Come ogni anno, sto per prendermi il mio paio di settimane di disintossicazione dal Web. Mi congedo con la traduzione di un articolo lungo e interessante apparso sul blog di Art Berman (qui l’originale inglese). Per ‘populismo’ Berman intende quel fenomeno che più solitamente in Europa chiamiamo ‘sovranismo’, termine preferibile per per degli estimatori del populismo storico come me o Jacopo; ma il discorso è comunque valido e condivisibile per entrambi i contesti geografici.
***
Il populismo è in aumento in tutto il mondo. Disgrega i sistemi politici consolidati, crea incertezza e approfondisce le divisioni sociali. Questa grave crisi di governabilità e del contratto sociale è il ‘quarto cavaliere dell’Apocalisse’ individuato da Nate Hagens per il prossimo decennio (Figura 1).
I cambiamenti climatici e la crisi ecologica rappresentano indubbiamente le maggiori minacce a lungo termine per il pianeta rispetto ai quattro cavalieri. Tuttavia, nell’immediato futuro, queste sfide ambientali hanno meno probabilità di minacciare i sistemi umani.
Sebbene la rinascita del populismo possa essere spiegata dal peggioramento delle condizioni economiche per il ceto medio, la sua base in psicologica è altrettanto avvincente. Ciò suggerisce che il cavallo è importante almeno quanto i cavalieri per comprendere la situazione umana di oggi.
L’intervista inquietante di Steve Bannon
Il contratto sociale è l’accordo implicito tra individui e governo. Le persone accettano collettivamente di rinunciare ad alcune delle loro libertà in cambio della protezione dei loro diritti rimanenti e del mantenimento dell’ordine sociale.
Un governo debole o fallito può generare proteste e persino a violente rivolte se la gente perde fiducia nel sistema e prende in mano la situazione. Le conseguenze sono disordini finanziari, disoccupazione, inflazione e povertà. In casi estremi, la governance fallita può provocare migrazioni di massa, crisi dei rifugiati e degrado ambientale.
“Assistiamo a polarizzazione e perdita di fiducia in tutto il mondo. C’è un cambiamento di destra nella politica perché le persone hanno paura delle cose che non conoscono e dell’ austerità.
“Dobbiamo avere la capacità di avere un discorso. Il mio amico Dick Gephardt dice spesso che la politica è un sostituto della violenza. Il contratto sociale consiste nel mantenere le persone in comunicazione tra loro sulle questioni che contano”.
La svolta populista in Europa è stato caratterizzata dalla crescita elettorale di partiti come il Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia, la Lega di Matteo Salvini in Italia e il partito Alternativa per la Germania (AfD). Questi spesso sostengono politiche nazionaliste e anti-immigrazione, così come l’euroscetticismo.
Un recente articolo apparso sulla rubrica di David Brooks, “La mia inquietante ntervista con Steve Bannon”, offre una visione preziosa dell’essenza del populismo. Bannon è uno stratega politico, un dirigente dei media ed ex investitore finanziario che ha svolto un ruolo significativo nell’ascesa di Donald Trump alla presidenza.
Immagina un movimento populista globale in grado di prendere il sopravvento in tutto il mondo. Bannon crede che le élite dominanti dell’Occidente abbiano perso la fiducia del loro popolo, ed il suo scopo è fornire al movimento populista il potere per sostituirli. A suo avviso, l’immigrazione è la forza trainante dietro l’impennata populista, in quanto contribuisce al declino dei posti di lavoro e alle opportunità per i lavoratori.
“Le élite dominanti dell’Occidente … sono sempre più distaccate dall’esperienza vissuta della loro gente … Quindi andrai in guerra con lo stato amministrativo esistente e la Guardia Pretoriana del Deep State.
“Gli americani devono avere un accordo migliore. In questo momento, il cittadino americano ha tutti gli obblighi di servire nell’esercito, di pagare le tasse, di passare attraverso questa macinazione che è il capitalismo tecnofeudale americano in fase avanzata. Ma dimmi qual è il bonus?
“La sinistra storica è in pieno meltdown… Non capiscono il movimento MAGA. Ripensando al passato guarderanno con affetto a Donald Trump. Chiederanno: dov’è Trump quando abbiamo bisogno di lui?”
E poi che altro, Steve?
Alla rivoluzione francese nel 1789 seguì un decennio di caos. Le élite furono sostituite dall’equivalente settecentesco dei populisti di Bannon. Le conseguenze economiche furono gravi e diffuse, causando notevoli difficoltà per il popolo francese. La produzione e il commercio diminuirono, la produzione agricola crollò e la nazione dovette affrontare iperinflazione, carenza di cibo, corruzione e la confisca della proprietà privata.
Allo stesso modo, la rivoluzione russa e la guerra civile (1917-1922) causarono enormi perturbazioni economiche. Le infrastrutture furono danneggiate, la produzione industriale crollò e si verificarono diffuse carenze di beni e servizi. Il cittadino medio russo ha dovuto affrontare notevoli difficoltà, tra cui carenza di cibo, disoccupazione e un forte calo degli standard di vita.
Nella maggior parte delle rivoluzioni moderne, le élite sono semplicemente sostituite da nuove élite, e non è raro che le vecchie riacquistino il potere entro pochi decenni.
Gran parte del malcontento attuale deriva dalla frustrazione nei confronti di chi è al potere. Gli elettori e i cittadini di tutto il mondo chiedono l’impossibile ai loro governi, usando i politici come comodi capri espiatori per i problemi collettivi. I populisti, spesso mai stati al governo, sono pronti a fare grandi promesse.
Il Crash Test in Francia
Non sarebbe grave se Steve Bannon, Donald Trump e i repubblicani del MAGA fossero un fenomeno unicamente americano, ma, naturalmente, non è così. In Francia, dopo il secondo turno di voto per l’Assemblea Nazionale, il governo del partito Renaissance (RE) di Macron è decaduto. Il Primo Ministro si è dimesso e il panorama politico è dominato da Le Pen del Rassemblement National di estrema destra (RN) e da Mélenchon della sinistra di La France Insoumise (LFI). Ciò lascia la Francia senza una chiara maggioranza di governo.
I centristi di RE e la sinistra di LFI si sono coalizzati al ballottaggio per impedire al partito RN di Le Pen di prendere il potere, ma sono comunque divisi. Questa situazione riflette la natura fratturata della Francia. Molti credono che una vittoria dell’estrema destra sia inevitabile, prima o poi.
“È il crash-test del sistema francese, che non è più adatto a trattare con le forze politiche di oggi”.
Il panorama politico è mutato drammaticamente. Quello che una volta era un sistema stabile e bipartitico dominato da una sola maggioranza si è frantumato in diverse fazioni . Ciò ha radicalizzato il discorso politico, spingendolo verso le estreme.
Più di tre elettori francesi su cinque al primo turno hanno sostenuto i partiti le cui opinioni erano una volta considerate estremiste. Etichettati di estrema destra o di estrema sinistra, molti di loro condividono l’animosità verso il cosiddetto centro e ciò che percepiscono come il suo stile di governo elitario.
Il filosofo francese Alain Finkelkraut ha recentemente messo in guardia dalla “libanizzazione” della Francia, una società che si frantuma in fazioni in guerra senza interessi condivisi. Tratteggia una nazione a pezzi, con ogni gruppo trincerato nelle proprie lamentele e ideologie, erodendo ogni senso di identità collettiva.
Molti considerano la Francia ingovernabile – Il quarto cavaliere di Hagens.
