lo scontro è inevitabile, e ci si divide tra chi spera in un ridimensionamento non troppo drastico del benessere attuale e chi, come il buon Ugo Bardi, paventa un radicale ‘tracollo di Seneca’. In questa nuova fase, i vecchi scienziati-Cassandre, più che replicare sdegnati agli increduli ‘ve l’avevamo detto!’, non possono fare.
John Michael Greer, noto nell’ambiente semplicemente come ‘l’arcidruido’ per via delle sue convinzioni neopagane (di cui, a titolo di cronaca, non fa proselitismo nel libro che andiamo ad esaminare), con La lunga discesa. Una guida per la fine dell’età industriale si è cimentato in un’opera ideale per quello che potremmo chiamare, per usare un’espressione alla moda, ecologismo 2.0. Infatti, dopo una lunga prolusione in stile ‘picchista’, nelle sezioni successive affronta il delicato tema del superamento della cultura antropocentrica, riflette sulle forme dell’azione politica ma suggerisce anche alcuni rimedi pratici per vivere al meglio nella società deindustrializzata dove l’abbondanza energetica è un caro ricordo (lo sapevate, ad esempio, che gli alternatori delle automobili possono essere riutilizzati virtuosamente per produrre elettricità?), analizzando le civiltà del passato alla ricerca di insegnamenti utili e ammonimenti per il futuro. Se vi sentite pigri e volete un opera che sia un ‘pacchetto completo’ comprendente tutte le principali questioni ecologiche e le strategie di adattamento, allora quest’opera fa sicuramente al caso vostro.
Infatti, in un’epoca in cui il ‘solito’ libro del Club di Roma appare oramai scontato e fuori tempo massimo mentre i tanti profeti del survivalismo post-apocalottico puzzano di fuffa post-fricchettona, Greer fonde il rigore dello scienziato con la profondità spirituale del mistico nell’approcciare il delicato tema del ‘collaso catabolico’ (rimando a un articolo dell’Arcidruido tradotto su Effetto Cassandra per i dettagli), ben sapendo che affrontarlo richiede una mutazione antropologica e non una semplice transizione tecnologica. Prima di lui, forse solo Donella Meadows è stata capace di unire insieme così bene razionalità e spiritualità.
Pensando poi all’attuale pandemia globale provocata dal Coronavirus, Greer suona per certi versi profetico, e non perché accampa improbabili ipotesi complottistiche su di una possibile guerra biologica. Per usare le sue parole, “anche il collasso è un’opzione.Il fatto che non sia l’opzione che preferiamo non fa nulla per renderla meno probabile”. Come stiamo constatando tuttora, se non ti proponi di attuare importanti cambiamenti sistemici, essi finiscono per verificarsi da sé. Il Covid-19, ad esempio, sta brandendo a pezzi la complessa quanto delicata architettura della globalizzazione neoliberista, ripristinando rigide frontiere, riesumando l’ingerenza dello stato nell’economia, abbattendo le emissioni inquinanti, proponendo a suo modo il tema della riconversione economica e agevolando lo smantellamento dell’industria delle fossili (la continua deflazione è foriera di fallimenti a catena nel settore degli idrocarburi).
Insomma, l’alternativa non è tra Business As Usual e utopia ecologica, bensì tra un mondo dove si possano conciliare ancora istanze di libertà con le esigenze della biosfera e uno dove si finisce vittime degli eventi, dove lo ‘stato di eccezione’ ben descritto da Giorgio Agamben assurge a normale paradigma di governo e, si direbbe, la Natura cerca con le maniere spicce di rimediare ai tentennamenti degli umani.
Durante i circa 20 anni (all’ epoca non c’erano Internet, PC e telefoni cellulari sempre connessi con il resto del mondo) che ho passato a lavorare come cooperante in vari posti sperduti del mondo, l’unico mezzo per tenermi informato sulle notizie più importanti era la radio. Ricordo tuttora la curiosità di quando tornavo a casa per informarmi sull’andamento della guerra delle Malvinas/Falkland. Ogni tanto però mi capitava di leggere vecchi giornali e riviste risalenti anche a parecchi giorni o settimane e in tali occasioni mi divertivo nel leggere le analisi e previsioni sbagliate (su politica, economia ed altre questioni) di giornalisti anche famosi. Quello che più mi sorprendeva era constatare come questi giornalisti, confidando sulla memoria corta dei lettori, raramente (o meglio; quasi mai) ritrattavano/si scusavano dei loro errori. Anzi pareva che più “cannassero” e più aumentasse il loro prestigio. Le stesse sensazioni le ho provate nel leggere certi libri pieni di previsioni catastrofiste scritti da certi guru e paraguru famosi. Il caso più emblematico è stato leggere circa 30 anni dopo la sua pubblicazione nel 1968, il libro del neo-malthusiano Ehrlich “The population bomb”. Le stupidaggini scritte da questo autore sono infinite: “…la battaglia per sfamare l’umanità è perduta”. ……“negli anni Settanta il mondo soffrirà la carestia, e centinaia di milioni di persone sono destinate a morire di fame. Ma sono solo una manciata rispetto a quelle che moriranno prima della fine del secolo. A questo punto però è troppo tardi per intervenire”….“nel 1984 gli Stati Uniti moriranno letteralmente di sete e se la temperatura si abbasserà di qualche grado, una nuova era glaciale (notare che all’epoca già da qualche anno si parlava di “Effetto Serra e di Riscaldamento Climatico!) potrebbe incombere su di noi, con drastici effetti sulla produttività agricola delle regioni temperate. Il cibo diventerà molto più costoso e molti diventeranno vegetariani”. Ricordo che pronosticò entro pochi anni l’estinzione dei cetacei e di altre specie ora in aumento, nonché la riduzione sia della popolazione negli USA a poco più di 20 milioni di abitanti allo scadere del millennio (in realtà ora sono almeno 16-17 volte di più), sia il dimezzamento dell’aspettativa di vita nei paesi più sviluppati per varie cause (inquinamento, ecc.) entro la fine del XX (non XXI !!!) secolo. Come per i giornalisti di quei vecchi articoli, anche lui, nonostante queste immani cantonate, ricevette numerosi riconoscimenti, premi in denaro e prebende pubbliche da parte di istituzioni pubbliche e private e divenne ricco vendendo milioni di copie del suo libro “patacca”. Coloro che invece lo sbugiardarono più volte nelle previsioni, come Simon, sono stati dimenticati da tutti. Questo per capire gli interessi di chi traeva profitto dalla divulgazione di questa ideologia. La bravura/furbizia di guru e paraguru come Ehrlich è di saper interpretare ed approfittare dello spirito del tempo, quello Zeitgeist catastrofista-colpevolista diventato oramai una delle più diffuse religioni del mondo occidentale. Come altre religioni si basa sul senso di colpa di un Peccato Originale e sulla promessa di una redenzione attraverso la mortificazione e la penitenza di chi con fatica è riuscito ad uscire dalla miseria. La cosa più divertente è che la maggior parte dei credenti di questa neo-religione si definiscono atei e razionalisti.