Lo scienziato della complessità Peter Turchin sostiene che uno dei fattori critici dell’instabilità sociale è ciò che chiama sovrapproduzione d’élite. La concorrenza intraelitaria e la disuguaglianza economica possono portare alla disintegrazione sociale. Il modello di Turchin sembra eccessivamente semplicistico, ma fornisce un quadro utile per comprendere il semplicismo del pensiero populista: sbarazzati delle élite, sostituiscile con leader che comprendono “l’esperienza vissuta della loro gente” e verrà fuori un mondo molto migliore.
La narrazione razionale
Una spiegazione più semplice per il populismo è il peggioramento della situazione economica della classe media. Il rapporto del 2023 sul benessere economico delle famiglie statunitensi ha rivelato che il 37% degli americani non può coprire una spesa di emergenza da 400 dollari senza prendere in prestito denaro o vendere qualcosa; all’incirca la stessa percentuale di elettori che sostengono Donald Trump.
Lo stesso rapporto ha rilevato che l’inflazione è stata la più grande preoccupazione economica, colpendo oltre un terzo degli intervistati (Figura 2), seguita dalle spese di sussistenza e per l’alloggio. Queste risposte sottolineano le difficoltà che molti devono affrontare per mantenere la stabilità finanziaria in mezzo a costi crescenti e incertezza economica.
Ray Dalio suggerisce che l’odierna ondata populista sia correlata al culmine di un ciclo di debito a lungo termine (Figura 3).
Nel tempo, le economie e i sistemi finanziari accumulano debito. Per incoraggiare l’indebitamento e la spesa, le banche centrali abbassano i tassi di interesse, il che può causare un debito ancora maggiore e prezzi più elevati. Alla fine, i livelli di debito diventano insostenibili. I mutuatari faticano a gestire i loro debiti, riducendo la spesa e gli investimenti e rallentando così la crescita economica. Questo debito insostenibile raggiunge spesso il picco nel corso di una crisi finanziaria, come si vede nella Grande Depressione e nella crisi finanziaria del 2008-2009.
I cicli di debito a lungo termine possono aggravare la disuguaglianza di reddito. Le persone e le imprese più ricche hanno generalmente un migliore accesso al credito e possono contrarre prestiti a tassi di interesse più bassi. Sfruttano ciò per investire nell’apprezzamento delle attività, aumentando ulteriormente la loro ricchezza. Al contrario, le persone con redditi più bassi spesso affrontano costi di finanziamento più elevati e possono utilizzare il credito per il consumo piuttosto che per gli investimenti, con conseguente ciclo di debito senza accumulo di ricchezza.
“
I divari di ricchezza causarono negli anni ’30 profondi conflitti sociali e politici simili a quelli attuali… Mi hanno anche mostrato come e perché i populisti di sinistra e di destra fossero più nazionalisti, militaristi, protezionisti e conflittuali – e a cosa ha condotto tale approcci “.
La Figura 4 illustra come la fine di un ciclo di debito negli anni ’30 coincidesse con quella che Dalio chiama un’era di populisti. Le condizioni migliorarono per il 90% più povero degli americani all’inizio del ciclo di debito successivo, ossia negli anni ’80 e ’90, un periodo a cui i repubblicani del MAGA si rivolga nostalgicamente nella loro richiesta di “rendere di nuovo grande l’America”.
Negli ultimi tre decenni, la ricchezza del 90% più povero degli americani si è deteriorata, mentre quella dello 0,1% superiore è fiorita.
Un’altra caratteristica dei cicli di debito è che la crescita economica diminuisce quando i livelli di indebitamento diventano così elevati da non contribuire più alla capacità produttiva. La figura 5 illustra come la crescita economica pro capite degli Stati Uniti sia diminuita negli ultimi 75 anni, passando da oltre il 2,5% del PIL nel 1971 a meno dell’1,3% nel 2023.
Il vero credente
Questa è la spiegazione razionale per gli sconvolgimenti populisti di oggi, radicati nella disperazione economica e nel desiderio di tempi migliori. Ma c’è anche una dimensione irrazionale e psicologica che fornisce intuizioni più profonde sul populismo e su aspetti più ampi della condizione umana. Ciò include il nostro rapporto distorto con noi stessi e il mondo naturale, che riflette fratture esistenziali e sociali più profonde.
Nel 1951, Eric Hoffer pubblicò The True Believer, uno studio rivoluzionario sulla psicologia e la dinamica dei movimenti di massa. Sebbene si concentrasse su comunismo, nazismo e fascismo, questi erano essenzialmente fenomeni populisti, guidati dalle stesse correnti di malcontento collettivo e dalla ricerca di identità e scopo.
Hoffer ha suggerito che le persone che si uniscono ai movimenti di massa spesso cercano di sfuggire alla vacuità della propria vita. Diventando parte di una causa più ampia, trovano un significato e un senso di importanza che mancano alle loro esistenze personali. I leader di queste cause sono abili nell’articolare le lamentele e le aspirazioni dei loro seguaci, spesso esibendo carisma e capacità di ispirare e mobilitare le masse.
“La maggior parte delle persone non può sopportare la sterilità e l’inutilità della sua vita a meno che non trovi una dedizione ardente, o qualche ricerca appassionata in cui possa perdersi … La passione principale delle persone frustrate è quella di appartenere a qualcosa.
“Un movimento attrae e mantiene un seguito perché può soddisfare il bisogno di auto-rinuncia; un sostituto per la speranza individuale; il movimento verso una terra promessa … è il marchio di speranza dietro l’angolo che spinge le persone ad agire.”
“Tutti i veri credenti del nostro tempo rivendicano volubilmente la decadenza dell’Occidente… Ogni movimento di massa si modella secondo il suo demone specifico … Anche se l’odio è uno strumento conveniente per mobilitare una comunità per la difesa, a lungo termine comporta un prezzo elevato. Lo paghiamo perdendo tutti o molti dei valori che abbiamo deciso di difendere”.
Hoffer credeva che i veri credenti fossero fanaticamente coinvolti e possedessero un senso di assoluta certezza – un impegno incrollabile per la loro causa – che spesso porta a comportamenti estremi e intolleranza verso il dissenso. Ironia della sorte, il bisogno psicologico di appartenenza e di uno scopo di fondo è più significativo delle credenze specifiche del movimento.
L’analisi di Hoffer fa luce sull’apparente indifferenza di Steve Bannon per quanto deve accadere dopo la rivoluzione.
Chi è capace di discorsi creativi, non importa quanto amaramente possa criticare e deridere l’ordine esistente, è effettivamente attaccato al presente. La sua passione è riformare e non distruggere.
“Non è così per il fanatico. Il caos è il suo elemento. Egli si gloria agli occhi di un mondo che volge al termine.
“Egli spinge da parte le persone creative, spaventate”.
Neurosi collettiva
Diversi decenni prima di Hoffer, Carl Jung ha rivoluzionato la psicologia introducendo il concetto di inconscio collettivo. Sigmund Freud aveva precedentemente descritto la mente inconscia come quella parte della nostra psiche in cui paure, insicurezze, desideri scomodi e conflitti irrisolti sono repressi. La psicoanalisi di Freud ha cercato di portare questi aspetti inconsci della personalità nella consapevolezza cosciente.
L’inconscio collettivo di Jung è uno strato più profondo della psiche che è condiviso da tutti gli esseri umani. E’ una sorta di sistema operativo umano, che comprende le esperienze accumulate e la conoscenza della nostra specie. Jung intendeva l’inconscio di Freud come uno strato tra la mente conscia e l’inconscio collettivo e si riferisce ad esso come ‘ombra‘. Questa distinzione è cruciale: l’ombra di Jung è personale, contenente ricordi e desideri repressi, mentre l’inconscio collettivo è una memoria genetica tramandata attraverso le generazioni.
Jung credeva che la tecnologia moderna avesse sempre più scollegato un gran numero di persone dal contatto funzionale con l’inconscio collettivo, causandone l’atrofia. Di conseguenza, molti vivono in uno stato perpetuo di nevrosi, un disturbo mentale caratterizzato da disagio emotivo e difficoltà nella gestione della vita quotidiana. I sintomi nevrotici includono ansia, depressione, pensieri ossessivi e comportamenti compulsivi.
Jung ha suggerito che gran parte di ciò che noi esseri umani moderni bolliamo come stress sia, in realtà, nevrosi. Gli archetipi che risiedono nell’inconscio collettivo sono fondamentali per il lavoro di Jung. Questi modelli universali e simbolici rappresentano esperienze e temi umani fondamentali, come la madre, l’eroe, il truffatore, Dio e il vecchio saggio. Gli archetipi sono simili tra culture ed epoche storiche e sono espressi attraverso miti, fiabe, storie religiose e sogni.
Nel corso della maggior parte della storia umana, le persone proiettarono questi archetipi sulla natura. Assegnando un significato simbolico alle montagne, ai fiumi, agli alberi e agli animali, sperimentarono un senso del sacro e del divino nel mondo che li circonda. Questa comprensione ha permesso loro di vedere se stessi come parte di qualcosa di più grande. Riconoscere i modelli archetipici nella natura ha favorito un senso di connessione, unità e armonia con il mondo naturale, rendendo la nevrosi molto più rara nel passato rispetto a oggi.
Jung osservò come l’invenzione della scrittura in Mesopotamia verso la fine del quarto millennio a.C. abbia segnato l’inizio di un lungo spostamento dalle proiezioni archetipiche sulla natura. I documenti scritti hanno contribuito a una visione del mondo più razionale e strutturata, diminuendo la natura fluida e dinamica delle tradizioni orali. Progressi tecnologici come metallurgia, ruota e addomesticamento del cavallo hanno ampliato le reti commerciali, le guerre e l’accumulo di ricchezza e risorse. Questi sviluppi hanno favorito una mentalità più pratica ed empirica, allontanando ulteriormente gli individui dalle proiezioni mitiche e dall’inconscio collettivo.
Il mio regno per un cavallo
Joseph Campbell considerava l’età del bronzo (3000-1200 a.C.) come un periodo di integrazione psicologica relativamente forte. Sebbene la vita fosse indubbiamente difficile, pericolosa e spesso breve, il mito e le pratiche religiose favorivano una profonda connessione con la natura. Questa connessione ha contribuito a un generale senso di soddisfazione e stabilità nonostante la durezza della vita.
“Con l’addomesticamento del cavallo, però, tutto è cambiato.
“Da qualche parte e in certo periodo… all’circa nel 2000 a.C. e probabilmente a nord della catena del Caucaso, venne introdotto il carro leggero a due ruote trainato da due cavalli veloci… E con il vantaggio di questo braccio militare mobile, nuovi imperi vennero improvvisamente alla luce in parti impreviste del mondo.
“Inoltre, nell’Europa sudorientale, nel 1500 a.C. circa apparve una nuova arma, la spada, ideata per fendere dalla sella. Da qualche parte arrivarono uomini che avevano imparato a cavalcare… saldando gradualmente con la violenza e il comando le lontane province delle prime epoche centrifughe; il mondo che prima era diviso viene ora gradualmente ricomposto, ma con una radicale spaccatura orizzontale tra coloro che gridano “Vittoria!” e quelli che piangono.
“Dal Nilo al Fiume Giallo la lezione sull’inevitabilità del dolore è stata appresa da chi ha vestito i panni dell’incudine da chi ha avuto il coraggio di agire da martello; a seguito di ciò, l’età dell’oro dei figli della Madre Terra era roba del passato”
Joseph Campbell, Mitologia orientale
L’addomesticamento del cavallo è stato probabilmente lo sviluppo più dirompente nella storia umana. Ha rivoluzionato i trasporti e la guerra, consentendo rapidi spostamenti ed espansionismo territoriale. Questa nuova mobilità ha contribuito alla rottura delle comunità localizzate e mitiche e all’ascesa di strutture politiche più grandi e centralizzate. Il cavallo facilitò la conquista e la costruzione degli imperi, rafforzando le gerarchie e la prominenza dei singoli leader ed eroi, rafforzando così le visioni del mondo egocentriche.
Mentre l’accumulazione di surplus è comunemente associato all’avvento dell’agricoltura e alla crescita delle città, il surplus acquisito dal saccheggio della guerra era più grande e più immediato. Joseph Campbell si riferiva a questo come alla “grande inversione”, in cui la coscienza mitica era sostituita da una visione del mondo più lineare e individualistica. I drammatici cambiamenti sociali e culturali hanno interrotto i modi di vita stabiliti, determinando un pervasivo senso di incertezza e malcontento. La precedente connessione con la natura è diminuita con la tecnologia e le preoccupazioni materiali hanno progressivamente sostituito il quadro mitico dei tempi precedenti.
Quale emisfero è migliore?
L’attuale ricerca neuroscientifica di Iain McGilchrist sulla specializzazione nell’emisfero cerebrale è basata sul lavoro di Carl Jung. Le scoperte di McGilchrist indicano che i due emisferi del cervello, sebbene interconnessi, elaborano le informazioni in modo diverso e hanno funzioni distinte ma complementari.
L’emisfero destro è responsabile del pensiero olistico, del contesto e dell’integrazione delle informazioni, che ci consentono di percepire il mondo in modo connesso e significativo. L’emisfero sinistro si concentra sul pensiero analitico, il linguaggio, i dettagli e i processi sequenziali, eccellendo nell’astrazione, nella categorizzazione e nell’analisi sistematica. La tabella 1 riassume alcune delle principali differenze funzionali di pensiero ed elaborazione tra emisfero sinistro e destro.
L’emisfero sinistro guida azioni e compiti con un focus ristretto, spesso mancando il contesto più ampio e non riuscendo ad anticipare o constatare gli effetti negativi delle sue azioni. Salta rapidamente alle conclusioni e poi crede alla sua stessa narrazione. L’emisfero destro funge da “rilevatore di cazzate” del sinistro, fornendo contesto ed esperienza del mondo reale per bilanciare la preferenza del sinistro per l’azione. McGilchrist usa questa analogia per illustrare la dinamica tra i due emisferi.
Un uccello deve essere in grado di distinguere un seme dallo sfondo di ghiaia su cui si trova, e raccoglierlo rapidamente e accuratamente; lo stesso fa con con un ramoscello per costruire un nido (emisfero sinistro).
“Tuttavia per sopravvivere l’uccello deve, anche, allo stesso tempo, prestare un altro tipo di attenzione al mondo… prestare attenzione ai predatori ma anche, soprattutto, alla comparsa di fenomeni del tutto sconosciuti (emisfero destro).
In altre parole, l’uccello deve assicurarsi di non diventare il pranzo di qualcuno mentre mangia il proprio.
L’emisfero sinistro, associato all’ego, si concentra sull’identità individuale e sul pensiero razionale. Al contrario, l’emisfero destro, legato all’inconscio, si collega a esperienze più profonde, spesso non verbali e a modelli collettivi di significato.
L’inconscio collettivo di Jung, dove risiedono gli archetipi, è simile alle funzioni integrative e olistiche dell’emisfero destro. La capacità dell’emisfero destro è di riconoscere i modelli e i significati simbolici parallelamente ai simboli archetipici di Jung che emergono nei sogni, nei miti e nelle esperienze religiose.