Cito questi esempi perché ho l’intenzione di leggere fra una decina o quindicina di anni (sperando ovviamente di essere ancora vivo all’epoca) il libro di J. M. Greer . Sono convinto (la certezza è una prerogativa di questi guru) che fra qualche anno riderò parecchio nel verificare a posteriori deduzioni e previsioni. Con tutto questo non voglio certo affermare che l’attuale situazione sia rosea e che bisogna continuare con il BAU. Continuo però a pensare che un conto sia l’evoluzione (andare avanti verso nuovi e diversi obiettivi) ed un altro l’involuzione e cioè fermarsi o tornare indietro. Restando in tema “industria”, pur non essendo un esperto, sono abbastanza vecchio per aver visto la radicale trasformazione di questo settore e non mi sembra in peggio. Dal punto di vista ambientale (che è quello che più mi interessa), oltre ad un minore inquinamento, a parità di prodotto, si sta usando sempre meno energia e materie prime. Sono amico di alcuni industriali, di manager di piccole o medie aziende ed anche di operai o di ricercatori e vedo che tutti si danno da fare per modificare in meglio le produzioni. E non certo perché illuminati da superiori motivi etici, ma semplicemente per adeguarsi al mercato. Ripeto: non ho letto “La lunga discesa”, e non ho voglia (nemmeno il tempo: ne ho mille altri libri molto più interessanti ed istruttivi!) per i prossimi 10-15 anni. E non voglio levarmi la soddisfazione di ridere di gusto per quando lo farò.
Salve sig. Burlini,
molto felice di rivederla dopo tanto tempo, ero davvero dispiaciuto di aver perso quello che in assoluto si era rivelato numeri alla mano il mio commentatore più affezionato e fedele di sempre. Ancora più felice di averla fatta ridere con questo pezzo, se permette però vorrei fare un piccolo passo indietro al suo ultimo commento prima di questo, cioé quando lei in data 22 marzo scrive in riferimento alla mia persona:
Al che ho risposto
Sono ancora in paziente attesa della sua confutazione (cioé, ripeto, l’indicazione di qualcuno dei tanti articoli di ricerca che smentirebbero quelli che ho usato io facendo la cernita di ‘ciliegie’, come dice lei), così facendo oltre a castigare la mia ignoranza/disonestà intellettuale avrà modo anche lei di riabilitare la sua figura evitando il tipica atteggiamento di tanti soloni del Web di lanciare strali e accuse senza argomentare.
Buona giornata
Sono andato a leggermi il post linkato (che forse m’era sfuggito, essendo follower del blog del prof)
https://ugobardi.blogspot.com/2014/10/i-limiti-della-crescita-descritti-in.html
Il collasso catabolico é intrigante nella sua semplicità, però… E’ strano che tra funzioni e relazioni, non spenda due parole sulla sovrappopolazione, ed é ancora più strano, che l’autore non parta dai fatti: cosa racconta la Storia dei collassi?!.
La Storia ci fornisce un piccolo campione, non scevro da pesanti critiche.
Mettere le mani dentro i processi storici, colmi di mutabili che trasudano da ogni contesto nello spazio tempo in cui sono collocati, è sempre cosa complicata.
La semplice costruzione di una banale serie storica (avere i dati) può essere una cosa assai ardua e molto controversa!.
476DC: Impero Romano è collassato per invasioni Barbariche
800DC: Città Stato Maya collassate per guerre civili con altre città stato Maya
1400DC: La Cultura dell’Isola di Pasqua è collassata per sovra-popolazione e scarsità di risorse
1521DC: Impero Incas è collassato per l’invasione degli Europei
1521DC: Impero Azteco è collassato per l’invasione degli Europei
1917DC: Impero Russo è collassato per lo stress della WWI e per carestie
1989DC: Impero Sovietico è collassato per lo stress della guerra fredda e per carestie
Supponendo d’esser d’accordo sul campione, le cause storiche del collasso della società sono chiare:
…i collassi sono causati da invasioni: 3/7=43%
..i collassi sono causati da stress delle guerre e carestie: 2/7=29%
.i collassi sono causati dalla guerra civile: 1/7=14%
.i collassi sono causati da sovra-popolazione e la scarsità: 1/7=14%
Non c’è traccia nel mondo del XXI°secolo, di un cambio di paradigma energetico, ci sono solo sporadici elementi che indicano un allargamento del mix energetico, mantenendo l’uso dei carburanti fossili. La storia ci dice, che in un contesto di scarsità e sovra-popolazione il collasso delle società è una realtà: mi pare ovvio, che nel XXI°secolo il collasso della società umana, accadrà per sovra-popolazione e scarsità indotta dai danni del climate change!.
Le società umane sulla Terra nel XXI secolo, collasseranno tutte nello stesso modo?!
No!, perché ce lo dice von Clausewitz-La guerra é la continuazione della politica con altri mezzi-
Sulla Terra, ci sono molte nazioni che sono in un diverso stadio di sviluppo socio-tecno-economico, ed hanno un diverso livello di potere militare!
paesi del I°mondo: quasi tutte le nazioni hanno un potente strumento militare, eviteranno il collasso.
paesi del II°mondo: solo le nazioni con un potente strumento militare sopravviveranno al collasso.
paesi del III°mondo: tutte le nazioni collasseranno avendo un debole strumento militare.
▶ Eventi bellici entro i primi 50 anni del XXI secolo
https://mio-radar.blogspot.com/2019/04/eventi-bellici-entro-i-primi-50-anni.html
I paesi del I°mondo, possono fare qualcosa per ritardare un inevitabile collasso?!
.Sì!, il contingentamento energetico pro-capite (nei paesi del primo mondo)
.Sì, il risparmio energetico (nei paesi del primo mondo)
.Sì!, imporre da ONU una (tardiva) politica di controllo demografico in Africa
.Sì!, nebulizzare acqua di mare al Polo Nord per creare un albedo artificiale in Estate/Autunno (per rallentare la comparsa del Polo Nord ICE FREE)
.Sì!, piantar alberi ovunque sia possibile sulla Terra (sarà dura! perché in Africa s’andrà a ridurre la foresta equatoriale e la foresta Amazzonica subirà i più accentuati tipping point climatici negativi dal blocco della AMOC)
.Sì!, investire in armamenti (perché prima o poi, scoppieranno guerre, sarà un inferno, sarà bene essere preparati militarmente, a meno che non si voglia perseguire la gioia del martirio e la sostituzione etnica, che però puzza di sacrificio umano e suicidio di massa).
Ossia, cose compatibili con lo Scenario della CATASTROFE ULTRAVIOLETTA.
Siamo seri… è possibile che i paesi del I°mondo si suicidino economicamente, mentre i paesi del II°,III°mondo continuino a bruciar carburanti fossili?!
Fatta la domanda, trovata subito la risposta: la freccia della storia muti rapicamente verso lo Scenario della SURROGAZIONE INERZIALE ESPLOSIVA
▶ Next Generation Star Trek Space Ship European Green Monetary Fund
https://mio-radar.blogspot.com/2021/05/next-generation-star-trek-space-ship.html
🎧 http://www.climate-change-wars.tk
Non si monti troppo la testa per il mio “ritorno”. A dire il vero non volevo più intervenire. La sua incapacità di capire dei concetti semplici come i vantaggi salutistici-energetico-ambientali offerti dall’adozione degli OGM in agricoltura, oppure la presunta sostenibilità del metodo Bio, mi era ampiamente bastato. Alcuni amici (tutti agricoltori o agronomi o comunque molto interessati all’ambiente) e che avevano seguito i precedenti dibattiti, giorni fa mi avevano pregato di intervenire su un altro suo commento riguardante “Agricoltura per la sostenibilità integrale”. Questo articolo però mi era sembrato troppo banale perché proponeva esattamente le stesse cose che facevano i miei antenati: colture consociate, rotazione, ecc. Il sovescio però no: coltivare qualche cosa per poi ararlo sotto, sarebbe stato considerato una bestemmia. Molto meglio trasformare questa coltura in parte in carne o latte ed in parte in letame per poi utilizzarlo su un’altra coltura. Evidentemente gli odierni guru della sostenibilità la pensano diversamente perché hanno in odio la zootecnia intensiva! Per cui ho lasciato perdere. A proposito e per farle capire come per valutare bisogna saper “leggere” i dati di certi articoli, le faccio un esempio recente sul link da lei inserito in quell’articolo recente e evidentemente non ha capito. Nell’analisi comparativa fatta dalla Federbio e Coop ( e “daje” con ricerche di parte!) vengono calcolati gli input dell’agricoltura tradizionale assumendo scorrettamente che utilizzi solo concimi chimici (ma quando mai? E le montagne di letame che escono dagli allevamenti intensivi dove finirebbero?) e mettendola a confronto con l’agricoltura Bio che invece utilizza solo fertilizzanti organici. Omettono però di dire che quei fertilizzanti organici provengono per più del 90% dalla zootecnia intensiva tradizionale. Vedi mo’ dove erano finiti! Anche il più stupido dei contadini si accorgerebbe subito di questo bias (trucchetto)per far sbilanciare i calcoli a proprio favore. Non però lei che non ha alcuna specifica conoscenza nel settore.
I motivi per cui stavolta ho risposto sono due: ieri qui pioveva per cui ho avuto più tempo ed ho ceduto alle richieste di un amico (particolarmente preoccupato per l’ideologia reazionaria insita nella decrescita) che mi aveva pregato di rispondere almeno a questo suo post. Come al solito lei invece di restare sul pezzo, preferisce ritornare su vecchie questioni. Visto che ci tiene tanto a riprendere argomenti datati, provi a rivalutare-giustificare invece le stupide previsioni di Ehrlich. Restando invece in tema “industria”, qualche settimana fa mi sono trovato a discutere con un decrescitario del mio paese (un figlio di papà, fancazzista e che vantandosene prende anche il reddito di cittadinanza) che magnificava una smart city ligure piena di moduli fotovoltaici e pompe di calore e contemporaneamente anche lui auspicava lo smantellamento dell’industria. Accecato dalla fede non riusciva a capire che senza un solido sistema industriale non si riesce a costruire nemmeno una stufa a legna decente. Per di più, si lamentava (questo il motivo della sua visita) perché le galline che gli avevo venduto qualche mese prima non facevano abbastanza uova e quelle poche, con guscio fragile o molle. Le povere galline erano alimentate solo con scarti di cucina e un po’ di cereali Bio. Si comportava cioè come quegli sciocchi della permacultura che vorrebbero sfamare il mondo senza aggiungere input al terreno.
Oltre agli articoli, sono solito leggermi anche i link proposti, compresi i commenti. Del link relativo a Bardi, ricordo il commento di un lettore, evidentemente convinto decrescitario, che auspicava il ritorno alle comunità claniche tipiche del Paleolitico, composte al massimo da 50 individui, ovviamente cacciatori-raccoglitori non sedentari. Fintanto i decrescitari rimarranno a questo livello, non c’è niente da preoccuparsi.
Ovviamente la cosa mi dispiace parecchio ma apprezzo la sua magnanimità.
Con lei capitano sempre cose curiose (tipo tutti i vari truffatori del biologico che le confessano apertamente le frodi che commettono e roba simile), qui però trovo molto bizzarro che degli agronomi, invece di intervenire direttamente in prima persona (per quanto possa essere io una brutta persona, via Web non posso mangiare nessuno) chiedano un’ambasceria a lei che, senza nulla togliere alle sue competenze di contadino, a conti fatti è un dottore in veterinaria (almeno il curriculum che ho trovato sul Web recita così).
In ogni caso, ringranziando i vari lurker che ci leggono senza palesarsi, quando in passato mi era capitato di scrivere cose sbagliate gli agronomi (anche di discreto nome) ero intervenuti per massacrarmi senza alcuna timidezza. Comunque, su Facebook ho avuto un breve scambio con la coautrice di Bressanini Beatrice Mautino sul mio primo pezzo sugli OGM che ha definito ‘poco interessante’ sostanzialmente perché ‘gli OGM sono piante come tutte le altre’ e cose simili. Sicuramente ci sono imprecisioni in quello che ho scritto, ma se ci fossero cazzate o avessi fatto veramente cherry picking sono abbastanza certo che non l’avrei passata liscia. Non creda di essere l’unico vendicatore del Progresso.
Che era evidentemente gente in gamba, visto che l’agronomia attuale sta riprendendo tutto questo sapere e riproponendolo in chiave moderna con le acqusizioni odierne. Mi verrebbe da dire: molto più in gamba di chi pensa che il problema ambientale si risolva con qualche decoupling qua e là o si confuti sfottendo qualche previsione sbagliata del passato (fregandosene bellamente di quelle verificatesi anche peggio del previsto).