McGilchrist sostiene che la civiltà moderna abbia favorito sempre più il pensiero dell’emisfero sinistro, portando a un approccio frammentato ed eccessivamente razionale alla vita. Il cambiamento è venuto in gran parte a scapito della comunità, della creatività, della spiritualità e del senso di connessione con il mondo naturale.
“La nostra capacità intellettiva di dare un senso al mondo è in declino perché la comprensione dell’emisfero destro è assediata dall’insistenza dell’emisfero sinistro nel voler percepire il mondo alla sua maniera, anche se questo modo è meno intelligente.”
Secondo McGilchrist, il crescente pregiudizio culturale verso il pensiero dell’emisfero sinistro sta provocando problemi cognitivi come il deficit di attenzione. La tecnologia moderna, con le sue costanti distrazioni e l’enfasi su informazioni rapide e frammentate, rinsalda il dominio dell’emisfero sinistro.
Il deficit di attenzione fa parte di uno spettro che include disturbi schizotipici e autistici. La maggior parte degli esperti medici attribuisce dal 70% all’80% dei disturbi da deficit di attenzione a cause organiche o genetiche. McGilchrist condivide ciò, ma lo ritiene connesso con influenze psicologiche e sociali. Il deficit di attenzione riflette una mancanza di contesto e l’incapacità di distinguere ciò che è importante da ciò che non lo è, essenzialmente una mancanza di buon senso, ossia il dominio dell’emisfero destro.
Quando si considera la paura pervasiva indotta da social media senza controllo e propaganda politica implacabile, l’ascesa dei movimenti populisti diventa molto più chiara.
“Ciò che sperimenta il soggetto schizofrenico, in particolare, è un mondo altamente pericoloso… La sua esperienza è autentica e più convincente di qualsiasi argomentazione … È una cosa del mondo che tutti possiamo approssimare … a loro esperienza è autentica e più avvincente di qualsiasi argomento… È una visione del mondo a cui tutti possiamo avvicinarci, se diventiamo sufficientemente dipendenti solo dall’emisfero sinistro”
“Ogni fenomeno descritto dalle persone affette da schizofrenia presentava strette somiglianze con fenomeni non solo presenti nel modernismo, ma centrali nella sua essenza”.
Questa prospettiva contribuisce a spiegare la presa del populismo su persone intelligenti e realizzate. Discutere con coloro la cui realtà è modellata dalle allarmanti narrazioni di esperti dei social media come Steve Bannon, usando un approccio basato sull’evidenza, è in gran parte inutile.
Questo non significa che un numero elevato di persone sia schizofrenico o psicotico. Piuttosto, sono ansiosi e nevrotici. I disturbi della personalità esistono su uno spettro – proprio come le convinzioni politiche – con notevoli variazioni e sintomi sovrapposti a seconda delle situazioni e dei problemi.
Quando l’effetto di verifica della verità e di modulazione dell’elaborazione dell’emisfero destro è indebolito, le persone sono più inclini a ingigantire le cose in modo sproporzionato. L’aumento delle teorie del complotto supporta questa idea.
Viviamo nell’era più ridicola dell’umanità in cui cose completamente improbabili e molto stupide sono affermate da persone altamente intelligenti. E se questi avessero qualche contatto con le loro intuizioni, esse li guiderebbero in modo molto più saggio.
La frammentazione della coscienza
David Bohm, studiando la fisica quantistica, è arrivato a conclusioni simili. Crede che il problema più grave per la società fosse la frammentazione della coscienza.
“Penso che la difficoltà consista in questa frammentazione. Innanzitutto, il pensiero collettivo è suddiviso in pezzi: questa nazione, questo paese, questa industria, questa professione e così via. Ed è estremamente difficile rompere tale schema.
“La gente non riesce a capire che sta creando un problema e poi apparentemente cercando di risolverlo. Prendiamo il problema dell’inquinamento o dell’ecologia. L’ecologia non è di per sé un problema, funziona perfettamente da sola. [Il problema] è dovuto a noi!”
La fisica moderna suggerisce che la totalità sia la vera natura della realtà, mentre la frammentazione è semplicemente un artefatto del pensiero. Gli esseri umani hanno diviso artificialmente il mondo in parti, rendendo la nostra visione del mondo un derivato della realtà. Questo pensiero diviso provoca conflitti, distruzione ambientale e problemi sociali.
“La frammentazione è ora molto diffusa, non solo in tutta la società, ma anche in ogni individuo; e questo sta causando una sorta di confusione mentale generale … a tal punto che è normalmente accettato che un certo grado di nevrosi sia inevitabile, mentre molti individui che vanno oltre i limiti “normali” della frammentazione sono classificati come paranoici, schizoidi, psicotici, ecc.
Fin dalla tenera età, alle persone viene insegnato ad analizzare e risolvere i problemi abbattendoli in parti discrete, anziché vederli come interi interconnessi. Sebbene utile in molti contesti, questo metodo di pensiero limita la nostra capacità di vedere il quadro più ampio.
Tale mentalità ha generato inquinamento diffuso, squilibrio ecologico, sovrappopolazione e caos economico e politico globale. Di conseguenza, ha creato un ambiente dannoso per il benessere sia fisico che mentale della maggior parte delle persone.
“Gli uomini sono consapevoli da tempo immemorabile di questo stato di frammentazione e lo hanno proiettato sui miti di una passata età d’oro, prima che la scissione tra l’uomo e la natura avesse avuto luogo. In effetti, l’uomo ha sempre cercato la totalità – mentale, fisica, sociale, individuale.
I paradigmi scientifici e filosofici dominanti dell’era moderna, in particolare la visione meccanicistica e riduzionista del mondo, enfatizzano la separazione e la categorizzazione. Questa prospettiva fornisce una visione imperfetta e distorta della realtà, che si manifesta nei conflitti sociali e politici.
Bohm credeva che le società si fossero divise in gruppi opposti, ognuno dei quali vedeva l’altro come un nemico. Le ideologie politiche e sociali sono diventate rigide e inflessibili, con le persone che si aggrappano alle loro opinioni frammentate e non sono disposte a considerare prospettive alternative. Di conseguenza, le questioni complesse sono troppo semplificate, portando a soluzioni che non riescono ad affrontare i problemi sottostanti.
È una situazione complessa, non un problema
Il populismo sorge quando i gruppi si sentono ignorati dal governo e dal sistema, credendo che i loro interessi non siano rappresentati. È più di un semplice appello al cambio di regime; è una rivolta reazionaria contro lo status quo, una negazione della realtà con il conseguente bisogno di incolpare la leadership politica. Il populismo spesso manca di un piano B, un “dopo cosa facciamo?”. Riflette una situazione psicologica più profonda.
I rapidi progressi nella scienza e nella tecnologia lanciano un tale incantesimo sulla mente cosciente dell’uomo da fargli dimenticare le forze imprevedibili dell’inconscio. Ancora una volta, assistiamo a persone che si tagliano la gola a vicenda a sostegno di teorie infantili su come creare il paradiso sulla terra.
“Il cambiamento di carattere determinato dall’impeto delle forze collettive è sorprendente. Un essere gentile e ragionevole può trasformarsi in un maniaco o in una bestia feroce. Si tende ad attribuire la colpa alle circostanze esterne, ma nulla potrebbe esplodere in noi se non fosse già presente. Viviamo costantemente sul bordo del cratere di vulcano. Basta una nevrosi per evocare una forza che non può essere affrontata con mezzi razionali”.
I problemi possono avere soluzioni; le situazioni complesse, invece, sorgono quando più problemi interconnessi si aggravano a vicenda. Risolvere un problema può solo spostare il problema da qualche altra parte o peggiorare le cose nel complesso. Le situazioni complesse possono essere gestibili, ma raramente hanno soluzioni chiare.