Rimando i lettori al pezzo incriminato (http://www.decrescita.com/news/agricoltura-per-la-sostenibilita-integrale/) dove si chiarisce che il ‘biologico di sostituzione’ quello che scimmiotta le pratiche convenzionali può impattare in certi casi anche di più di una pratica convenzionale a bassi input. Nel caso, particolare, del documento citato avevo preso la constatazione della minor impronta ecologica del letame rispetto allo stallatico pellettato. Siccome anche quest’ultimo immagino che sarà stato ottenuto da deiezioni provenienti da allevamento intensivo e non raccolte dai prati o nei boschi, francamente non capisco che cosa avrei ‘interpretato male di quei dati’. Si tratta per altro dell’unica constatazione che ho preso da quell’articolo, quindi tutto il resto che c’è scritto non è coinvolto nei miei scritti. Quindi, a meno che non stia sostenendo che lo stallatico pellettato è meno impattante del letame, ribadisco di non capire quale sarebbe il problema di quanto ho scritto.
Un avviso a tutti gli amici del dott. Burlini: non sono una cattiva persona, è vero, più che gandhiano sono newtoniano (nel senso che restituisco indietro la moneta che riceva
o: rispetto con rispetto, arroganza con arroganza, ecc), ma non sono un violento, non ho mai fatto del male a nessuno. Quindi interagite direttamente con me invece di costringere il vostro amico a fare cosa poco gradita come interloquire con il sottoscritto. Comunque Burlini, come diceva Brandon Lee ne ‘Il corvo’, “non può piovere per sempre”, quindi il meteo non potrà complottare sempre contro di lei e sarà libero di fare ciò che più le aggrada!
Eh già, una persona viene a ‘casa mia’ (cioé i miei spazi Web) mi accusa di ignoranza e disonestà intellettuale (perché questo è il cherry picking, in sostanza) senza neanche degnarsi di argomentare riguardo alle sue illazioni, e io non la prendo bene e addirittura ne chiedo conto! Eh sì, sono proprio una brutta persona.
Comunque, ha un’altra chance di dimostrare che nei miei pezzi sugli OGM ho “cercato affannosamente qualche ciliegia” (dimostrazione che, se vero quanto sostiene, le costerà qualche minuto al massimo per citare giusto qualcuna delle innumerevoli fonti che smentiscono le mie ‘ciliegie’).
[quanto al ‘Come al solito lei invece di restare sul pezzo’, invito chi ne abbia voglia a consultare i commenti del dott. Burlini ai miei contenuti, per vedere quanto lui sia abituato a ‘stare sul pezzo’ – veramente siamo in presenza di un branco di buoi che dà del cornuto all’asino. Andatevi a vedere i pezzi che ho scritto sugli OGM e quante volte il dott Burlini ha commentato ‘stando sul pezzo’ oppure ha iniziato la tattica dialettica ‘allora le foibe’. ]
Forse non ci crederà, ma ci sto scrivendo un pezzo su Ehrlich, per via del libro di Gates dove cita ancora una volta questa cosa. Sfottere Ehrlich è ovviamente facile, comprendere se la soluzione al problema sia stata ‘gratis’ o ne abbia creati altri (forse persino più grossi) è un altro paio di maniche.
Ecco vede, quello che lei ha fatto nell’ultima parte del suo commento (i riferimenti al figlio di papà e al commentatore di Bardi) è classificabile realmente come chrry picking (forse anche un po’ peggio, ma vabbeh). Prende due tizi mai mai visti e né sentiti e li fa passare per i massimi paladini della decrescita al solo scopo di screditare il movimento. Lei mi ha sempre sfracassato gli zebedei con la storia che ‘offendo gli agricoltori’ con i miei scritti, quando ho conosciuto contadini che frodavano le leggi sui pesticidi e cose simili ma non mi sono mai permesso di presentarli come l’emblema di una categoria (non ne ho mai proprio parlato proprio sul Web, perché queste cose o si denunciano o si tacciono, non si fa del gossip in Rete). Ovviamente esistono tanti casi di cronaca verificati, che potrei usare a piacimento, ma non mi è mai passata per la menta una simile porcata, né contro i contadini o chicchessia. Così come potrei trovare tanti cretini vari tecno-ottimisti e farne dei totem, se volessi fare del lanciar fango la mia attività prediletta. Sono felice di non farlo.
Sono curiosa di leggere cosa scriverà di Ehrlich. A me sembra che, quando si parla di popolazione, si facciano due grossi errori (sto parlando dei detrattori di Ehrlich, Malthus, e tutti coloro che lanciarono l’allarme):
– dimenticare che, se uno lancia un allarme, è perché vuole che si faccia qualcosa; se si fa qualcosa e il problema diminuisce in gravità, non significa che il problema non c’era proprio. Se io chiamo i pompieri e questi spengono l’incendio, chi passa il giorno dopo e non vede bruciare non può certo dire: guarda questa matta che ha chiamato i pompieri per niente! Molte iniziative di pianificazione familiare più o meno volontaria nacquero proprio in risposta a un allarme; alcuni ebbero successo, e l’allarme rientrò almeno in parte
– non considerare i conflitti come conseguenza della sovrappopolazione, ma solo le carestie. Siccome molti conflitti sono scatenati, più o meno direttamente, dalla carenza di risorse (terra, petrolio, cibo, potere, potere d’acquisto…), se uno dice: attenti che c’è troppa gente, rischiate la carestia, e poi anziché la carestia scoppia una guerra o un genocidio, la gente emigra in massa, scende in piazza contro il governo o smette di fare figli, non è che l’allarme era infondato. Semplicemente non tutti stanno lì a morire di fame quando il pane inizia a costare il doppio.
Ah, un’altra cosa: non siamo i soli in questo pianeta. Se abbiamo prodotto più cibo del previsto distruggendo la vita sulla Terra, anziché criticare il signor Ehrlich dovremmo farci un po’ un esame di coscienza.
(Sarò sincera: questi dibattiti con il sig. Franco sono divertenti da leggere. Si sarà capito da che parte sto, ma non faccio più l’errore di mettermi a discutere con chi cambia sempre argomento pur di aver ragione, o ripete la stessa identica cosa dopo un’obiezione senza rispondere all’obiezione)
Di solito non m’intrometto in “flame” dentro ai blog altrui.
Quindi mi limito a dire, in due parole solo la mia opinione.
1-Nel Mondo, nei decenni a venire, a causa della sovrappopolazione, le emissioni di CO2 non potranno essere compresse.