La situazione complessa della società deriva dall’aggregato dei problemi dei suoi individui, suggerendo l’impossibilità di invertire l’ondata populista. Allo stesso tempo, comprenderne la natura consente diversi approcci per gestirla. Poiché ragione, logica, fatti e critica sono in gran parte inefficaci, dovremmo abbandonare questi metodi, affrontando invece i problemi fondamentali: sentirsi ignorati, non rispettati e non rappresentati.
Nel contesto più ampio, il populismo, la governance e il contratto sociale rappresentano solo una delle quattro minacce immediate che l’umanità deve affrontare nel prossimo decennio. I quattro cavalieri non comprendono la distruzione in corso degli ecosistemi, la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico, che mettono a repentaglio la capacità del pianeta di sostenere la vita umana.
Il comportamento umano è il cavallo su cui cavalcano il populismo e gli altri cavalieri. Un cambiamento radicale nella nostra comprensione e interazione con il mondo è essenziale, sottolineando la necessità di un cambiamento sistemico e una consapevolezza più profonda di bilanciare i bisogni umani con i limiti planetari. È improbabile che questo mutamento avvenga senza una catastrofe che trasformi il mondo imponendoci un cambiamento comportamentale.
Molti accusano i loro oppositori di essere una minaccia per la democrazia, dimenticando che respingere la volontà di metà della popolazione significa la fine della democrazia stessa. Nel frattempo, smettiamo di sprecare tempo a trattare la situazione umana come un problema meccanico risolvibile sostituendo le parti e regolandone le impostazioni. Dovremmo riconoscere che il comportamento umano è il problema principale. Affrontare la causa principale anziché i meri sintomi sarebbe un passo significativo nella giusta direzione.
Troppe cose tutte insieme. Per rispondere dovrei scrivere un volume,
Ad una lettura superficiale, la maggior parte delle argomentazioni mi sembra abbastanza stiracchiata e un esercio di stile tanto per.
Sottolineo una frase: “Il contratto sociale è l’accordo implicito tra individui e governo”
Assolutamente falso, lo “individuo” non è mica vassallo del “governo” nella persona di un monarca.
Al massimo possiamo dire che esiste un “contratto” tra “individuo” e “Stato” e lo “Stato” si compone dei famosi Tre Poteri, legislativo, giudiziario, esecutivo.
Il problema della “sovranità” è implicito nella Costituzione che per definizione non ammette nessuna Fonte del Diritto sopra di se.
Quello che è successo nel recente passato è stato che si è proceduto di proposito a smontare gli Stati per costruire delle aggregazioni sovra-statali e quindi sovra-nazionali.
Questo significa subordinare la Costituzione ad un Diritto superiore e questo è un paradosso, una contraddizione, perché il Diritto superiore non discende da un atto costitutivo in cui il Popolo e quindi lo “individuo”, si può riconoscere, viene invece da accordi e decisioni prese nelle stanze di enti ed agenzie di cui non si conosce e non si capisce la natura, l’origine e il mandato.
Fetemi un po’ capire, cosa si aspetta un Prodi che ridendo ci racconta del suo “esperimento sociale” consistente nel demolire i pilastri fondamentali degli Stati Nazionali, quindi appunto il Diritto, la Moneta e l’Esercito. Si aspetta di essere ringraziato e complimentato? Beh si, dai suoi omologhi e da quelli a cui riferisce. Difficilmente uno come me, uscendo di casa nella periferia abbietta ripopolata di stranieri, pensa “oh che bello, finalmente sono anche io cittadino del mondo”.
Invece di pensare ai pagliacci del “sovranismo” io mi concentrerei su quello che ci viene imposto come regola e modello. Cioè, tolti di mezzo Stati e Nazioni, cosa succede.
La storia ha dimostrato che i pagliacci possono essere altamente pericolosi.
No, la Storia ha dimostrato che le masse sono portate in giro dai demagoghi.
Non vedo perché il “sovranismo” debba essere demagogia “altamente pericolosa” e invece il “globalismo” sia una benedizione che scende dal cielo per tramite di questi arcangeli che sarebbero i Prodi and alike.
Torno a dire, in concreto, per me la fine degli Stati nazionali si traduce in una drastica riduzione delle aspettative, perché il mio essere “cittadino del mondo” non significa l’attico su Central Park come Saviano, significa il palazzone anni settanta popolato di Magrebini in periferia, con le carcasse dei motorini rubati buttate fuori la porta e i cumuli di spazzatura, significa mettermi in coda negli uffici pubblici e all’ospedale coi succitati Magrebini e significa accettare le stesse condizioni contrattuali.
Nel mentre, non posso nemmeno dire “piove governo ladro” perché dato che lo Stato è una crisalide vuota, non so con chi me la dovrei prendere, il “sovranazionale” non vive nel maniero sulla collina, è incorporeo, remoto, in un’altra dimesione.
Infine, se io mi mettessi in testa di capeggiare una rivolta “sovranista” mi troverei nelle stesse condizioni di Trump, ovvero che l’umanità a cui mi posso rivolgere è un circo di fenomeni da baraccone. Non solo questo mi costringe ad atteggiarmi con un personaggio che sia nelle loro corde ma so già che posso fare casino ma non più di quello perché coi mattoncini del lego fai un razzo di lego e il razzo di lego non va sulla Luna.
D’altra parte l’Umanità è il risultato di decenni di lavorio mirato a demolire i riferimenti e a fabbricare fenomeni da baraccone per poi fare la “inclusione”. Siamo tutti inclusi e includenti, per forza, visto che siamo un circo di fenomeni da baraccone. Magari inconsapevolmente perché ci mancano i riferimenti.
Quindi, mettiamoci in corteo per la Crociata dei Bambini e i pifferi in testa, cancelliamo gli Stati Nazionali, cosi, alla cieca, per la fede che riponiamo nelle “elite”.
Altro ragionamento binario tipico del Web: se critico il sovranismo, allora sono ‘globalista’. La globalizzazione dei mercati ha causato ogni sorta di perversa angheria, ma ha il merito se non altro di circoscrivere l’opzione militare alla periferia dell’economia-mondo. Se la Cina possiede gran parte del debito pubblico USA e questi sono uno dei principali compratori delle esportazioni di Pechino, per dirne una, conviene a entrambi odiarsi ma intrattenere rapporti pacifici. Invece, più le economie diventano protezioniste e meno hai bisogno dei tuoi antagonisti, l’opzione militare riprende piede. Le due guerre mondiali ne sono ottime dimostrazioni.
Se posso aggiungere un ulteriore suggerimento bibliografico in tema con l’articolo e a sua volta dotato di una ricca bibliografia, consiglio questo:
“Raffaele Alberto Ventura – Radical Choc, Ascesa e caduta dei competenti”
Fra le altre cose tratta piu’ o meno indirettamente del deragliamento di ogni istanza securitaria (anche l’ecologismo lo e’) in una burocrazia controproduttiva che al fondo si rivela cura peggiore del male.
Mi sembra che nella burocratizzazione deraglino anche le istanze non securitarie, penso al settore dell’istruzione che conosco molto bene.
🙂
gia’, la tesi del libro e’ il ciclo che spinge la competenza a rincorrere e scavalcare se stessa in un afflato di perfezione crescente fino a sfociare nella controproduttivita’ (ovvero oltre la soglia della negativita’ del rendimento decrescente, un leit motiv del libro)
uno degli esempi che espone dal passato e’ la parabola della Scolastica, arrivando a definire la reazione ad essa verso l’irrazionale da parte degli umanisti del settentrione (vedi Erasmo, col suo Elogio della follia)) come la forma del populismo dell’epoca – peraltro anche allora fu messa in voga dal potere dei “competenti” dell’epoca la monetizzazione economicistica dell’esistente, basti ricordare la vendita delle indulgenze: coi soldi della fiscalita’ dell’epoca si prometteva nientemeno l’accesso al paradiso, in cielo se non in terra, sotto certi aspetti non e’ cambiato molto
che l’irrazionalita’ persino fantasiosa di certo populismo di oggi verso la competenza sia solo un modo di dire ai conduttori-timonieri “usate il vostro latinorum per manipolarci raggirarci e derubarci, ci fate schifo, vi odiamo a prescindere” mi sembra che andrebbe compreso, la comunicazione non si svolge solo sul piano logico-razionale
interessante
La iperburocratizzazione, rimandendo ai ragionamenti dell’articolo, si direbbe un’altra conseguenza della tirannia dell’emisfero sinistro.
“usate il vostro latinorum per manipolarci raggirarci e derubarci”
Veramente no. Dietro il “latinorum” ci devono essere gli armigeri e il boia, altrimenti non è molto efficace per manipolare, raggirare e derubare.
Nella storia europea si ripetevano regolarmente rivolte popolari che depredavano i manieri, uccidevano gli aristocratici, davano fuoco a tutto e poi si trovavano immobilizzate dalla mancanza di idee. A quel punto intervenivano i parenti, gli amici, i colleghi degli aristocratici uccisi e sopprimevano la rivolta nel sangue.
Il “latinorum” non fa niente di persè. Manifesta però due elementi, la ricchezza e quindi la disponibilità di risorse anche militari e una formazione scolastica che consente di vedere il mondo, di immaginare, di progettare e quindi di fare di più di quanto si possa fare rimanendo al livello del primate.
C’è una interessante ricaduta: se la rivolta popolare si affida ad uno o più capoccia tipo Lenin, ricadiamo ancora nel caso del “latinorum” perché Lenin NON è uno del “popolo”, è un aristocratico che fa la pelle ad altri aristocratici per ragioni sue.
Qui torniamo alla faccenda del “sovranismo” che sarebbe una cosa brutta e cattiva mentre il suo contrario sarebbe per definizione una cosa bella e buona.
“Veramente no. Dietro il “latinorum” ci devono essere gli armigeri e il boia, altrimenti non è molto efficace per manipolare, raggirare e derubare.”
Non siamo piu’ nell’ottocento ne’ dei fisiocratici ne’ di Marx, Nemo, quando una piccolissima percentuale organizzata ed elitaria della popolazione poteva dedicarsi alla cultura, al governo e alla guerra, sostenuta dal lavoro di tutti gli altri, che nella quasi totalita’ erano agricoltori.
Se non erro nel censimento italiano del 1950, quindi in un paese dell’occidente relativamente avanzato, piu’ della meta’ della popolazione era contadina.
Ma ora negli Usa la somma degli addetti all’agricoltura e alla manifattura consta di meno del 10 per cento degli occupati.
Gli altri, il 90 per cento, sono tutti geni occupati in importantissimi lavori creativi da cui dipende il buon funzionamento del resto della societa’? Dubito… e basta un’occhiata alle cronache e al web per rendersi conto in cosa sono occupati: cazzeggio e richiesta lobbistica di sempre nuove leggi che ha il principale risultato di espellere dalla produzione chiunque non sia “troppo grosso per fallire”, incrementando cosi’ sempre di piu’ la massa stessa degli “inutili” resi dipendenti da sussidi e bonus varii senza i quali non potrebbero piu’ sopravvivere, in un circolo vizioso.
Di fatto oggi nei paesi “avanzati” le percentuali ottocentesche di popolazione servita/servile si sono rovesciate, e si apprestano a rovesciarsi anche altrove nel mondo con l’avanzare della meccanizzazione e della burocratizzazione: la maggioranza della popolazione serve solo come consumatrice, non produce piu’ nulla, non ha nulla di utile da fare, il che non sarebbe di per se’ un male se non venisse inglobata attivamente nella sempre piu’ invadente catena gerarchico-burocratica comprandola in cambio di una fettina di potere vessatorio, piccoli gerarchi minori che a loro volta inventandosi sempre nuovi regolamenti e balzelli costringono il sempre piu’ ristretto e vessato mondo della produzione materiale ad aumentare sempre di piu’ la propria efficienza, diventando cosi’ sempre piu’ ridotto in termini di personale addetto e concentrato in poche mega-fabbriche monopolistiche, a quel punto troppo grandi per fallire e parti stesse dello Stato sotto mentite spoglie, Stato col quale si spartiscono gli utili e il potere.
Persino nei posti piccoli dove ci si sporca le mani tende a diventare maggioritaria la percentuale del tempo-personale che si occupa della burocrazia e del “rispetto delle regole”.
Persino chi lavora da solo, perde una frazione sempre maggiore del suo tempo (e del benessere del suo fegato) nelle “scartoffie”, che la virtualizzazione computeristica e il moltiplicarsi degli enti emettitori e controllori fa diventare sempre piu’ numerose, assurde e complesse.
Chiedere a Gaia che ha provato di persona, rara avis nel mondo dell’ambientalismo, se questo non e’ il trend. Ma di solito fa fatica a capirlo anche chi ha provato di persona: e’ difficile accorgersi di cio’ in cui si e’ perennemente immersi, e la “sindrome di stoccolma”, cioe’ il solidarizzare coi propri vessatori per il solo merito di non averci distrutti del tutto, fa il resto.
Il mondo nel quale siamo immersi non e’ quello orwelliano, e’ quello ben peggiore del “Mondo nuovo” di Huxley, di cui consiglio la rilettura, con le postille del “Ritorno”: in particolare, riletto a distanza di una cinquantina d’anni, e’ spaventoso nella sua predittivita’: cio’ che allora sembrava assurdo e distopico e’ gia’ da tempo divenuto reale nell’indifferenza se non nell’entusiasmo generale, siamo diventati un mondo di bambini eterodiretti e sostanzialmente inutili che vengono placati col sesso e con altre droghe mentali, chimiche o psicologiche.
Il martellante richiamo mediatico a catastrofi millenaristiche di vario tipo allo esplicito scopo di espandere sempre di piu’ controllo, burocrazia e potere, completa l’opera.
Scusate se ripeto sempre le stesse cose.
Questo commento a me pare un po’ confuso.
Per esempio, mi si diceva che importiamo immigrati perché abbiamo bisogno di manodopera, secondo il mantra che le imprese cercano e non trovano. Con la variante “pagheranno le nostre pensioni” associata a “fanno i lavori che gli Italiani non vogliono fare”.
E’ appena saltata la corrente, sono uscito e c’erano dei signori dell’est che sotto il sole stanno sostituendo una ventina di metri di lastricato e porfido, sono blocchi di pietra. Poi immagino che ci siano dei tizi della E-sailcavolo-distribuzione energia elettrica che stanno lavorando in qualche cabina di distribuzione.
Poi, a monte, suggerisco di andare su Youtube e guardare un po’ di video di pakistani che fondono l’acciaio in ciabatte dentro botteguccie con pavimento in terra oppure smontano motori di camion e saltano e torniscono seduti per terra, con attorno i garzoni che puliscono gli ingranaggi col gasolio.
La premessa della “Globalizzazione” che sarebbe il concetto antagonista al “Sovranismo” è quella di eliminare barriere tra diversi punti della Terra, per cui qui e li è tutto uguale. Questo significa fare la media tra il pakistano in ciabatte e lo stabilimento Stellantis che fabbrica le auto elettriche coi robot.
Ancora, come dicevo altrove, la faccenda del “sovranismo” è speculare ad una ideologia o un progetto massonico che vuole fare piazza pulita del “vecchio” per edificare il “nuovo”.