Se mai gli Stati Nazionali decideranno di comprimere le emissioni di gas serra, sarà il settore secondario (con risparmio energetico) a ridurre qualcosa, ma sopratutto sarà il settore del terziario (composto prevalentemente da consumi voluttuari e superflui) che dovrà ridursi al lumicino, per rinuncia dei consumi (telefonia mobile, turismo, mobilità personale, ecc…)
2.Il destino della penisola italiana é cupo: sarà un sasso secco come l’Egitto (solo il blocco della AMOC-Corrente del Golfo, riporterà un po’ di piogge nel nord della penisola italiana). Anche in Egitto oggi, nonstante sia un cassone di sabbia, lungo il Nilo coltivano cose in modo intensivo: analogamente nella penisola italiana si potrà fare qualcosa, ma non ci sarà l’importante fonte d’acqua del Nilo. Certo, si potranno costruire “isole verdi” attorno al ciclo circolare:
reflui → metano → desalinizzatori → agricoltura di sopravvivenza
geotermia → ospedali+desalinizzatori → agricoltura di sopravvivenza
ma saranno molto poche le zone ancora abitabili in Italia, e la densità di popolazione in questi centri sarà bassa.
Nella penisola italiana nei decenni a venire, non potranno sopravvivere 60 MLN di persone, tante quante ce ne sono oggi.
▶ Robust assessment of the expansion and retreat of Mediterranean climate in the 21st century
https://mio-radar.blogspot.com/2017/11/robust-assessment-of-expansion-and.html
▶ Global and European climate impacts of a slowdown of the AMOC
https://mio-radar.blogspot.com/2018/05/global-and-european-climate-impacts-of.html
▶ Politici stupidi e ladri producono decisioni stupide: grandi responsabilità, grandi errori, grandi fiamme!
http://mio-radar.blogspot.com/2018/01/politici-stupidi-e-ladri-producono.html
La risalita del livello del mare (+0.9MT da oggi al 2050), infiltrazioni d’acqua salina nella falde acquifere, proliferazione di malattie tropicali, medicane e trombe d’aria & marine, scomparsa dei ghiacciai (scomparsa di fiumi e laghi e dell’idroelettrico), shock idrici e carenza di acqua dolce e potabile, collasso delle rese agricole (tantissime produzioni tipiche italiane spariranno) oltre alle tradizionali frane, eruzioni vulcaniche, terremoti. Mancando Valore Aggiunto nella penisola italiana, non si potranno importare idrocarburi, inoltre la scarsità soffocherà l’economia di trasformazione italiana che collasserà.
Nel decennio a venire le aziende agricole italiane dovranno “adattarsi ai cambiamenti climatici”, passando dalla meccanizzazione alla robotizzazione, cambiando le colture con prodotti che necessitano di meno acqua, dovranno installare massivamente serre, utilizzare le tecniche d’irrigazione israeliane per ridurre il consumo d’acqua dolce, dato che lo stock di acqua dolce per l’agricoltura ed i consumi civili ed industriali, andrà a ridursi drasticamente. La produzione di desalinizzatori non risolveranno il problema, l’acqua desalinizzata costa tantissimo e consuma molta energia, e l’Italia non ha fonti energetiche proprie. Quindi le aziende agricole, soffriranno in modo sempre più crescente della possibilità d’accedere ai fattori della produzione, che dovranno compensare con la robotizzazione e maggiore efficienza.
☭ Le balle cattocomuniste spacciate dai giornali e televisioni, sulla necessità di braccianti in agricoltura!
https://www.youtube.com/playlist?list=PLeSK8oZavDZk27eBeW5vlrMrL6v71fKVZ
Poi le Guerre Puniche II nel Nuovo Medioevo, quanto il resto dei danni dei cambiamenti climatici, metteranno la pietra tombale sul futuro del popolo italiano.
🎧 http://www.climate-change-wars.tk
Più che altro immagino che il dott. Burlini ti eleverà a uno dei tre massimi sostenitori mondiali della decrescita, insiema al figlio di papà fankazzista e all’anomimo commentatore del blog di Bardi citati nel suo commento.
Non so se te ne rendi conto, ma hai appena espresso un’idea terribilmente business as usual (cioé che le cose si potranno fare lo stesso anche se non si potranno più fare)
Preferirei l’etichetta di catastrofista guerraffondaio 🙂
-Dovendo andare all’inferno, é bene non fermarcisi-
Sono un grande fan di Churchill, statisti della sua “pasta” in Italia ce ne sono stati 2: Cavour e De Gasperi (che hanno prontamente silurato).
🎧 http://www.climate-change-wars.tk
Sì! lo Scenario della EFFICIENTE CONDIVISIONE TECNOLOGICA DELL’AUSTERITA’
è impossibile che emerga nei prossimi decenni, ergo:
paesi del I°mondo: quasi tutte le nazioni che hanno un potente strumento militare, eviteranno il collasso.
paesi del II°mondo: solo le nazioni con un potente strumento militare sopravviveranno al collasso.
paesi del III°mondo: tutte le nazioni collasseranno, avendo un debole strumento militare.
Cmq nel colpincollo s’é persa della roba :-/ io volevo dire anche altro: -Nel Mondo nei decenni a venire, a causa della sovrappopolazione, le emissioni di CO2 non potranno essere compresse, tantomeno é pensabile che possano essere compresse le emissioni di CO2 del settore primario che é fatto dall’agricoltura & allevamento intensivo e settore minerario-
Come ti definisci sono questioni tue. L’idea invece che il business as usual prosegua solo perché c’è la volontà di farla proseguire è proprio BAU al quadrato, invece. Puoi condirla con toni guerrafondai e incitamenti al massacro, ma sembre BAU rimane.
Anche su Nature stanno diventando “decrescitisti”?
https://www.nature.com/articles/s41467-021-22884-9
@ Igor Giussani on 18 Maggio 2021 at 16:42
Se l’ONU, Chiesa Cattolica, politici africani, e popoli africani non fossero stati schiavi di satana (ciascuno a modo proprio soggiogato da interessi diversi: potere, ideologia, danaro, sesso), allora dal 1995 ci sarebbe stata una politica di controllo demografico in Africa, con largo uso di profilattici e bassissima proliferazione delle malattie veneree.
Oggi li africani invece d’essere 1.3 MLD sarebbero stati 700 MLN come nel 1995, oggi tutti gli africani sarebbero stati :
a-con un tenore di vita doppio di quello che hanno oggi
b-con il -50% dei problemi in meno che hanno oggi
c-con nessun aggiustamento demografico da dover subire per il 2050
d-e quel poco aggiustamento demografico che forse avrebbe dovuto essere fatto, andando poco sotto 700 MLN, avrebbe potuto essere assorbito dall’Europa.