Questa ideologia/progetto certamente viene propagandata col “latinorum”, insieme a tante altre belle cose perché oltre ad eliminare le barriere devi anche creare il “meticciato” e magari anche il “transumano” o che ne so, delle chimere frutto di ingegneria genetica.
Epperò sarebbe tutta una questione di favole se dietro il “latinorum” non ci fossero, oggi come nel Medioevo, armigeri e boia.
Infatti, dicevo che lo “individuo” non si relaziona col Governo ma con lo Stato e lo stato è formato dai Tre Poteri.
Qual è il primo meccanismo che scatta a sopprimere la dissidenza? In Russia ti mettono il nervino nel mangiare, in Cina ti sparano in una stradina di campagna e da noi c’è la Magistratura che, ho citato Davigo, considera lo “individuo” come un condannato a prescindere che è libero di circolare solo temporaneamente, per grazia ricevuta.
La cosa è cosi smaccata che un Salvini si becca due processi per “sequestro” proprio per avere trattenuto dei “migranti” (o “profughi” nella versione che vuole forzare l’asilo) sulle “navi” che fanno finta di soccorrere i “naufraghi”. Non si entra nel merito della questione, semplicemente la Magistratura assolve la funzione dei Servizi in Russia, sono sparafucile per conto di quelle ELITE, lo ripeto, ELITE, che, nella loro stratificazione di vassalli, valvassori, valvassini, devono mettere in pratica il “Progetto”. Tutta la faccenda “Palamara” è stata un po’ come le famose schede telefoniche di Moggi dopo decenni di “discorsi da bar”. Prontamente messo tutto in sordina, altrimenti bisognerebbe esaminare i ruoli del CSM e del Presidente della Repubblica.
Qual è la reazione? Negli USA i bifolchi si armano nella convinzione che gli armigeri e il boia mandati dalle Elite possono sopprimerne alcuni ma non possono sopprimerli tutti, specie se si organizzano in una “milizia” e questi sono i fondamenti degli USA, alcune delle poche cose che gli insegnano a scuola.
Da noi in Italia i bifolchi non hanno la tradizione della “milizia”, sopratutto dopo la meridionalizzazione forzata del periodo repubblicano e quindi piuttosto reagiscono facendosi clienti, si fanno servi di chi usa il “latinorum”, cercando di fare le loro furbate sotto tutela ed evitando cosi il patibolo.
Questo è il problema di fondo di un Bossi che si inventa la Guardia Nazionale Padana. Ad un certo punto o si comincia a sparare come l’IRA oppure si fanno le rievocazioni storiche di fantasia e si mangiano le salamelle.
La seconda è abbastanza automatica, sia perché basta ammazzarne uno per educarne cento, vedi la faccenda del campanile di San Marco, sia perché i bifolchi con le corna vichinghe di Pontida hanno le rate del mutuo, le rate dell’automobile, le ferie da prenotare e quindi non hanno tempo per la rivoluzione.
Rimane la questione di fondo.
Ammesso che il “sovranismo” sia il Male, il contrario è il Bene?
Sono due concetti diversi ma complementari tra loro, utili per periodi diversi di congiuntura economica.
E’ incredibile come si vogliano vedere complotti stile Spectre riguardo a cose che succedono da trecento anni (cioé le migrazioni di popoli che seguono sostanzialmente le rotte dell’estrazione di plusvalore) e invece si passi sotto silenzio l’imbroglio totale delle nazioni pure sul piano etnico, quella sì una favola creata ad arte. Quello che è successo in Jugoslavia non ci ha proprio insegnato nulla. Quanto a Salvini, sono abbastanza sicuro che non farà la fine di Navalny. La magistratura che inquisisce Salvini, per altro, è la stessa che ha distrutto di fatto la carriera politica di Aboubakar Soumahoro, strano che lì nessuno ci veda dei complotti. Per carità, dalle informazioni della stampa mi sono fatto decisamente l’idea che sua moglie e sua suocera lucrassero in maniera illecita sulle cooperative di migranti, ma pensate che casino sarebbe successo se a qualsiasi altro parlamentare avessero arrestato moglie e suocera.
Ma un vero meticciato impedirebbe lo sfruttamento su base etnica perché garantirebbe pari diritti. Il ‘salvinismo’ e il ‘boldrinismo’ non sono altro che due facce della stessa medaglia per favorire una sorta di integrazione per discriminazione (la chiama così Immanuel Wallerstein): da una parte devi tenere discriminato il gruppo che deve mantenere basso il costo del lavoro, ma dall’altro devi evitare derive come un razzismo in stile nazismo dove sprechi risorse ed energia per eliminare la tua manodopera. Sono bastone e carota del tutto complementari.
Ah poi, con tutto il rispetto per Gaia, io sono nato e ho vissuto tutta la vita nella periferia più dura, tra il proletariato industriale, fabbriche, sinistra massimalista, scioperi, lacrimogeni e manganellate, palazzi e ghetti e la famosa “legge della strada”.
Quindi dei problemi delle pecorelle o della “ecologia” mi importa un po’ come delle favole, belle e tutto quanto ma è l’iperuranio.
Anche questo è un tema ricorrente, il fatto che la gente che pontifica lo faccia dalla cima della torre d’avorio senza avere cognizione del passato, presente e futuro della “strada” di cui sopra.
Il mio problema è che per accidente non sono abbastanza scemo per fare parte della “massa” ed evidentemente non sono abbastanza furbo per guadagnare la cima della torre d’avorio.
Quando esco di casa non incontro Fedez, incontro un egiziano che è mio vicino da, boh, trent’anni e ha una micro-impresa di pulizie che impiega suoi connazionali (con tutte le conseguenze su cui non vogliamo indagare). Nel mio quartiere sono tutti stranieri o vecchi moribondi o invalidi a vario titolo.
Allora mi domando ma una signora come la Elly Schlein che ruolo ha in questa commedia e sopratutto può venirmi a fare il predicozzo? Vogliamo vedere i suoi predecessori, che ne so un Renzi o un Letta?
E Gaia, dai, mi sembrate tutti marziani.
Infatti per questo siamo messi come male. Noto che i commentatori anonimi del Web hanno sempre avuto una vita dura e difficile, mi dispiace molto.
Articolo interessante e ricco (anche troppo).
Una cosa alla volta (se passassi all’emisfero destro dovrei riassumere olisticamente come “troppo ideologico”).
Facciamo il gioco di sostituire, in varie frasi, alcuni termini col loro duale e la frase risulterebbe comunque verosimile.
Ad esempio
“È una situazione complessa, non un problema”
↓
“È un problema, non una situazione complessa”
↓
“È problema, e, peggio, e’ pure complesso”.
Il leit motiv che impera sui mezzi di comunicazione (progressista) di massa e circondari ideologicamente contigui nelle reti sociali e’
“Poiche’ e’ una situazione complessa” non si puo’ (ne’ si deve) fare nulla”.
Si possono trovare mille mila motivi per bloccare ogni azione in direzione di una possibile resistenza / terapia. Ad esempio, fresco fresco di giornata abbiamo questo
Reddito, la Corte di giustizia Ue boccia il requisito dei 10 anni di residenza: “E’ discriminante
Ovviamente questo e’ del tutto ideologico e fazioso: nessuno di questi soloni che ostacola in ogni modo e con ogni intensita’ possibile qualsiasi anche flebile meccanismo di resistenza alla complessita’ (che diventa, ricorsivamente, un effetto assunto come ipotesi per dimostrare la tesi) si sognerebbe mai, ad esempio, a fronte della diagnosi di una grave e complessa malattia, di sedersi in poltrona ad aspettare senza limite. Tanto meno andrebbe ad aumentare e intensificare usi, abitudini etc. probabili se non accertate cause della patologia, a lottare contro ogni strumento di cura.
Pensate, se a fronte di una forte setticemia, arrivasse la Corte di Giustizia Europea a bloccare la terapia antibiotica colla motivazione “della lotta alla antibiotico resistenze”.
Ciascuna di queste persone cercherebbe, in ogni modo possibile di agire simultaneamente e sinergicamente su vari piani per affrontare la complessita’ – problema e risolverla/o.
La complessita’ storicamente, porta al collasso che e’ una situazione radicale, estrema ad un problema.
Possiamo andare in direzione opposta al sovranismo brutto cattivo cacca diavolo e scegliere il Bataclan sia come soluzione radicale alla complessita’ del multiculturalismo, nonche’ come suo punto di arrivo. Non pochi, nel loro sinistro autorazzismo, gongolano per situazioni del genere, contrastando in ogni modo il contrasto alle cause del Bataclan.
Termino perche’ gia’ troppo ingombrante: ci sono molti altri punti sui quali proseguire la discussione.
Buonasera
Più che ingombrante, per te l’unico problema del mondo è l’emigrazione. Quanto a una dialettica ‘o sovranismo o Bataclan’ si commenta da solo.
> La svolta populista […] crescita elettorale di partiti […] sostengono politiche nazionaliste e anti-immigrazione
Questo e’ all’inizio dell’articolo, non l’ho scritto io, signor Igor.
Possiamo comunque decidere di buttar via il termometro perche’ segnala la febbre alta.
Signor UnUomo.InCammino, a parte il fatto che tutto l’articolo è incentrato su questioni decisamente più complesse, comunque sono buone con la dialettica delle metafore: se penso che il problema sia la febbre e non la malattia che la causa, riempirmi di tachipirina per abbassarla non mi sarà certo di aiuto.
Il problema e’ la sovrappopolazione della quale le guerre migratorie sono solo una delle conseguenze emerse.
Anche su questo abbiamo una sinistra che e’ passata da “W la decrescita” che le famiglie numerose sono clericali patriarcali, fascionaziste a compiacersi per le frotte di marmocchi che costituiscono l’esplosione demografica africana e quella islamica in Asia e poi la loro espansione nella scatola di sardine Europa.
Sono girati deg;i articoletti illuminanti da parte di alcuni sinistri maestri-a-pensare al caviale, dovrei recuperarne uno, metafisico, allucinante apparso sul The Guardian, intriso di autorazzismo, ugualismo, crescitismo e vari peggio.
Da un’idea “L’utero e’ mio e me lo gestisco io” al suo opposto “L’utero te lo gestisce la facoltosa a capo della costellazione cane vegan – tamagochi – Filomena lesbica, ho il diritto di acquistare il bimbo fabbricato da quell’utero”.
Difficile pensare che i problemi, pardon, le complessita’ inaffrontabili siano risolti da coloro che li hanno apologizzati, implementati e poi imposti,
Prima buttiamo via il termometro perche’ segnala la febbre alta, poi imponiamo di curare la setticemia al piu’ coi fiori di Bach o colla tachipirina.
Non funziona perche’ essi vogliono che non funzioni.
L’esempio de “L’utero e’ mio” etc. vuole rimarcare uno dei casi nei quali la ideologia e’ passata da un concetto al suo opposto.
L’antagonista del sovranismo, il globalismo, ha rimpiazzato quella comunista con quella intersezionalista, arcobalenga.
Che problema c’e’ nel passare da “Yankee go Home, domani vado in pellegrinaggio a Leningrado” a “Il faro di civilta’ LGBTQWERTY che ci raggiunge dalla intellighenzia progressista [USA] e Russia retrograda, troglodita, Putin nuovo Satana”?!
Insomma, questo opposto del sovranismo mi pare che abbia qualche problemuccio,
Purtroppo NON e’ solo ,ogtrazioni di massa ovvero solo la vecchia moda di spostare popoli contro la loro volonta’ degli spostandi/sostituendi,
Tu semplifichi sempre le cose per cui la realtà è tutta bianca o nera, in questo caso sovranista/fascistoide o ‘arcobalenga’, e poi fai apparire la seconda opzione come il nuovo piano tramato da monolitiche élite e la prima come una sorta di reazione positiva ‘dal basso’ in quanto anti-immigrati. In realtà, il solo fatto che l’uomo attualmente più ricco al mondo (Musk), insieme a una miriardi di iperricchi sostenga Trump e determinate posizioni significa che l’opzione sovranista è ampiamente rappresentata in una super élite sicuramente unita nella conservazione del sistema, ma divisa nelle strategie per farlo. Gli anti-immigrati che per altro sono anche pro-notalità (Putin vuole donne russe con tre figli e ha rimesso il premio per le madri che arrivano a farne 10, per dirne ) e sostanzialmente negazionisti dei problemi ambientali, per cui non vedo alcun vantaggio ecologico da loro (a meno che ‘ecologia’ non si limiti soltanto a ‘niente negri e musi gialli per le mie strade’, ovviamente).
“se penso che il problema sia la febbre e non la malattia che la causa, riempirmi di tachipirina per abbassarla non mi sarà certo di aiuto”.
A me sembra che anche qui manchi un passaggio. La “malattia” è un concetto che presuppone la involontarietà di un universo indifferente, le cose “succedono” e la gente si ammala, cosi, per un capriccio del fato o per le legge della evoluzione.
Invece se il Partito Comunista Cinese gestisce un laboratorio di ricerca sui virus, un cialtrone provoca la fuoriuscita del virus, la gente comincia ad ammalarsi, il Partito nasconde tutto a partire dai funzionari locali perché non vogliono finire in galera o con un proiettile in testa, poi quando l’epidemia è fuori controllo invece di ammetterlo continuano a mandare in giro la gente per il mondo a diffondere il virus per il calcolo gretto e meschino che mal comune mezzo gaudio…
Non di “malattia” si tratta ma di abbietta follia criminale.
Eppero, se io passo col rosso mi si scagliano addosso le Erinni, perché sono un poveretto che non conta niente e come diceva Davigo, sono un colpevole che non è ancora stato scoperto. Invece il Partito Comunista Cinese è al disopra del bene e del male e può sterminare milioni di persone senza che gli si dica “beh”.
Ecco, insisto, se il “sovranismo” è il Male, il suo contrario cosa sarebbe, il Bene?
Di grazia, perché?
Di sicuro non è un fenomeno spontaneo.
Articolo lungo e impegnativo ma sicuramente interessante (grazie per la traduzione!), poiché mostra da una parte i limiti teorico-pratici della risposta populista/sovranista (di destra & di sinistra) alle numerose criticità contemporanee e dall’altra la sostanziale illusorieta’ di bypassare “sic e simpliciter” i motivi profondi che innervano tale (errata ma non inspiegabile) risposta.
Gli Indù sintetizzaerebbero spiegando tutto ciò con il fatto che l’Universo è entrato nell’età del Kali Yuga, uguale i buddhisti per i quali l’umanità sarebbe precipitata in un’era degenerata. Non ci resta che attendere il compimento del ciclo e vedere come andrà a finire, visto che pare proprio che nel nostro piccolo non possiamo fare più di tanto…
Pensate che delusione avremmo se non succedesse niente 🙂
Direi che è successo già anche troppo…
https://lesakerfrancophone.fr/gaza-une-nouvelle-methode-occidentale-pour-faire-la-guerre
L’evoluzione del piano dell’Occidente per controllare un mondo in policrisi massacrando e sottomettendo i poveri, i ribelli e coloro che sono considerati “superflui”