La pace nel Mediterraneo nel XXI°secolo é stata bruciata 30 anni fà!!
Per mettere i puntini sulle “i”, quello che incita al massacro é ONU, UE, Chiesa Cattolica, i politici africani, che hanno già costriuito un contesto che é (e nei decenni a venire sarà apocalittico) ed ingestibile per gli europei. ONU, UE, Chiesa Cattolica non hanno finanziato & non hanno perorato, & non hanno applicato una politica di controllo demografico in Africa, oltre alle colpe dei popoli africani che trombando come conigli irresponsabili, stanno causando il loro disagio in Africa, quanto le guerre feroci in Africa nei decenni a venire.
Lo Scenario della EFFICIENTE CONDIVISIONE TECNOLOGICA DELL’AUSTERITA’ è impossibile che emerga nei prossimi decenni, il resto degli Scenari implica sempre e comunque detonazione di GP2 ed una probabile WWIII.
🎧 Climate change wars: scenari nel Mediterraneo 2050
https://www.youtube.com/watch?v=VwakFIefKY4
La gioia del martirio, per quanto ammantata con svianti metafore, ed appoddici sillogismi teologici sul martirio come dono supremo offerto a Dio, puzza da un chilometro di sacrificio umano e suicidio di massa!.
La parabola delle lampade
http://www.laparola.net/testo.php?riferimento=Matteo+25%2C1-13&versioni%5B%5D=C.E.I.
La parabola del buon samaritano
http://www.laparola.net/wiki.php?riferimento=Lc10%2C25-37&formato_rif=vp
Nel Vangelo non sta scritto d’ammazzare la propria famiglia, fucilare i propri parenti ed propri amici, sterminare i propri connazionali, perché “altri” (che hanno causato per stupidità, il proprio male) possano prenderne il posto.
Visto che ci tiene tanto a capire aspetti secondari invece che quelli importanti, per gentilezza mi adeguo. Rispondo però solo a due quesiti: perché i miei amici non le hanno scritto direttamente e la qualità dei decrescitari che incontro o di cui leggo. Innanzitutto la informo che solo una piccola parte de miei amici si interessano di queste questioni. Ovviamente i più interessati sono quelli che per lavoro o ascendenza provengono dall’ambito agro-zootecnico. Anche tanti altri però si divertono come matti (nelle oramai rare occasioni in cui ci ritroviamo) nel sentirmi raccontare le stupidaggini lette o sentito dal mondo “antagonista” o meglio dai “pseudoambientalisti”. In assoluto quelle che fino ad ora sono risultate più divertenti riguardavano la permacultura e la biodinamica. Anni fa un amico che nemmeno credeva che esistessero simili sciocchi, quando è andato a controllare si è talmente divertito da essere ora lui che ci racconta le ultime novità che circolano sul web. Ovviamente ci racconta anche quelle che riguardano i terrapiattisti, i no-vax & Co: il pacchetto completo dell’ingenuità! Dei tre amici del mio stesso settore, (e pertanto direttamente interessati), uno è troppo occupato con le sue vacche. Purtroppo gli è morto recentemente il padre che gli dava una mano e restato da solo (non vuole che i due figli si rovinino la vita lavorando nei campi), non ha certo il tempo per scrivere e commentare. Gli altri due, agronomi e più giovani di me, invece lavorano talmente tanto tutto il giorno con computer e scartoffie varie, da rifiutarsi nei momenti liberi di riprendere in mano il computer e scriverle. Per me è invece il contrario: dopo tutto il giorno passato da solo in campagna, passare una mezzora o anche un’ora la sera dopocena a perdere tempo a leggere e rispondere diventa un diversivo. Soddisfatto?
La questione sulla qualità dei permaculturisti-decrescisti & Co. che incontro di persona o sul web è più complessa. Dato che sono fedi, è ovvio che ci sia un abisso tra la qualità intellettuale dei “sacerdoti” (come lei) che divulgano il “verbo” ed i normali credenti. Ed è altrettanto ovvio che sia più facile incontrare e ridere di questo secondo gruppo che dei primi. Mi sembra di aver già scritto anche troppo delle mie esperienze con i permaculturisti (che erano anche convinti decrescitari, No-vax, No-TAV, omeopatici e molto altro. Il solito pacchetto completo, insomma!) che avevano preso in affitto gli orti da me, e non mi sembra il caso di scriverne oltre.
Entrando in questioni più serie, noto con rammarico che nemmeno stavolta è riuscito a capire il nocciolo del problema sulla sostenibilità del Bio. Il Bio non è sostenibile (oltre che per tante altre ragioni pratiche) perché non è in grado di soddisfare da solo nemmeno il primo requisito (come recita l’IFOAM) e cioè mantenere la fertilità del suolo. Se un metodo vuole essere alternativo ad un altro, deve dimostrarlo concretamente e non solo in teoria. Posso capire le difficoltà iniziali, ma il Bio oramai esiste da decenni e la situazione non è cambiata, anzi, più aumenta il suo successo commerciale e più le contraddizioni aumentano. Come ho scritto più volte (ma sui miei dati, lei come al solito, sorvola) il Bio utilizza almeno per il 90% un input (i fertilizzanti organici) che non proviene dal suo interno e cioè da allevamenti Bio, ma da allevamenti tradizionali. Lo stesso succede nell’omeopatia, che si limita a curare solo le patologie che guarirebbero da sole, ma quando un suo fedele si rompe una gamba invece di curarsi con l’Oscillococcinum (come imporrebbe la logica e la fede) ricorre subito ad anestetici e antibiotici allopatici. La stessa incoerenza di quei bravi cattolici che credono all’astrologia o vanno dalla santona di turno per il malocchio. D’altra parte il metodo Bio, che privilegia l’allevamento estensivo (allo stato brado), non può per definizione produrre sufficiente letame. E inoltre quasi tutte le aziende Bio sono specializzate solo in produzioni vegetali. Alla faccia delle raccomandazioni per la sostenibilità integrale!! Lei come tanti altri che non sanno niente di agricoltura, passa sopra a questa contraddizione di base e perde tempo a parlare di pellettato o altre quisquilie e pinzillacchere simili. Anche i credenti nella permacultura passano sopra alla contraddizione imposta dal Secondo Principio della Termodinamica (o della Conservazione della Massa). Nel migliore dei casi (e cioè quelli che passano per essere più informati) la “risolvono” con il sovescio, senza rendersi conto di aggravare la contraddizione.
PS: devo confessarle di aver avuto nostalgia della sua esegesi del testo. Al tempo delle scuole elementari me la faceva il mio beneamato maestro. Accompagnata da una pacca più o meno forte sul coppino. Bei tempi!
PPS (Risposta a Nicolini): da quanto scrive, si capisce che non sa proprio niente di Africa. Noi occidentali abbiamo sicuramente delle colpe, ma anche tenendone conto non basta a spiegare la disastrosa situazione africana. L’esempio più eclatante ci viene dalla Liberia che è di gran lunga il paese più disastrato di tutta l’Africa, nonostante sia l’unico a non essere mai stato colonizzato. Tutto è in mano ai corrotti e violenti discendenti di quelle poche centinaia di famiglie di ex-schiavi che sono stati liberati alla metà del XIX secolo da benpensanti americani e ricondotti sul territorio africano da cui provenivano. Già dopo pochi anni costoro avevano ridotto in schiavitù il resto della popolazione locale. Riedizione africana dell’hobbesiano “Homo homini lupus”. Se non mi crede si faccia un giretto laggiù e se sopravvive, ci racconti.
Nella Permacoltura sono presenti gli animali. Già scritto.
Memorizza, Franco/Francesco, altrimenti qui si gira a vuoto.
Quello che proprio non ci sta con l’agricoltura sono gli allevamenti intensivi, perché drogano il consumo di carne con vari effetti collaterali ambientali, e nella fattispecie:
“Nei regimi agro-zootecnici intensivi e, a maggior ragione, negli allevamenti senza terra, il carico di bestiame è eccessivo e la quantità di reflui prodotti supera la capacità di smaltimento del suolo, assumendo perciò la connotazione di agente inquinante”
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Reflui_zootecnici
manenti_orto_casa.pdf (una semplice intervista. Bisogna copincollare l’indirizzo sul motore di ricerca.) A livello di orticoltura c’è chi sostiene (con il supporto di varie ricerche sul campo effettuate da parte del CNR) che il letame sia inutile se non dannoso.
Nel mio piccolo, avendo messo in pratica questo metodo oramai da diversi anni, posso dire che funziona. Ed è pure molto meno faticoso e complicato dell’orticoltura tradizionale.
http://www.terraorganica.it/news/micorrizze/
Ultimo.
No, ne manca uno
https://www.reuters.com/business/healthcare-pharmaceuticals/us-appeals-court-upholds-verdict-that-bayers-roundup-caused-cancer-2021-05-14/
https://www.greenme.it/vivere/salute-e-benessere/glifosato-linfoma-non-hodgkin-sconfitta-bayer/
Op-pa-la-la!
Hai fonti riguardo al letame? Perché io ho notato che invece in molti casi funziona benissimo, opportunamente dosato e maturato; nella mia esperienza, va molto meglio del compost (che comunque uso, dato che ne ho). Sarebbe davvero strano se facesse male alle piante, dato che in natura le piante si sono evolute per essere mangiate dagli erbivori e al contempo fertilizzate dagli stessi. Se il letame facesse male, non dovrebbero esistere habitat naturali.
Intere civiltà poi si sono sostenute sapendo come riutilizzare gli escrementi umani…
Lei ‘per gentilezza’ avrebbe dovuto delucidarmi sulle accuse di ‘scegliere ciligie’ in riferimento ai miei articoli sugli OGM, semmai. Posso capire che per lei mia reputazione sia un ‘aspetto secondario’, ma per me non lo è.
Come passa il suo tempo libero sono fatti suoi, se però lo usa per accusarmi di disonestà intellettuale purtroppo mi riguarda.
Sappia che basare la propria conoscenza principalmente sull’esperienza personale è la caratteristica principale dell’analfabetismo funzionale, dei novax e di tutto ciò che odia. Ho qui sottomano un libro che recita riguarda ai fatti con valore scientifico: “devono attenersi alla modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile”
Non sono un sacerdote, non ho fedi e non diffondo verbi, nessuna di queste stronzate. Sono allergico ai guru. Sono una persona che cerca di fare divulgazione punto e stop, non ho adepti ma solo lettori, molti dei quali polemici e avversi alla mia persona come lei. Sono una persona che tra l’altro è spesso andata in rotta di collisione con tanti ‘alternativi’, quindi il fastidio che provo nell’essere equiparato a certa gente è veramente insopportabile. Tra l’altro, non sono iscritto a Movimento per la Decrescita Felice, ho collaborato varie volte con loro, ho tanti punti di contatto ma anche alcune differenze abbastanza significative. Tra le quali, spesso hanno stigmatizzato il mio carattere come dicevo ‘newtoniano’ di replicare ad arroganza e sfottò con la stessa moneta, invece di perseguire comunque un atteggiamento ispirato ai valori del rispetto e della non-violenza. Di conseguenza, eviti di dare alle mie reazioni un valore esemplare della decrescita (come lei sembra invece fare con qualsiasi cretino che incontra), perché sarebbe una calunnia verso il movimento che non meritano. Io sono io e basta, rispondo solo per me stesso e mi assumo le mie responsabilità senza onere per nessun altro.
Lei non ha mai esposto ‘dati’ ma solo le sue brillanti considerazioni ‘terra-terra’ che ignorano completamente cose come i consumi indiretti (solo quando le fa comodo, a quanto vedo). Quando sono stato io a proporre qualche dato con validità scientifica lei ha fatto sempre spallucce dicendo che con gli studi si può dire tutto e il contrario di tutto. In ogni caso, l’aspetto ridicolo (o kafkiano) della vicenda è che io per primo nel mio articolo critico il biologico ‘di sostituzione’, quello cioé che scimmiotta le pratiche convenzionali: “Un passo più deciso nella direzione giusta avviene sostituendo gli input chimici di sintesi con altri di origine organica, come avviene nell’agricoltura biologica. Troppo spesso, però, il processo assume la forma del ‘biologico di sostituzione’, in cui sostanzialmente si scimmiottano le pratiche convenzionali o si adottano operazioni ‘di facciata’ (ad esempio sostituire i fertilizzanti azotati con pellettato di stallatico) senza introdurre concrete modifiche agronomiche: in questa maniera, come ha evidenziato una ricerca promossa da Federbio e Coop, si rischia addirittura un impatto maggiore di quello causato dalle pratiche agroindustriali a input ridotto (ovviamente, i detrattori del biologico cavalcano tali situazioni per dimostrane la presunta infondatezza delle pratiche alternative all’agroindustria)”. Che è anche la tesi del manuale che ho citato: F. Caporali, E. Campiglia, R. Mancinelli, Agroecologia. Teoria e pratica degli agroecosistemi, De Agostini Scuola Edizioni, Novara 2010. Della ricerca di Federbio io ho preso solamente un dato, non ho preso in considerazione l’intero studio (sono meno cretino di quello crede: il giorno che farò veramente un articolo di confronto di sostenibilità tra convenzionale e agroecologico, mi metterò le mutande di latta come ho fatto con gli articoli sugli OGM).
In ogni caso, se il problema è creare un sistema agricolo chiuso per quanto riguarda gli input, l’agricoltura convenzionale usa il 100% degli input esterni (a meno che uno disponga di giacimenti di metano e miniere di fosforo e potassio nell’azienda agricola). Sta qui la differenza tra ragionare di sostenibilità o creare polemiche.
Nella sua testa io sono un fanatico del sistema biologico certificato. Chi invece mi conosce sa che 1) ho contestato varie volte la rigidità burocratica della certificazione 2) e il mio articolo sulla sostenibilità totale lo dimostra, ho criticato anche il biologico più ‘commerciale’, cioé quello ‘di sostituzione’. Prova ne è che anche alcuni coltivatori biologici non hanno preso troppo bene quell’articolo. Nel mio pezzo c’è scritto espressamente che l’agricoltura biologica può seguire un percorso di sostenibilità ottemperando il più possibile a questi criteri:
creare diversità nell’azienda;
integrare l’allevamento vegetale con quello animale;
sistemare il terreno e lavorarlo al minimo;
adottare sistemi di colture consociate;
adottare la rotazione delle colture;
impegare genotipi resistenti agli attacchi parassitari;
trattare il terreno con letame e materiali organici compostati;
praticare il sovescio;
favorire il controllo biologico di erbe infestanti, fitofagi e fitopatogeni;
proteggere e impiantare le siepi.
Se le aziende con certificazione biologica non seguono questi precetti, è molto probabile che facciano più danni delle convenzionali. Io nella infinita qerelle con lei ho sempre parlato di ‘agroecologia’, cosa che lei ha sempre dimostrato di non conoscere malgrado sia una disciplina insegnata nelle facoltà di agronomia e negli istituti agrari (una volta mi ha scritto di ‘aver fatto l’agroecologia’ perché aveva praticato anni fa la lotta biologica, che non c’entra nulla). Non sono iscritto a FederBio o cose simili, non ho mai neanche troppo simpatizzato per loro (si vada a rivedere se in dieci e passa anni di blogger quante volte li abbia promossi, forse 1 o 2 agli esordi). Ovviamente nella sua testa sarò un ‘pacchetto completo’ (quindi anche no vax, terrapiattista e tutto il resto) ma io non sono così. Alla fine lei non polemizza con me ma con lo stereotipo che si è fatto in base alle ‘esperienza personale’.
Guardi, considerando che con certe gente a cui lei mi accomuna ho avuto grossi scontri e grossi problemi (da alcuni no vax/stop 5g e simili ho anche ricevuto minacce che mi hanno fatto seriamente riflettere sull’opportunità di informare la magistratura o quantomeno la postale) devo fare un grosso sforzo di autocontrollo, se no altro che coppini… La mia storia sul Web (e anche fuori) parla per me, soprattutto per quanto riguarda i nemici che mi sono fatto, ‘alternativi’ e non. Se poi lei è incapace di inquadrarmi per quello che sono realmente, alla fine è un problema suo, le chiedo solo, almeno nei miei spazi Web di argomentare le accuse, specialmente quelle come il cherry picking che insinuano una disonestà intellettuale.
@ Franco on 19 Maggio 2021 at 22:16
In Africa non sono mai stato 🙂 e non m’interessa andarci.
La Liberia é una piccola goccia demografica in Africaoggi 5 MLN di persone (come il Veneto di oggi), nel 2050 9.3MLN (come la Lombardia di oggi)
https://www.populationpyramid.net/liberia/2019/
per quanto anche in Liberia, se avessero diffuso profilattivi e pillole…
https://it.wikipedia.org/wiki/Liberia#/media/File:Liberia-demography.png
Sono altri “i casini ingestibili per gli Europei”. Le crisi nel bacino del Nilo (per le tre dighe sul Nilo Azzurro e Bianco), l’avanzata dei deserti (Sahara & Kalahari), il disboscamento delle foreste equatoriali africane per produrre cibo, gli shock idrici in Africa (lago Ciad, fiume Niger, Zambesi ecc…), Uragani Atlantici in NordOvest Africa ed Uragani Indiani in SudEst Africa, sovrappopolazione, assenza d’autonomia alimentare in Africa dal XX°secolo, diffusione d’armi leggere con fabbriche cinesi d’armi da fuoco, distruzione di habitat naturali, agricoltura intensiva cinese per l’Import in Cina, creeranno 1.2 MLD d’africani in movimento la cui maggior parte punterà sul NordEst Africa.
Le Guerre del Cambiamento Climatico nel Mediterraneo ed in Siberia entro il 2050
https://mio-radar.blogspot.com/2019/09/le-guerre-del-cambiamento-climatico-nel.html
In agricoltura biologica si parla di circa 50 kg di letame all’ettaro. Poco, quindi.
Se vuoi metto la fonte in un secondo momento, adesso non riesco a procurarmi l’indirizzo, comunque è uno studio che compara l’organico con il convenzionale.
Il discorso inerente alla micorizzazione nel metodo Manenti (le micorrize sono dei fertilizzanti naturali
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Micorizzazione#:~:text=La%20micorizzazione%2C%20in%20agricoltura%20e,dall'apparato%20radicale%20dell'ortaggio)
riguarda il fatto che il letame impedisce l’ossigenazione del terreno, in quanto tende a saturarne le porosità, mentre affinché si sviluppino le micorrize occorre arieggiare (col ripuntatore o eventualmente il forcone nel caso di un piccolo orto), e non calpestare dove si coltiva.
https://www.mdpi.com/2073-4395/9/2/82/htm
La fonte ritrovata.
Scusami ma questa fonte dice il contrario, e cioè che il letame aumenta le rese. Tu invece avevi scritto che il letame è “inutile se non dannoso”.
Non ti seguo.
La fonte si riferisce all’agricoltura biologica.
E va bene. 50 kg all’ettaro per i cereali.
Capisci anche tu che sono dosi quasi omeopatiche.
Altra cosa è il metodo Manenti.
Si basa sulla fertilità naturale del suolo (presenza di microrganismi) e sulle micorrize.
https://frida.unito.it/wn_pages/percorso.php/749_cibo-agricoltura-e-allevamenti/3182/
Si inserisce in questo settore innovativo dell’agricoltura naturale.
Ecco, in sostituzione dei due commenti precedenti rimossi dall’amministratore del sito.
Se poi non va bene neanche questo, amen.